Non c'era nessuno , non c'è nessuno .
Nessuno che ascoltasse le mie urla mentre le sue mani imparavano a conoscere ogni singolo dettaglio del mio corpo , nessuno che ascoltasse le mie urla nel rivivere ogni notte il mio passato .
Conoscerai il mio corpo ma non il mio animo . Sai i segni particolari sulla mia pelle ma non le cicatrici interiori . Hai avuto la possibilità di vedermi e hai chiuso gli occhi .
I pensieri accompagnano il nuovo incubo di questa notte .
Le urla di mia madre mi avvisano che zio Stefan è arrivato .
Inizio a rimettere nello scatolo le costruzioni prima che lui arrivi e le butti ovunque nella stanza .
Mamma non urla più , ciò mi avvisa che zio sta per venire da me .
Ho pensato molte volte a dove nascondermi o come farlo smettere , ma più ci provavo più mi sentivo inutile , debole , senza potere .
Ero sua , ero il suo gioco preferito .
Al suono dei suoi passi che salivano le scale non avevo più paura , a volte speravo mi picchiasse così forte da farmi dimenticare di tutto quello che stavo subendo .
Per quanto però facessi l'apatica , la sua mano sulla mia guancia riusciva a far riaffiorare tutte le emozioni represse in quel solo instante .
Quella carezza si trasformava l'instante dopo in uno schiaffo .
Più mi colpiva , più ero felice perché almeno non mi avrei sentito più dolore , non mi sarei più sentita inutile e la mamma non avrebbe dovuto sentire quelle urla .
Poi tutto confuso . I pantaloni erano a terra a fare compagnia alle mutandine sfilate in tutta fretta .
Mi sveglio all'immagine di quella bambina con le guance rigate dalle lacrime . Il corpo è ancora scosso dai brividi .
Non riesco a smettere di tremare . Corro in bagno e apro il cassetto di sotto . Il mio sguardo si abbassa su delle forbici ma, dopo alcuni instanti le poso per poi tornare a guardare il mio riflesso .
Come mi guardo negli occhi iniziano a scendere lacrime , non nego che mi piacerebbe ricominciare come ha fatto mia madre , lavora ogni singolo instante senza fermarsi , non l'ho mai vista parlare di ciò che è successo da quando lo zio si è trasferito , sembra essersene quasi dimenticata .
Scendo in soggiorno dopo essermi fatta una lunga doccia , mentre prendo una mela dal frigo finisco per guardare l'orologio , 8.45 .
Non me la sento di andare a scuola ,ne approfitto della situazione per visitare il vecchio parco del mio quartiere .
Vedo la mia solita panchina coperta dalle foglie ormai giallastre per l'autunno .
Inizio a pensare alla mia vita , alle persone , alle esperienze fatte fin'ora .
Sono così persa nei miei pensieri che non mi accorgo della palla caduta ai miei piedi .
<< Capisco tu ti sia presa un giorno di festa ma non ti farebbe male alzare quel braccio per passarmi la palla >> a quanto pare non sono l'unica ad aver saltato scuola .
<< Prendila da solo la palla , Justin >> gli dico per poi alzarmi dalla panchina , ovunque io sia ci deve stare anche lui .
Lo vedo accennare un sorriso strafottente , vorrei solo prendesse quella dannata palla e si levasse dalla mia vista .
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Untouchable
Teen FictionTra i corridoi della Hope high school si nasconde Sam Collins , vittima di bullismo , di abusi , di un passato impresso sulla pelle di una ragazza riservata , insicura , schiva ma allo stesso tempo forte e testarda . Dall'altro lato Justin Miller...