Chapter 1

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L'inizio.

Ryan P.O.V.
Il tempo era passato molto velocemente.

Felix avrebbe compiuto di lì a poco quattordici anni ed era intento a scegliere la nuova scuola che avrebbe frequentato dopo l'estate.
Dopo il compimento degli undici anni ha cominciato a trasformarsi anche lui, gli abbiamo spiegato quello che gli sarebbe successo e gli abbiamo parlato del branco, ma fortunatamente non è stato niente di traumatico.

Poco dopo la sua nascita abbiamo capito quale sarebbe stato il tratto da lupo che lo avrebbe caratterizzato: gli occhi. I suoi occhi erano dorati, ma non erano come quelli di un lupo beta, erano dorati come lo è la luna solo alcune notti.
Di questo lui è sempre andato molto fiero, gli piaceva avere qualcosa di diverso dagli altri.

Verso i tre anni gli ho insegnato a suonare il pianoforte, seguito dalla batteria e dalla chitarra (sia classica che elettrica). Gli ho inoltre insegnato a cantare e due volte a settimana gli facevo una vera e propria lezione di canto.

Insieme a Felix, anche Dylan era cresciuto.
I due passavano un sacco di tempo insieme e, grazie al fatto che Felix fosse cresciuto molto in fretta, riuscirono a fare sia le elementari che le medie insieme.
Erano diventati praticamente come fratelli, come lo eravamo io e Zach quando eravamo ragazzi.

Con la band stava andando tutto alla grande, i nostri ultimi singoli avevano avuto molto successo e sono stati trasmessi alla radio per diverso tempo (N.A. Cosa che in Italia non succede 😑) e ci stavamo preparando per cominciare il nuovo album.

Brian si trasformava ogni inverno, ma non era un problema, i tour li organizzavamo d'estate e se ci serviva una mano chiedevamo aiuto a Marty, dato che avevo scoperto che, oltre alla chitarra, suonava diversi altri strumenti.

Il branco non era mai stato attaccato dall'ultima notte in cui è apparso Caleb, cominciai anche a pensare che quello che avevo visto non fosse stato veramente lui e che la guerra fosse davvero finita.

Anche con Kaila andava tutto bene, anche se, a dire la verità, tra noi non ci sono mai stati dei veri e propri problemi. Tutto procedeva bene, eravamo felici.

Felix P.O.V.
«Aspetta, aspetta, mi stai dicendo che in quella scuola hanno pure l'orto?!» Mi chiese Dylan.
Stavamo seduti su un muretto decorato da un graffito raffugurante un'enorme volpe sullo sfondo di un bosco con colori spettacolari, parlando dell'ultimo open day a cui ero stato.
«Sì, Dylan, è un istituto agrario, deve per forza avere un orto.»
Bevvi un sorso dalla mia lattina di Coca Cola.
«Quindi, credi di andare lì il prossimo anno?»
«Mh, non penso... Ci sono un po' troppe materie scientifiche e sai che sono abbastanza negato...»
«Già, che pazzi i professori a consigliarti lo scientifico.»
«Mamma mia, di me è già tanto se conoscono il nome...»
«Ahaha.» Dylan bevve un sorso dalla sua lattina.
Rimanemmo un attimo in silenzio.

Il sole ad ovest stava tramontando, il vento mi accarezzava dolcemente i capelli e tutte le sfumature del rosso e del giallo mi brillavano negli occhi.
Adoravo il nostro muro.
Nessuno sapeva dove fosse, era il nostro luogo segreto. Il muro si trovava accanto ad un fienile abbandonato che, d'estate ci riparava dal sole e d'inverno dalla pioggia. Su una delle pareti del fienile c'era un altro graffito, raffigurante una ragazza stilizzata. Accanto al fienile si ergeva l'unico albero della collina che, durante la mattina, faceva una tenue ombra sul muro.

Quando non sapevamo cosa fare imboccavamo sempre il piccolo sentiero poco lontano da casa mia e dopo pochi minuti di camminata ci trovavamo su una collina dove, sulla cima, troneggiava il nostro muro, l'imponente e unico albero e il fienile che ancora manteneva lucida la vernice rossa nelle pareti esterne.

L'ULTIMA LUNADonde viven las historias. Descúbrelo ahora