Capitolo III - I Putti Ammalati

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Venezia Luglio 1575, Chiesa di San Zaccaria

Il sole splendeva sulla laguna dalle prime ore del mattino e il cielo era addobbato da nuvole all'apparenza soffici e voluminose. Ludmilla si trovava al centro della piazza, davanti alla facciata della chiesa; volta a scrutare il fondo d'un pozzo li eretto. Fissava la sua immagine riflessa nell'acqua e notava come fosse diversa dall'immagine reale. Non vi erano errori od imperfezioni visibili, pareva una musa greca. Intenta a non piangere inutilmente alzò lo sguardo e li notò una figura incappucciata nascosta dietro una colonna corinzia di Palazzo Berton. Pareva goffa ma a sfavore della sua curiosità non poteva osservarne il viso. Si muoveva a passo felpato come se non volesse essere vista o notata dalla gente che passava. Si fermò nuovamente ma stavolta la indicò. Ludmilla non fu in grado di recepire il messaggio a pieno e li per li pensò si trattasse d'un brigante con mali intenzioni. Presa dal panico entrò in chiesa e si nascose nel confessionale. Sperò che la figura sconosciuta non l'avesse vista, ma non fece in tempo a pensar che sentii la porta aprirsi. Iniziò a pregare ogni santo fissando l'immagine di Cristo appesa sull'altare e presa dallo sconforto si mise a piangere. La figura la sentii e si avvicinò a passo veloce verso il suo nascondiglio e poi violentemente aprì la porta.

Nero

Ludmilla rinvenne e riaprì gli occhi. Poteva ammirare sopra di lei un soffitto affrescato, una meraviglia che una come lei non poteva frequentemente apprezzare. Putti e angeli s'innalzavano sopra di lei e con fare armonioso le sorridevano. L'immagine celestiale fu interrotta dalla presenza d'una mano che volteggiava nell'aria; una mano costituita nella sua intera superficie di pustole che spruzzavano pus. Ludmilla alla vista dell'orripilante immagine rabbrividì e con uno scatto sobbalzò dal pavimento allontanandosi dalla mostruosa creatura. << Salgemma >> le disse << ti ricordi di me? >>. Ludmilla iniziò a riflettere ma non riuscì a dare un nome alla creatura. Fu li che la creatura mise la mano nella tasca del soprabito e tirò fuori un lenzuolo sporco ma di buona fattura. La vecchia creatura con voce stridula disse << Salgemma, io sono Clotilde Zerni, la balia che t' ha allevato nelle prime settimane di vita>> e continuò << Sono stata io a mandarti la lettera e se sei qui è perché ho bisogno di dirti la verità sul tuo passato e su quella che sei >>. Ludmilla rimase schiva e imperscrutabile agli occhi della donna. La vecchia sibilò qualche parola quando fu interrotta dalle campane di San Marco e dalle urla dei veneziani; era arrivata la Peste. La vecchia dopo averle preso la mano, le mise un foglio accartocciato sul palmo ed incappucciata si dileguò lasciando la giovine turbata e pietrificata.

Cosa ma avrebbe dovuto raccontarle?
Di quale verità starà parlando la signora Zerni?

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