Capitolo 15

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Ricomincio a camminare pensando che quel rumore deve essere stato provocato da qualcosa che Justin avrà fatto cadere

Il tragitto verso casa nonostante la distanza si rivela piacevole e abbastanza tranquillo

Non voglio passare la serata a contorcermi la mente con le mie preoccupazioni , l'unica cosa che voglio è  un pò di tranquillità 

Cerco nello zaino la chiave di casa ma non faccio in tempo a prenderla che la porta si apre rivelando l'immagine di mia madre 

<< Samantha.. pensavo saresti arrivata più tardi >> il tono sorpreso mi lascia abbastanza confusa 

I miei occhi si abbassano sul suo abito blu scuro ,  di solito indossa sempre la sua divisa da segretaria o almeno le poche volte che la vedo  è ciò che ha indosso

<< Vai da qualche parte ? >> le chiedo varcando la soglia di casa 

<< Una cena di lavoro , nulla di ché >> dice con nonchalance  uscendo dalla porta 

Rimango a fissare il portone bianco di casa per diversi instanti , sento un freddo gelido attraversarmi le ossa , non è un freddo che entra da una finestra  spalancata da un improvvisa folata di vento , è un freddo gelido rinchiuso nelle pareti , uno di quei freddi che congelano tutto senza lasciare scampo a chi ne è circondato.

Distolgo lo sguardo dalla porta e  salgo le scale esausta per la giornata stressante , una volta arrivata nel bagno inizio a far riscaldare l'acqua 

Nel frattempo prendo una canotta bianca e un pantaloncino nero dal cassetto , così da avere già i vestiti pronti per quando uscirò dalla doccia

Quest'ultima si rivela  tutt'altro che piacevole e la causa del mio malessere, come al solito, sono io.

Non posso fare a meno di pensare alla caduta di oggi , la cosa peggiore è che so di non star male perchè tutti hanno riso ma per la semplice ragione che tra quei tutti c'era Dylan, una delle poche persone  con cui si era creato una qualche specie di rapporto e sopratutto l'unica persona che era riuscita a rompere il muro che la mia diffidenza  aveva alzato per tutti questi anni

Esco dalla doccia nella speranza che i miei pensieri si possano placare o concentrare su altro , anche se so che i miei pensieri non sono dipesi dallo stare sotto un getto d'acqua calda

Infilo in tutta fretta la canotta e il pantaloncino così da potermi buttare sul letto e cercare di ritrovare un pò di tranquillità

Appena apro la porta del bagno rimango impietrita alla vista di chi trovo in stanza

Rimango in silenzio diversi instanti , sopratutto perchè mi sembra assurda la sua presenza  dopo il  comportamento distaccato e assente di oggi

<< Che ci fai qui ? >> il tono di voce che esce dalla mia bocca risulta tremolante nel pronunciare le ultime sillabe

Lo guardo mettersi le mani nella giacca da basket della scuola 

 <<te l'ho detto che non mi piacciono le feste>>  rimango ancora più confusa dopo la sua risposta, nella mia mente si sovrappongono una marea di domande che gli vorrei porre eppure finisco per chiedergli quella che meno stuzzicava la mia curiosità

<< Come hai fatto ad entrare ? la porta era chiusa >> dico con tono sicuro l'ultima affermazione

La distanza che ci separa fa sembrare hai miei occhi la stanza più grande di quello che è realmente 

<< Chi ti ha detto che sia entrato dalla porta ? >> dice con un sorriso che è a metà tra la sfacciataggine e l'imbarazzo 

In un altro momento avrei riso nel vedere un Justin così in  imbarazzo ma l'assurdità della situazione me lo impedisce 

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