2. Numero di telefono

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Non avrei mai voluto ammetterlo; ma, per una volta in tutta la sua -lunga- vita, Kyung Il è riuscito a combinare qualcosa di buono. — E poi è stato tuttto così veloce, così chiaro che... —, mi perdo fra i miei discorsi su quanto quel ragazzo, ieri, fosse stato la mia ancora di salvezza.

Di tutta risposta, il mio caro socio continua a sorseggiare il suo caffé, con strana raffinatezza. — Te lo dicevo, io —, risponde lui, con fare ovvio. — non mi ascolti mai.

Inprovvisamente mi volto verso di lui, guardandolo con il solito sguardo alla Lee Yeo Jin, che uso ogni qualvolta Kyung Il spara qualcosa di stupido o insensato.
Poi torno a pulire il bancone. — L'unica pecca è...

Pecca? —, mi interrompe il gigante, posando la tazzina sul piattino e lasciando che una gocciolina fuoriesca da un angolo della sua bocca. — Oh no, Yeo Jin, ho fatto disintossicare Yi Jeong da quel gioco stupido; non puoi caderci anche tu! -si porta una mano alla fronte con fare teatrale- Ascolta il tuo socio, disinstallalo.

Lo guardo intontita. — Gioco?

Ma sì! Come si chiamava? -si ferma un attimo a pensare, per poi sparare a raffica nomi strani, che neanche la mente più diabolica potrebbe immaginare- Fance... no, Royaqualcosa. —, ma niente, sembra che il ragazzo non voglia ricordare. — Ah sì, Clash Royaqualcosa. —, risponde in fine, tutto convinto.

Mi fermo ad osservarlo, scioccata. — Mi spieghi adesso cosa c'entra?

Sei stata tu a nominare quel Pekka... —, è subito pronto a difendersi, mentre io mi sbatto una mano sulla fronte, esausta.

Pecca, Kyung Il, con la "c" di capra... quello che sei tu!

Mi stai dando della capra?!

Se tu mi ascoltassi mentre parlo... dicevo, che l'unica pecca è... —, ma non faccio in tempo a terminare la frase, che subito un'altra figura interrompe il mio famelico discorso. Ma non posso prendermela con lei, per il semplice motivo che sarebbe capace di disossarmi senza pietà; è per questo che la accolgo con un grande sorriso. — Buongiorno, Jay Min-ah!

La ragazza alza gli occhi su di me e ricambia il sorriso. — Annyeong, chingu! —, si avvicina al bancone, in preda al fiatone.

Nel vedere la ragazza, Kyung Il sgrana gli occhi. — Sorella? Cosa ci fai tu qui, non dovrebbe essere il turno di Ji An?

Il fatto che Kyung Il ormai si sia imaprato i turni a memoria, mi inquieta non poco.

Sì, ma domani ho un colloquio, quindi non posso venire; ho fatto cambio con lei.  -spiega Jay, in modo pratico.- Mi cambio e arrivo! —, aggiunge due secondi dopo, senza dare il tempo al fratello di ribattere, il quale posso dire sembra anche un po' deluso.

Sarà una mia impressione.

Resta il fatto che non posso fare a meno di non pensare a ciò che è successo ieri...

Mettiti comodo, io torno subito! —, esclamo, forzando un sorriso. Lasciando il ragazzo in salotto, corro in cucina con la tachicardia a mille.

Cosa cosa cosa?!

Perché lui? Perché proprio lui?!

Aish, credo di stare impazzendo.

Mi avvicino alla credenza, afferrando al volo qualche snack da mettere poi in un vassoio. Sebbene la persona che sta nell'altra stanza non sia gradita dalla sottoscritta, devo almeno fare una buona impressione.

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