7. Solo questione di fortuna

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Che la fortuna sia con me.

Per una volta nella mia vita il cielo sembra essere dalla mia parte.
E grazie, grazie mille, perché -in momenti come questi- non potrei chiedere di meglio, davvero.

Con un rallentamento piuttosto veloce, mi blocco sana e salva sulla soglia di un piccolo condominio a tre piani; in passato doveva essere stata dipinta di bianco, ma adesso il muschio e i rampicanti si stanno espandendo ovunque ed è praticamente impossibile distinguerlo.
Prima di arrivare alla porta bisogna attraversare un cortile, seguendo il sentiero di le mattonelle, che si sposa perfettamenre con un adorabile giardino ben coltivato, decorato con rose un po' ovunque. Meglio di come si sta riducendo l'abitazione.

Non c'è nemmeno un cancello, così, quando arrivo davanti alla porta, mi blocco sul posto.

Dove diamine sono? È la prima cosa che mi viene in mente.

Okay, fermiamoci un attimo.
Facciamo mente locale.

Quando ho dato l'indirizzo al tassista-attacca-brighe non avevo idea di cosa stavo facendo.

Lo so, può sembrare strano.
Ne sono perfettamente consapebole. Ma io non l'ho nemmeno mai vista questa via, come facevo ad esserne a conoscenza? Con quale volere miracoloso ho trovato la strada?

Sono bloccata da ormai due minuti qui davanti, indecisa sul da farsi.

Ma siamo sicuri che questa sia la casa di Na Do Kyun?
Nel senso: ammettiamo pure per un piccolo istante che, per qualche strano motivo, mr sorrido-ma-non-troppo mi abbia rivelato una volta, per caso, dove abita (così, giusto per mitivi professionali)... Con quale coraggio dovrei suonare il campanello e dire "Salve! Sto cercando Do Kyun, è in casa? Ad ogni modo non si preoccupi, se non è così ho solo sbagliato indirizzo".

... Effettivamente non è male come discorso, però.

Già, ma sarebbe comunque strano! E se mi aprisse sua madre? O, peggio, la sua fidanzata? Questo ragazzo dovrà pur avere una vita sentimentale. Non può un tipo così bello non vederdi con nessuna.

Al contrario di me, che non sono nemmeno capace di scrivere un messaggio normale, con un linguaggio quantomeno simile ai giorni nostri.

Mi darei un premio nobel per la pace solo per questo.

Aspettate... Gli ho appena dato del "bello?"

Sorvoliamo, per piacere.

― Aish... ―

Così, mentre sono in balia di questi pensieri, ecco che una figura mi si avvicina lentamente, piuttosto stupita dalla mia presenza, e cerca di attirare la mia attenzione tirandomi leggermente una manica del cappotto.
— Signorina, sta cercando qualcosa?

Mi volto di scatto, facendole prendere un bello spavento, per poi metabolizzare e collegare la sua figura a quella di un'adorabile ahjumma con in mano un sacco della spazzatura e i capelli legati in uno chignon basso. — Annyeong, ahjumma -la saluto, ancora scossa dai miei pensieri, per poi inclinare la testa di lato e domandarmi se sia il caso di chiederle  informazioni- conosce per caso... Gli abitanti di questa palazzina? —

Lei mi guarda e sorride. — Sei qui per il palestrato del terzo piano, ho ragione? — incurva poi le labbra in un ghigno al limite della malizia.

Arrossisco all'istante. — Cos- oh, no! No, no... in realtà... — porto le mani avanti e le scuoto in modo molto scoordinato, quando lei mi interrompe senza farmi nemmeno finire di parlare.

— Aah. -Sembra finalmente capire- Allora parli della bionda del primo? —

Quasi mi affogo con la mia stessa saliva. — N-no, ahjumma! Cerco Do Kyun: Na Do Kyun. — scandisco bene le ultime tre sillabe, di modo che non ci siano altre incomprensioni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 16, 2018 ⏰

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