Hoseok era fuori a fare commissioni, la spesa, il bucato, controllare i suoi impegni al centro sociale. Era bello poter stare fuori, essere vivi e attivi e muoversi nel mondo. Si sentiva veramente felice e leggero come non si sentiva da un poʼ.
Per questo rimase scioccato quando tornando a casa in prima serata vide Yoongi seduto fuori dal suo appartamento, appoggiato alla porta dʼingresso. Aveva le gambe distese davanti a lui e sembrava stesse giocando con il telefono, la testa inclinata svogliatamente da un lato.
ʻʻHyung.ʼʼ Lo chiamò Hoseok piano, tenendo in equilibrio la borsa della spesa su un fianco mentre cercava le chiavi.
Yoongi alzò lo sguardo, e cʼera qualcosa di disperato nei suoi occhi, abbastanza da far quasi inciampare Hoseok allʼindietro.
ʻʻHyung, stai bene?ʼʼ Domandò esitante, ma Yoongi si rialzò, i suoi movimenti leggermente rigidi, e affrontò il beta. La sua carnagione era bianca. Hoseok deglutì.
Allʼimprovviso Yoongi cadde in ginocchio e si raggomitolò, inchinandosi ai piedi del minore. Hoseok quasi perse la presa sulla borsa della spesa.
ʻʻHyung!ʼʼ Ansimò, spostandosi. ʻʻYoongi‒hyung, oh mio Dio, cosa stai facendo? Alzati!ʼʼ
Ma Yoongi non si alzò. Stava emettendo un piccolo rumore che sembrava un lamento, e il cuore di Hoseok si strinse.
ʻʻHyung.ʼʼ Disse di nuovo Hoseok.
ʻʻMi dispiace,ʼʼ ansimò Yoongi, la sua voce alta e stridula, così diversa dal suo solito timbro. ʻʻMi dispiace, Hoseok. Non so cosa sia successo per farti scappare, non so cosa abbia fatto, ma mi dispiace tanto.ʼʼ
