capitolo 2

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"Signorina Romoli! Ha sentito quello che ho detto?"

Mi sveglio dal mio stato di trance e mi accorgo di aver 23 paia di occhi puntati su di me.

"Mi scusi?" Chiedo imbarazzata.

"Mi dia la risposta dell'esercizio 8c a pagina 16."

"Ah sì! Ehm...x corrisponde a 21, 05 professoressa"

"Va bene" disse la prof, evidentemente delusa della mia risposta corretta "questa volta la risparmio, ma se la trovo ancora una volta assente le do una nota!"

"Ho capito"

Torno a concentrarmi sul mio libro di matematica, pieno di schizzi di cui vado molto fiera.
È l'ultima ora del venerdì e scommetto che nessuno ascolta più cos'ha da dire la prof. Cerco con tutta me stessa di prestare attenzione, una nota non ci vuole proprio, ma perfino per una secchiona come me a volte risulta difficile stare attenta.
Esattamente, mi chiamo Sara e sono la secchiona della classe.
Non quella con gli occhiali e l'apparecchio (di quello me ne sono già sbarazzata), quell'onore lo lascio a Colin, poveretto.
Eh sì, ho la brutta abitudine di voler sempre essere la migliore in (quasi) tutto.
Nonostante questo, ho dei buoni rapporti con i miei compagni, anche se non sono per niente popolare, però me la cavo, dai.

Mi accorgo di essermi distratta di nuovo, così mi do un pizzicotto e aspetto pazientemente la fine della lezione.

****

"Finalmente!! Sabato arriviamo!!"
Ally corre fuori dall'edificio, trascinandomi insieme a lei.

"Ciao! Ma dove eravate finite! Vi abbiamo cercato dappertutto!"

Due ragazze ci vengono incontro: Irene e Marianna, una bassa e allegra, l'altra che sembra una bambolina di porcellana.

"Anche noi! Pensavamo foste sparite dalla faccia della terra!" Esclamo felice, dato che mi sono mancate veramente. Seguono molti scambi di abbracci. L'allegria di Irene è davvero contagiosa.

"Avete piani per il weekend? Noi pensavamo di andare al cinema."

Sono subito a favore dell'idea, e a quanto pare anche Ally.
"Sì, va benissimo. Ti farò sapere se sono libera, va bene Ire?"

"Signorina Romoli, posso parlarle un minuto?"
Sussulto, non avevo visto arrivare la professoressa di matematica, la signora Cherici.

"Certo! Di cosa si tratta?"
Dico, allontanandomi un po' con lei dal gruppo.
Aspettami qui!  mimo ad Ally.

"Vede, io ed il direttore, a causa del vostro trasferimento e dei suoi voti a dir poco eccellenti, abbiamo deciso che lei non dovrà partecipare a gli esami di fine anno."

Quelle parole mi fanno lo stesso effetto di una vasca piena di acqua gelida versata su di me.
"Co...come ha detto scusa? Io... Io credo si sia sbagliata, non mi trasferisco mica!"

A questo punto la prof mi guarda con un'aria confusa e anche qualcos'altro: compassione, che non so spiegare bene.
"Mi scusi, mi sarò sbagliata, a meno che ancora non lo sappia" L'ultima parte l'ha detta così piano che fatico a sentirla.
La comprendo comunque, e piena di domande ritorno da Ally, che mi aspetta pazientemente. Le altre se ne sono già andate.

Il viaggio in motorino procede in silenzio. Quando ci fermiamo davanti a casa mia la saluto velocemente, promettendo di telefonarle appena posso.

Entro in casa, e vengo avvolta dal profumo di biscotti appena sfornati che riescono miracolosamente ad alleviare il mio malumore.
Ed infatti vedo Emma, la mia piccola sorellina di 12 anni, alle prese con i fornelli.

"Non ti azzardare a toccarli! Sono ancora troppo caldi!"
Dice Emma rivolta a Flora, una bambina di 9 anni, un lupetto vestito da pecorella, altra mia sorella.

"Sono a casaaaaaa!!"
Getto il mio zaino non-so-dove e mi unisco ad Emma e Flora.

"Mmm! Che profumo! Se il sapore è uguale all'odore promette bene! Ma posso solo esserne certa se ne assaggio uno..." Sbatto le ciglia e metto su il mio faccino più implorante.
"Per favoreee!" Si unisce anche Flora.

Emma sospira rassegnata: "E va bene! Ma solo uno!"
Il mio gigno malefico viene alla luce "Grazie!" Dico afferrando un biscotto e correndo in camera.

****

"Chi ha voglia in una pasta?"
Tipica entrata di mamma.

"Io!"
Sospiro e mi lascio cadere dal letto, il mio posticino sicuro, dove, da brava studentessa, stavo facendo i compiti.
All'improvviso mi ricordo di quello che ha detto la prof.
'Forse mamma ne sa di più'  penso e una sensazione di panico e adrenalina prende spazio nel mio corpo.
'E tutto a posto Sara, calmati e cerca di non andare in iperventilazione'
Troppo tardi.
Dove sono finiti i sacchetti di plastica?!

Tiro un profondo respiro e scendo in salotto.

"Mamma, vorrei chiederti una cosa..."




****
Angolo autrice

Curiosa di sapere cosa vorrà chiedere Sara a sua madre?
Tutto nel prossimo capitolo!

P.S. i commenti non mi danno affatto fastidio, anzi!

A presto!

Niente più come primaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora