•Nel covo del nemico•

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Dopo quell'attimo di felicità io e Draco tornammo a concentrarci sulla missione, ma con una nuova determinazione. Nelle nostre menti c'era un unico pensiero costante: prima fossimo riusciti a catturare i Mangiamorte, prima avremmo potuto adottare Teddy e iniziare una nuova vita insieme. Narcissa invece portò il bambino a giocare in giardino, perchè la giornata si preannunciava veramente soleggiata e calda, e Teddy dopo la magnifica notizia aveva voglia di divertirsi.
Osservammo le telecamere per l'ennesima volta, ma la scena era sempre la stessa, pochi Mangiamorte che chiacchieravano tra loro, mentre gli altri mancavano.
«Non mi convince: o la risoluzione delle telecamere è brutta, o quelli non sono loro. Le immagini sono troppo sfuocate.»
Draco guardò attentamente i video, e poi sorrise sarcastico.
«Quelle che vediamo sono sicuramente riproduzioni. Quegli stronzi devono essere partiti tutti per cercarci.»
Guardando con più attenzione mi resi conto che aveva ragione.
«Pensi che dovremmo chiamare in ufficio?»
Draco scosse la testa, mentre cercava di ragionare.
«Non saprei. È da un po' che non aggiorniamo Edward, ma allo stesso tempo vorrei evitare che Alan venisse a sapere dove siamo nascosti...»
Iniziò a camminare avanti e indietro per quello che avevamo trasformato nel nostro studio di lavoro, e il mio sguardo non lo lasciò neanche un istante, troppo attratto dalla bellezza e dall'intelligenza di quell'uomo.
«Ci sono!»
Draco mi prese per mano e mi alzò dalla sedia.
«Ci smaterializziamo direttamente nell'ufficio di Mason, così nessuno verrà a sapere della nostra presenza.»
Io annuii, provando invidia per non averci pensato per prima. Era una cosa così ovvia.
«Allora andiamo.»
Tenendoci per mano ci smaterializzammo nell'ufficio del capo, che appena ci vide scattò in piedi per lo spavento.
«Santo cielo ragazzi! Potevate almeno avvisarmi che sareste venuti! Non ho più l'età adatta per provare certe emozioni!»
«Scusa Edward, ma dovevamo aggiornarti e questo ci sembrava il modo migliore.»
Lui sembrò rilassarsi e ci fece cenno di sederci. Quando ci fummo sistemati, sulle stesse sedie della prima volta che io e Draco ci eravamo visti dopo quattro anni, Mason andò a versare tre bicchierini di brandy e poi ce li porse. Essendo incinta, però, dovetti rifiutare.
«Scusa, io non bevo mai all'ora di pranzo.»
Lui sembrò un po' disorientato all'inizio, ma poi con un'alzata di spalle si sistemò dall'altra parte della scrivania.
«Allora ragazzi, cosa dovete dirmi?»
Mentre Draco sorseggiava il suo brandy, io lo informai delle ultime notizie che avevamo dei Mangiamorte. Dissi che durante la fuga dall'Irlanda non avevamo smesso neanche un istante di tenerli sotto controllo, che a Belfast ne erano rimasti pochi, che gli altri invece erano sulle nostre tracce, e che sapevamo per certo che non ci avevano ancora trovato. Gli spiegai anche dove ci eravamo rifugiati, ma tralasciai quello che avevamo scoperto sulle telecamere, nel caso ci fossero nell'ufficio dei microfoni.
«Capisco, e siete sicuri che il Malfoy Manor sia il posto adatto dove stare?»
«È l'unico posto che ci è venuto in mente.»
mentre io parlavo, Draco sembrava pensare ad altro, come se avesse percepito qualcosa di strano. E non aveva neanche bevuto il suo brandy, nonostante prima mi fosse sembrato che lo stesse sorseggiando. Aveva una tale capacità di fingere che aveva fregato pure me. Continuava a guardare il capo con sospetto, e dal suo sguardo capii tutto: gli stava leggendo nella mente, e qualcosa mi diceva che avevo fatto una cazzata a parlare troppo. Mason sembrò accorgersi degli occhi di Draco puntati su di lui.
«C'è qualcosa che non va, Draco?»
«Tu non sei Edward Mason, vero? No, certo che no, Alan.»
Sul viso del capo comparve un sorriso sprezzante, e io non ci pensai due volte. Presi la bacchetta che tenevo nella borsa e la puntai contro il capo, ossia Alan.
«Che ne hai fatto di Mason, Alan? O no, scusa...dovrei chiamarti Andrew.»
Lui scoppiò a ridere e riprese le sue sembianze originali.
«Ah, allora sapete chi sono, molto interessante. Comunque l'ho ucciso e mi sono impossessato del suo corpo. E per vostra informazione, i Mangiamorte non sono più in Irlanda: quelle che vedevate nelle telecamere erano solo delle loro riproduzioni. Ora, se non vi dispiace, ho un paio di notizie da dare ai miei amici.»
Ebbi solo un secondo per guardare Draco, poi, capendo cosa stava per fare Andrew, lanciai la maledizione Imperius, anche se era stata proibita per legge. Io stessa non avrei voluto utilizzarla, ma era l'unico modo per fargli fare ciò che volevo.
«Imperio!!»
Greyback si bloccò sulla sedia, come sotto ipnosi.
«Bene Andrew, non volevo arrivare a questo, ma non ho intenzione di lasciarti andare tanto facilmente. Ora farai tutto ciò che ti dirò, è chiaro?»
Sapevo che per quel tipo di incantesimo ci voleva molta determinazione e molta forza, quindi mi concentrai al massimo, creando un contatto visivo con il Mangiamorte. Andrew annuì, rispondendo al mio comando.
«Perfetto, prima di tutto voglio sapere dov'è il covo dei Mangiamorte. Hai detto che non sono più in Irlanda, e allora dove si nascondono?»
«Si trovano nella tenuta di campagna dei Greengrass, protetti dalla famiglia della signorina Astoria.»
Astoria, dovevo immaginare che centrasse pure lei. Draco si mosse sulla sedia, a disagio. Quella ragazza aveva rovinato per quattro anni la vita ad entrambi.
«E perchè la signorina Greengrass vi ha offerto protezione?»
Automaticamente strinsi una mano di Draco, per farmi coraggio.
«Perchè dopo la fine della scuola Malfoy l'ha accusata di avergli rovinato la vita, l'ha derisa pubblicamente per vendicarsi di lei, e ha offeso il buon nome della sua famiglia con tutte le altre famiglie Purosangue.»
Io guardai il mio ragazzo stupita. Perché non ne sapevo niente di questa storia?
«Che c'è? Se non fosse stato per la sua cazzo di pozione noi staremmo insieme già da quattro anni. Dovevo pur fare qualcosa per vendicarmi.»
Scossi la testa trattenendo a stento un sorriso e tornai a concentrarmi sul traditore, perché altrimenti avrei rischiato di spezzare l'incantesimo.
«Ok, Andrew. Adesso ci smaterializzeremo dai Greengrass, e voglio che tu faccia esattamente come ti ordinerò. Se non farai come detto, non esiterò ad ammazzarti come un verme.»
Draco fece il giro della scrivania e con un incantesimo bloccò i polsi della feccia con delle manette. Io lo raggiunsi e gli strinsi un braccio.
«Pronto ad entrare nel covo del nemico?»
«Si, andiamo.»
Una volta che ci fummo smaterializzati, davanti a noi comparve l'enorme villa della famiglia di Astoria.
«Ok tesoro, se vogliamo sopravvivere dobbiamo bleffare, quindi tienti pronto a darmi una mano.»
Suonai al campanello del portone, e subito davanti a noi comparvero dei Mangiamorte, tra cui Richard, il cugino di Draco.
«Ma guarda chi si vede. Che ci fate qui?»
Mentre Draco teneva fermo Greyback, io puntai la mia bacchetta contro di loro.
«Siamo qui per parlare. Il vostro compagno è sotto la maledizione Imperius, e quindi sotto il mio controllo, vero Andrew?»
Per confermare ciò che dicevo, il Mangiamorte si mise sull'attenti.
«Ai suoi ordini.»
Mi avvicinai di più al portone e li scrutai con odio puro. Era il momento di far venir fuori la Guerriera che era in me.
«Fateci entrare, e io libererò il coglione dall'incantesimo. Provate ad attaccarci, e io ucciderò il vostro amico, e con lui morirà anche la possibilità di sapere dove si nasconde il bambino. Allora, ci fate entrare?»
Li vidi confabulare tra loro, mentre uno di loro andava a parlare al loro capo, Antonin Dolohov. Quando il portone si spalancò, io e Draco entrammo. Era una missione suicida, ma valeva la pena tentare. Dopo un vasto viale alberato l'enorme casa si fece sempre più imponente. Varcata la soglia della villa cominciai a sudare freddo, perchè eravamo in mano ai nemici, e tutto dipendeva dalle mie azioni. Fummo portati nel salotto, dove oltre a tutti i Mangiamorte c'era anche la famiglia Greengrass al completo. Dolohov ci venne incontro sorridendo.
«Salve Granger. Cosa vi porta qui?»
« Voglio solo parlare, ma prima...»
Con un movimento veloce della mano li privai delle loro bacchette.
«Non me ne vogliate signori, ma noi siamo in due, mentre voi in sedici. La mia è pura precauzione.»
Prese le bacchette mi rivolsi al rampollo ipnotizzato.
«Andrew, ti prego di raccontare ai tuoi compagni quello che ti abbiamo detto.»
Come una macchinetta Greyback cominciò a parlare.
«So dove hanno nascosto il bambino. L'hanno portato al Malfoy Manor, e hanno applicato un incantesimo di Protezione sulla casa. Inoltre hanno scoperto che io sono la vostra spia, e che ho ucciso Edward Mason, e non hanno bevuto il brandy avvelenato.»
Se i Mangiamorte erano rimasti sconvolti dal fatto che li avessi privati delle loro bacchette, il loro capo sembrava tranquillissimo.
«Al Malfoy Manor...e perché dovrei crederci, signorina Granger? D'altronde il ragazzo è sotto il vostro controllo, e tutto quello che ha detto potrebbe essere un mucchio di stronzate.»
Io scoppiai a ridere, dimostrando una spietatezza che non era da me. Vidi i loro volti contrarsi dalla paura, perché senza bacchette non erano niente. Richard invece sorrideva senza farsi vedere, mentre Astoria e la sua famiglia approfittarono del momento per scappare al piano superiore.
«Mettiamola così, signori. Noi siamo qui per offrirvi un accordo: voi volete il bambino, noi vogliamo voi. Potremmo catturarvi all'istante, ma non lo faremo. Tra tre giorni, al Malfoy Manor, ci scontreremo in battaglia. O accettate questa condizione, o vi arrestiamo ora. Allora, cosa dite?»
La mia era pura follia. Potevo prenderli subito e mi sarei risparmiata qualsiasi casino, ma volevo dare la possibilità a Richard di unirsi a noi, e a Draco di battersi contro quelli che gli avevano rovinato la vita per anni.
«Va bene, accettiamo. Tra tre giorni, all'alba.»
Avevo vinto questa prima partita, per ora. I miei occhi incontrarono quelli di Draco, che mi osservava con un misto di soddisfazione e di paura. Capii subito il perché della paura nei suoi occhi: l'effetto dell'incantesimo era svanito, e Andrew era libero e armato di bacchetta, e la stava puntando sul mio ragazzo. La mia bacchetta doveva assolutamente restare puntata sui Mangiamorte, che altrimenti avrebbero potuto colpirci con altre armi. Per fortuna però, avevo avuto l'intelligenza di lasciare a Richard la bacchetta, e nessuno se n'era accorto. Lui silenzioso si avvicinò a me, e quando le mie labbra sussurrarono un vai, lui attaccò. Puntò l'arma contro la schiena di Andrew e lo uccise con l'Avada Kedavra. Nel caos che la sua azione provocò io lo presi per mano, afferrai il braccio di Draco e lo spinsi dietro di me, vicino al corpo senza vita di Greyback. Poi creai una barriera di protezione tra noi e i Mangiamorte.
«L'ha ucciso.»
Antonin Dolohov alzò il pugno contro di noi, il volto contratto dalla rabbia.
«Stava per rovinare l'accordo. Tre giorni, al Malfoy Manor, Dolohov, non un giorno di più.»
Gli lanciai addosso le bacchette, e nel mentre vidi Astoria entrare nel salotto. Le sorrisi beffarda e poi strinsi i polsi dei due cugini, smaterializzandomi al Manor.
«Ma dico...siete impazziti!?»
Richard si sedette sul divano del salotto, passando lo sguardo da me a Draco.
«Perchè non li avete presi? Li avevate in pugno.»
Il mio cuore tornò a battere normalmente, e l'adrenalina del momento scomparve.
«In quel caso avremmo dovuto catturare anche te, razza di idiota. Hermione ti ha solo evitato di finire ad Azkaban.»
La mia mente stava già lavorando su ciò che era da fare entro i tre giorni, e il loro battibecco non mi aiutava per niente.
«Ragazzi, basta litigare. Draco, dobbiamo assolutamente avvisare gli altri Auror, in modo tale che vengano a darci una mano. I Mangiamorte non combatteranno in dodici. Chiameranno sicuramente tutte le famiglie che sono rimaste fedeli a Voldemort anche dopo la sua morte, vero Richard?»
Lui annuì in risposta.
«Si, e ora che sanno dove siamo non credo che attenderanno tre giorni. Se ci danno due giorni di tregua è già tanto.»
«Lo so, ed è per questo che dobbiamo avvisare gli altri Auror subito.»
Draco non se lo fece ripetere due volte: prese il cugino per un braccio e insieme sparirono davanti ai miei occhi. Io allora corsi fuori da Narcissa e Teddy, che stavano facendo un picnic in giardino.
«Narcissa, ti posso parlare un secondo?»
Lei si alzò e insieme ci allontanammo dal bambino, che rimase insieme alla cameriera.
«I Mangiamorte sanno che siamo qui. Glielo abbiamo detto noi, e li affronteremo entro tre giorni.»
«Capisco...verranno al Manor?»
Non sembrava spaventata, anche se dalla voce colsi un po' di trepidazione.
«Si, ma voglio che tu mi prometta una cosa. Promettimi che starai insieme a Teddy, che lo proteggerai, e che, qualunque cosa accada, ti prenderai cura di lui.»
«Ma Hermione...»
«Ti prego, promettimelo.»
Dovevo avere la certezza che se anche fossi morta, Teddy non sarebbe rimasto solo di nuovo.
«Te lo prometto, mia cara.»

Spazio autrice: Eccomi qua con un nuovo capitolo!! Scusatemi se vi ho fatto aspettare tanto, ma la scuola mi sta impegnando un casino. Comunque...fatemi sapere con voti e commenti cosa ne pensate del capitolo!! Ora...vi è piaciuta questa versione 'spietata' di Hermione? E cosa ne pensate della promessa fatta da Narcissa? Di certo non preannuncia nulla di buono. Che dire...per scoprire come andrà avanti dovrete aspettare il prossimo capito.
Ciaooo!!!

Giada

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