Era passata una settimana da quando conoscetti Nathan e, per me, iniziava già a trattarmi come un amico. Quando eravamo da soli in camera aveva imparato a lasciarsi andare, a parlare e, se le circostanze lo richiedevano, anche a farsi scappare un sorriso.
Stavamo per fare una gita che avremmo fatto in Grecia, però, di tutti i bambini, solo quelli al disopra ai dieci anni potevano andare... quindi eravamo in sette. Io avrei compiuto gli anni oggi, proprio nel giorno della gita.Noi stavamo andando con il pullman, probabilmente ci sarebbero volute sei\sette ore per arrivare a prendere il traghetto che ci avrebbe portati in Grecia.
Io stavo dietro insieme a Nathan e gli altri ragazzi che, però, erano avanti a noi. Nathan era dalla parte del finestrino e, dopo solo mezz'ora di viaggio, lui appoggiò la testa sul finestrino e mi sembrò abbastanza pallido... dopo chiuse gli occhi, pensai che avesse sonno, però, poi mi disse di spostarmi per farlo passare e andò più avanti. Non avevo ben capito se soffrisse per il pullman in movimento, ma il fatto che pur sapendolo venì dietro allora mi fece pensare ad un atto di orgoglio... sinceramente non so cosa ci provasse ad essere orgoglioso in una circostanza del genere.Rimasi da solo, seduto a pensare cosa avremmo potuto fare in Grecia. Poi, tutto ad un tratto mi tornò in mente una cosa che sentii dire dalle collaboratrici: l'uomo che mi lasciò all'orfanotrofio parlava una lingua straniera ed era proprio il Greco! Poteva trovarsi proprio nel posto nel quale stavamo andando... fantastico! Il problema è che non avevo la minima idea di quale fosse il suo aspetto. Ad un certo punto sentii Gabriele, uno dei ragazzi sul pullman, di guardare fuori dalla parte del finestrino. Io non vidi niente, ma, nel frattempo il pullman si era fermato così come tutti gli altri veicoli. Lo sentii di nuovo urlare che non c'era più... però... dopo le sue parole si spaccò il vetro del finestrino dietro di me e sentii qualcosa che mi strinse della pancia ai piedi e, subito dopo, vidi come una specie di fulmine rosso colpire quella "cosa" che mi aveva avvolto e così mi liberò facendomi cadere a terra.
Avevo lo sguardo rivolto verso il basso e riuscii vedere solo i piedi di un'armatura d'oro... appena lo alzai vidi un uomo dai capelli lunghi blu, dagli occhi celesti e soprattutto vidi... un eroe. Era abbastanza alto e, infatti, si abbassò per, probabilmente, dimmi se stavo bene... solo che non capivo la sua lingua, quindi me la tradusse un altro uomo con un'altra armatura d'oro che era con lui. Il suo compagno lo rimproverò di non fare più di testa sua e di smetterla di parlare solo greco dal momento che aveva imparato l'italiano proprio da lui.
Si misero a discutere, ma finalmente capivo cosa stessero dicendo entrambi. Poco dopo scesero tutti dal pullman per venire da me.
I due cavalieri si presentarono:
Quello che mi aveva salvato si chiamava Kardia di Scorpio e l'altro Dègel dell'Acquario.
Nel retro dell'armatura avevano un mantello che li ricopriva dalle spalle alle caviglie, io tirai quello di Kardia e dissi:"Anche il mio segno Zodiacale è lo Scorpione!"
Lui mi sorrise e disse:
"Se ti allenassi per diventare un cavaliere del Grande Tempio... potresti diventare un mio successore."
Io non avevo capito ancora questa storia del cavaliere... però mi è sembrato di capire che salvino le persone...
"Non solo, noi proteggiamo la Divina Atena e il mondo da Ade o da qualunque cosa lo infetti, per non lasciare che la specie umana si estingua-.. Oh.. scusatemi. Mi viene quasi naturale capire cosa pensano le persone."
Fantastico, leggere nel pensiero delle persone...
"Vedo che stavate andando a da qualche parte, eh? Vi ci porteremo noi visto che non sono riuscito a fermare quello Specter dal distruggere il pullman."
La collaboratrice con noi gli disse che il posto era davvero lontano da quì e che non avrebbero potuto fare niente, però Kardia la interruppe immediatamente dicendo:
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Io, Te, Una Promessa E Il Destino
FantasyUn ragazzo, di nome Alex, fu lasciato in un orfanotrofio con una promessa: il padre sarebbe venuto a riprenderlo non appena si fosse conclusa la Guerra Santa. Egli, però, non arrivò mai perché il ricordo del piccolo fu cancellato dalla sua mente e s...