1. Paprika?

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Quanto amo l'odore del caffellatte, la mattina presto. Che con la sua dolce aroma ti invade le narici, procurandoti una sensazione di consolazione e, in un certo senso, leggerezza.

Noona, non aver paura; so che lo Hyung Kyung Il non è una persona molto affidabile, ma posso assicurarti che non permetterebbe mai che ti succedesse qualcosa! —, asserisce Yi Jeong, spanciato sul bancone, armato della sua bellissima pezza con gli elefantini, pronto a scrutare e polverizzare ogni minimo acaro, invisibile ad occhio nudo.

Questo lo so... - gli rispondo, mormorando e mettendo un piccolo broncio. - ... è solo che Song non fa mai nulla senza ricevere qualcosa in cambio, e mi inquieta davvero tanto l'idea che potrebbe chiedermi qualcosa. —

Andiamo: stiamo parlando di Song Kyung Il... non del ragazzo più puro e casto del mondo, ma di Kyung Il! Temo per la mia incolumità...

Oh, ma se ti riferisci a quello, non hai proprio di che preoccuparti! —, mi tranquillizza il ragazzo, abbandonando l'idea di setaccio-acari e afferrando la tazzina colma fino all'orlo che la sottoscritta ha appena finito di abbellire con quanta più soddisfazione di questo mondo.

Ma è una tale tristezza vedersi strappare il duro lavoro di ben quindici minuti di impegno e sudore... per poi vederlo divorato proprio sotto i tuoi occhi.
Difatti, non posso fare altro di osservare con angoscia il mio piccolo capolavoro, essere mandato giù in pochi sorsi da uno dei tanti clienti che tiene fermamente in mano un tablet, senza neanche fermarsi a contemplarlo.

Sospiro e torno con gli occhi sul bancone, mentre, con la coda dell'occhio, vedo Yi Jeong saltellare per tutta la traiettoria tavolo-Yeo Jin.

È demoralizzante, davvero.

Se i miei genitori scoprissero che ho fallito per tre volte di fila l'esame a cui aspiro da ormai troppo tempo, non so cosa mi farebbero, ma preferisco sorvolare.

Oh, buongiorno Ji An-ah! —, l'esclamazione di Yi Jeong ha la capacità di riportarmi alla realtà.

Ahh, la nostra piccola dongsaeng: Oh Ji An; alta un metro e un chewing gum, castana e con una riserva di dolcezza pari a quella di un muffin al cioccolato ripieno.

Ehilà! —, saluta, alzando una mano in aria e correndo verso l'appendi abiti. — Yeo Jin-unnie, che ci fai qui? Non dovresti avere la giornata libera?—, domanda subito dopo, facendo quasi per entrare nello spogliatoio, dove solitament ci cambiamo per indossare le "divise".

Già, dovrei. - asserisco, poggiando i gomiti al bancone e la testa sui palmo delle mani. - Ma Jay Min-ah ha pensato bene di chiedermi questo piccolo favore, perciò oggi lavoro al posto suo.

Yi Jeong spalanca gli occhi. — Perché lo hai fatto? Quella ragazza prende sempre una scusa per saltare la giornata! —, si sfoga, frustrato, battendosi un pugno sull'altra mano.

Non fare il ribelle, Yi Jeong-ah. Sai che Jay Min ha tre lavori part time; avrà avuto un contrattempo, e da amica come posso dirle di no? — lo riprendo, pensando a quanta forza di volontà potesse avere una ragazza scansafatiche come lei, a resistere a non uno... non due, ma ben tre lavori part time. Io sarei già svenuta da molto tempo.

Sarà... —, è l'unica cosa che riesce a dire, non convinto.

Dopo pochi secondi, ecco la piccola testolina di Ji An, fare capolino dalla porta, felice come una pasqua, pronta a cominciare il suo lavoro.

A volte vorrei tanto essere come lei: non ha mai avuto intenzione di andare all'università, ha un lavoro e sempre un sorriso stampato sulle labbra.

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