Chapter 6

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Twins

Ryan P.O.V.
Avevo passato una giornata pesante.
Ero dovuto andare ad un'assemblea a scuola, nella quale i professori ci parlarono della classe in generale e del programma per l'anno scolastico, e solo quella riunione mi aveva occupato buona parte del pomeriggio, inoltre ero tornato a casa più tardi del solito perché dovevo esercitarmi su dei vecchi spartiti al nostro studio.

Mi stesi nel letto che era quasi mezzanotte e feci in tempo solo a dare la buonanotte a Kaila prima di addormentarmi.

Aprii gli occhi, ma la stanza era ancora buia. Non sapevo perché mi ero svegliato.
Sentii un rumore provenire da sopra di me, alzai lo sguardo.
Vidi un'enorme creatura, sembrava un insetto. Abituandomi al buio vidi che somigliava parecchio a un ragno.
Gli insetti mi facevano tutti schifo, come diceva mia mia nonna: "Tutto ciò che si muove e ha più di quattro zampe crea danno", disprezzavo in modo particolare i ragni, tanto da essere aracnofobico.
Tornando alla simpatica creatura che mi stava fissando, non sembrava volesse attaccarmi.
Come tutti gli insetti se ne stava immobile e, probabilmente, non avrebbe attaccato se non avessi fatto nessun movimento brusco.
Mi voltai lentamente verso Kaila, lei stava dormendo.

Rimasi sveglio a fissare l'umanoide sopra la mia testa finché non cominciò a sorgere il sole.
Con la luce era ancora più inquietante, il dorso era costituito a un'enorme bozzo scuro, la sua pelle lucida e nera era coperta da tanti peli e sembrava che i suoi occhi si fossero moltiplicati nel viso da uomo.
Le lunghe zampe finivano con delle inquietanti e raggrinzite dita.
Raramente le fauci, le quali deformavano il viso umano della creatura, si facevano scappare qualche goccia di saliva, ma quando succedeva, cadevano sempre sopra la mia gamba.
Che schifo.
Sentii che Kaila si stava svegliando, la vidi mettersi seduta sul bordo del letto, senza fare caso né a me né a Spider-Man sul soffitto. 
Si alzò e uscì dalla stanza.

La vidi rientrare solo per prendere i suoi vestiti, ma ancora una volta non ci rivolse neanche uno sguardo, sembrava che non riuscisse a vederci.

Questa routine continuò per giorni.
Non riuscivo a scendere dal letto, anche se non capivo perché, forse ero intrattopato in una ragnatela o qualcosa di simile.

La creatura continuava a fissarmi, sembrava in qualche modo che mi stesse facendo la guardia, ormai ero convinto che non mi avrebbe fatto del male.
Durante il giorno sentivo sei movimento sotto la schiena, ma pensavo che non c'entrassero con quello che estava succedendo.

Passò qualche altro giorno, durante i quali cominciai anche ad abituarmi alla presenza dell'essere.
Una mattina sentii ancora del movimento sul materasso, mi sembrava di avete una protuberanza sotto la schiena e stavo cominciando ad avere paura.
Ma il vero panico arrivò quando questa protuberanza si aprii sotto di me, liberando milioni e milioni di "piccoli" ragni.
Cominciarono a ricoprirmi entrandomi, non so come, sotto pelle.

Ora capivo perché la creatura sul soffitto non mi aveva mai fatto niente.
Ero la cena per i suoi cuccioli.
I ragni cominciarono a divorarmi da dentro, sentivo le loro sudice zampe strisciare sulla mia pelle e le zanne sprofondare una ad una della carne.

Mi svegliai di soprassalto, probabilmente con un grido.
Avevo il respiro pesante e la bocca secca.
«Papà? T-tutto bene?»
La voce di Felix squarciò il silenzio. Mi voltai verso la porta della camera, la quale era aperta e lasciava vedere il corridoio, dove c'era mio figlio.
«Che ci fai in piedi a quest'ora?» Facevo fatica a parlare per via del fiatone.
«Mi sono alzato per bere.»
Annuii.
«Tu stai bene?» Mi chiese.
«Sì, sì sto bene, ho fatto solo un incubo, torna a letto e sta tranquillo.»
Felix sparì nell'oscurità del corridoio e io mi stesi di nuovo nel letto.

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