Capitolo II - Inchiostro Sbiadito

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Venezia Giugno 1575, Mercato Delle erbe al Rialto

<<Ea me diga fià, cossa vola?>> disse la fruttivendola a Ludmilla <<Me dia par piazer do pomi e tri zucoi, quanto i viene?>> e la signora rispose << Zinque osele (*)>>. Il mercato delle erbe al Rialto era molto affollato e anche se nel periodo primaverile il caldo si faceva sentire, ciò non impediva ai veneziani di recarvisi e di confondersi da fra la gente. Ludmilla cercò di dirle che con se non aveva molto denaro ma la signora la interruppe ed alterata le disse <<Scolta putela, la roba te la ciapi solo se te me paghi, gheto capio?>>. La donna si voltò per un istante e Ludmilla colse l'occasione per prendere la verdura e scappare. La donna iniziò improvvisamente ad urlare <<Al ladro al ladro, quela putàna la me ga derubà ... ciapela>>. Ludmilla corse e nel correre urtò un frate fra i banchi del pesce e dopo qualche metro, nascosta fra le ceste di grano, si rese conto di essere seguita da un gruppo di uomini in uniforme; gli sgraffoni (*).

Attraversò qualche isolato con fatica e; con il respiro affannato fra Calle de Toscana e Calle dell'Arco, notò di averli seminati. Li per li pensò a ciò che aveva fatto e di come fosse stata fortunata. Pensò a come gli sgraffoni avessero potuto prenderla, rinchiuderla in una cella e probabilmente bruciarla in Piazza San Marco per stregoneria, affibbiandole reati impensabili. Riprese fiato e s'incamminò verso casa quando fu attirata da una lettera che fluttuava nell'aria. Era fradicia e l'inchiostro era quasi sbiadito ed incuriosita cercò di aprirla senza farsi notare. All'interno, oltre ad un petalo d'una calla, vi era un messaggio chiaro e conciso: - Salgemma, mercoledì all'alba, Chiesa di San Zaccaria -.

Chi voleva incontrarla e qual'era la ragione di tale incontro?

(*) Osela - Moneta veneziana cognata dalla Repubblica della Serenissima nel 500

(*) Sgraffoni - Poliziotti veneziani da terra istituiti dalla Serenissima

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