•In fuga•

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Alle cinque del mattino Draco si svegliò, le ferite completamente sparite dal suo corpo. Ormai tutto era pronto: avevo sistemato le valigie nella macchina e messo quanta più roba possibile nella mia borsetta magica. La stanchezza di più di 24 ore senza dormire cominciava a farsi sentire, ma non potevo ancora rilassarmi, non ora che avevamo dodici Mangiamorte alle calcagna. Dopo aver fatto fare la doccia a Teddy e averlo messo a dormire un po', mi ero lavata anche io, e poi avevo finito di sistemare tutto. Quando si era svegliato, Teddy mi aveva abbracciato e mi aveva ringraziata, facendomi capire che tutto quello che stavo facendo era giusto. Aiutai sia lui sia Draco a cambiarsi, poi mi sistemai anche io e ci preparammo a partire. Essendo ancora presto, la colazione l'avremmo fatta durante il viaggio. Una volta in garage, Draco cercò di entrare dalla parte del guidatore, ma io lo bloccai, lanciandoli al contempo uno sguardo severo.
«Non ci provare per nessuna ragione al mondo. Per adesso guido io.»
Lui sbuffò ma mi lasciò il posto, quindi io, dopo aver sistemato la cintura a Teddy, salii dalla parte del guidatore e partii, senza guardarmi indietro. Imboccai la strada principale, osservando il sole che stava appena spuntando a est, donando al cielo dei colori magnifici. L'alba, così rara da riuscire a vedere perché si manifesta in un orario in cui tutti sono ancora immersi nel mondo dei sogni, eppure così straordinariamente bella.
«Hai ancora il computer per spiare i Mangiamorte?»
Annuii, tornando a concentrarmi sul grigio dell'asfalto, e poi scalai la marcia.
«È sul sedile vicino al bambino.»
Guardai attraverso lo specchietto retrovisore e mi accorsi che Teddy si era riaddormentato. Mi faceva tenerezza pensare che dopo tutte le cattiverie che aveva subito, dopo tutte le notti passate sveglio per la paura di essere picchiato da un momento all'altro, finalmente poteva riposare tranquillo. Perché ora c'eravamo io e Draco con lui, a proteggerlo.
«Hai letto la lettera, Herm?»
Sorrisi debolmente, ripensando alla sua calligrafia ordinata e alle sue parole toccanti.
«Si, e sono felice che tu abbia cambiato idea.»
Accellerai e superai una macchina.
«Non ho mai cambiato idea. Avevo solo paura di ammettere ciò che pensavo.»
Lo fissai negli occhi, cercando di interpretare le sue parole.
«Cosa intendi?»
«Che ti amo e voglio crescere il bambino con te. Che per me sei come l'aria: senza non vivrei. Che sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita; tu e il pargoletto nella tua pancia. Quando mi hai detto di essere incinta ho detto quelle brutte cose perché ho avuto paura.»
Mi prese una mano e la strinse, sorridendo debolmente.
«Dove andremo ora?»
La domanda più difficile, cui non sapevo rispondere.
«Non lo so, io pensavo di andare in Irlanda. I Mangiamorte probabilmente si aspettano che prendiamo il traghetto per tornare in Inghilterra.»
Lui annuì, pensieroso.
«In Irlanda...dovrei avere un amico che potrebbe ospitarci. Più tardi provo a chiamarlo.»
«No, meglio un motel.»
Continuai a guidare, senza staccare gli occhi dalla strada.
«Perché un motel?»
«Perché i Mangiamorte ti conoscono, e conoscono tutti i tuoi amici, buoni o cattivi. E andare a casa di uno di loro non sarebbe sicuro.»
Draco comprese le mie parole, quindi prese il cellulare.
«Cosa stai facendo?»
«Chiamo il capo.»
Mise in vivavoce, per darmi la possibilità di ascoltare la conversazione.
«Pronto?»
Draco si schiarì la voce.
«Buongiorno Edward, sono Malfoy. Scusa l'ora.»
«Draco! Tranquillo, tanto dormo poco. Dimmi tutto. Come va con la missione?»
Lui sospirò, arrabbiato con se stesso.
«Bene. Hermione ha salvato sia me che il bambino, era siamo in macchina.»
Il capo rimase in silenzio per qualche secondo.
«In macchina? Perché?»
Draco incontrò il mio sguardo, cercando aiuto per rispondere. Tipico suo: era bravo nell'azione ma non con le parole.
«Ciao Edward. Stiamo andando in Irlanda perchè ormai i Mangiamorte sanno chi siamo, e poiché abbiamo preso il bambino ci stanno alle calcagna.»
«E dove starete?»
Perché tutti facevano la stessa domanda?
«Io pensavo intanto di arrivare fino a Dublino, e poi trovare un porto dove prendere il traghetto. Ma è ancora tutto vago. Per adesso stiamo pensando ad allontanarci il più possibile dai Mangiamorte.»
Edward inspirò rumorosamente.
«Quindi state fuggendo?»
«Si. Prima voglio portare Teddy al sicuro, poi penseremo a catturare i Mangiamorte.»
«Va bene. Tenetemi aggiornato. Ciao!»
Draco interruppe la telefonata, e poi mi accarezzò una gamba.
«Lo spirito di mamma si fa sentire?»
Io sorrisi flebilmente, guardando il bambino dormire angelicamente.
«È che solo immaginare che cosa ha dovuto sopportare Teddy mi fa male, e voglio che sia finalmente al sicuro.»
Appena vidi l'insegna di un autogrill mi fermai.
«Sei stata straordinaria, ieri sera.»
«Grazie.»
Scesi dall'auto e poi andai a sedermi vicino a Teddy.
«Ehi Teddy. Ti va un cornetto al cioccolato?»
Lui annuì senza aprire gli occhi.
«Si, mammina.»
Rimasi letteralmente senza parole: mi aveva appena chiamata mamma. Mi girai verso Draco, che sorrise alla mia espressione sconvolta.
«Te l'avevo detto. Ti stai comportando come una madre per lui.»
Cercai di riprendermi il più velocemente possibile dallo shock iniziale, e istintivamente mi appoggiai una mano sul ventre.
«Teddy. Se non ti svegli non potremo prendere il cornetto...»
Il bambino spalancò immediatamente gli occhi, sorridendo felice.
«Cornetto al cioccolato!»
Saltò in braccio a Draco e insieme entrammo nell'autogrill. Ci avvicinammo al bancone e una cameriera si rivolse a noi.
«Un cappuccino, due cioccolate con panna, e tre cornetti al cioccolato, grazie.»
La ragazza ci portò subito la nostra ordinazione, e poi ci sedemmo in un tavolino vicino alla vetrina.
Teddy iniziò a mangiare di gusto il suo cibo, gustandosi la cioccolata con la panna. Quella scena non potè che farmi sorridere. Bevvi un paio di sorsate della bevanda calda, senza distogliere lo sguardo dal corpicino esile del figlio di Lupin.
«È buono?»
La voce di Draco mi arrivò così dolce, mentre si rivolgeva al bambino. Teddy annuì, con la bocca sporca di panna e cioccolato.
Quando finimmo di fare colazione Draco pagò e nel mentre io accompagnai Teddy in bagno. Una volta tornati in macchina, il bimbo mi prese la mano.
«Ti metti vicino a me?»
Io gli accarezzai i capelli, che stavano cominciando a cambiare colore come quelli di sua madre.
«Certamente.»
Lo aiutai a mettersi la cintura e poi mi sistemai vicino a lui; Draco nel frattempo mise in moto l'auto e si immise nuovamente in autostrada.
«Destinazione Dublino, quindi?»
«Si. Cerchiamo un motel e poi decideremo come procedere.»
Strinsi la manina di Teddy e chiusi gli occhi, sopraffatta dalla stanchezza accumulata in 24 ore passate senza riposare. Mentre la macchina correva verso sud, io sognai di essere in una casa fuori Londra. Stavo allattando un piccolo bambino appena nato, mentre Draco giocava a scacchi con Teddy. Il piccolo continuava a succhiare con avidità, facendomi il solletico.
«Mamma, perché Scorpius ha tanta sete?» Mi chiese Teddy con la sua flebile vocina.
«Perché ha tanta tanta fame, tesoro. E bere il latte della mamma lo aiuta a non essere affamato per qualche ora.»
Il bambino con i capelli mutevoli rise di felicità, mentre Draco osservava me e il neonato con occhi carichi di amore. Poi ad un tratto qualcuno bussò alla porta, e Teddy corse ad aprire. Immediatamente ebbi un brutto presentimento, e scattai in piedi con il piccolo in braccio.
«Tesoro non aprire...»
Ma era troppo tardi. Il bambino spalancò la porta, e subito fu colpito da un incantesimo. Capii quale incantesimo non appena lo vidi accasciarsi a terra, privo di vita.
«Nooooo Teddy!!!»
Corsi verso il corpicino senza vita del bambino, mentre Draco inseguiva l'assassino in fuga.
«Teddy ti prego, non mi lasciare. Teddy!!!» Urlai il suo nome, mentre le lacrime di scendevano copiose a rigarmi le guance. Qualcuno mi scosse le spalle, e io spalancai gli occhi. Vicino al mio viso c'erano degli occhioni verdi che mi scrutavano dolcemente.
«Io non ti lascio, mammina. Ti voglio bene.»
Senza preavviso delle lacrime cominciarono a rigarmi il volto mentre abbracciavo Teddy, come nel sogno. Si, perchè quello era solo un sogno, un bruttissimo sogno. Strinsi il bambino a me e incontrai lo sguardo di Draco nello specchietto retrovisore.
«Tutto bene, Herm?»
Annuii debolmente e guardai fuori dal finestrino.
«Dove siamo?»
«Tra un'oretta dovremmo arrivare a Dublino. Cerca di riposare abcora un po'.»
Quando arrivammo a destinazione, però, era pomeriggio inoltrato, perché Draco, per far perdere le nostre tracce, aveva avuto la grande idea di uscire dall'autostrada per percorrere le stradine meno conosciute. Visto che Teddy stava dormendo come un angioletto tornai a sedermi davanti, in modo da aiutare il Furetto a trovare un motel. Girammo la città in lungo e in largo per tutto il pomeriggio, fermandoci in vari motel che non avevano posti liberi. Quando ormai cominciavamo a perdere le speranze, Teddy era sveglio e vivace, e  guardava fuori dal finestrino come incantato da quella nuova città.
  «Draco guarda!!! Un altro hotel!»
Non era molto carino come posto, e non ispirava assolutamente fiducia, ma era meglio che niente. Draco parcheggiò l'auto ed entrò nella reception. Dopo circa dieci minuti tornò da noi, scuro in volto.
«Ho una buona e una cattiva notizia.»
Io sbuffai sonoramente, mettendomi le mani nei capelli per la frustrazione. «Quali sono?»
Teddy sporse il suo visino tra i nostri posti, incuriosito dalla discussione.
«La buona è che hanno una camera libera. La brutta è che l'hotel fa schifo.»
La mia attenzione si era bloccata a 'una stanza libera'. Non mi interessava che fosse bello. Mi bastava avere un posto in cui dormire e in cui nasconderci.
«Va bene lo stesso. Andiamo?»
Senza aspettare una risposta scesi dalla macchina e presi in braccio Teddy. Subito sentii i passi di Draco dietro di me, e quando entrai fui accolta calorosamente da una anziana donnina.
«Buonasera signorina. Lei è con il signore?»
«Si, può darci le chiavi della stanza libera?»
Tornando alla reception, la vecchina prese delle chiavi e me le porse.
«Se doveste avere fame, tra un'ora apriamo la sala pranzo.»
Dopo che Draco ebbe pagato salimmo al piano superiore. La stanza effettivamente non era bellissima, ma un po' di magia l'avrebbe sicuramente sistemata. Feci sedere sul letto Teddy e poi tirai fuori dalla borsa la mia bacchetta. Nel giro di pochi istanti le pareti ammuffite furono sostituite da un allegro color crema, mentre al posto delle vecchie coperte di lana comparvero delle morbide coperte di mille colori.
«Ah...ma allora sei ancora la secchiona che conosce tutti gli incantesimi del mondo.»
Draco mi accarezzò il ventre, appoggiando la mano dove presto si sarebbero notati i primi segni della gravidanza.
«Dici che anche nostro figlio sarà bravo come la mamma?»
La sua voce dolce mi provocò un'emozione pazzesca. Posando lo sguardo verso il letto, notai che il figlio di Lupin si era di nuovo addormentato.
«Potrebbe essere. E dal papà cosa prenderà?»
«Non importa cosa prenderà da entrambi, se sarà maschio o femmina...purché viva in salute e sia felice.»
Non riuscendo a trattenermi oltre lo baciai, assaporando quelle labbra che tanto mi erano mancate.
«Mamma, papà...dove siete?»
Mi staccai di colpo dal corpo familiare di Draco, sentendo la flebile vocina di Teddy. Quando però mi avvicinai a lui, notai che in realtà il bimbo stava parlando nel sonno. Gli accarezzai i morbidi capelli, mentre Draco mi appoggiava le mani sulle spalle e si abbassava vicino a me ai piedi del letto.
«Non è adorabile? Chissà quanto gli mancano i genitori...»
Con la mente tornai al periodo in cui anche io ero senza genitori, senza una famiglia pronta a sostenerti in tutto. Era una sensazione orribile, come un vuoto nel petto, come se ti mancasse una parte di te. L'idea che un bambino di cinque anni dovesse provare tutto questo, desiderando dei genitori cui però non poteva dare dei volti, non avendo avuto la possibilità di conoscerli, era straziante.
«So a cosa stai pensando, Hermione.»
Continuando ad accarezzare Teddy, appoggiai la testa contro il petto di Draco, sopraffatta da mille emozioni.
«Non posso pensare che una volta arrivati a Londra questo bambino sarà di nuovo solo.»
Draco mi baciò i capelli, lasciandomi tenere carezze sulla schiena, per fermare i miei singhiozzi incontrollati.
«Non dovrà essere solo per forza, se ci saremo noi con lui, non credi?»
Mi accoccolai tra le sue braccia, vicino al corpicino addormentato di Teddy.
«Dici sul serio?»
«Si...io credo che, quando tutte quelle feccie saranno di nuovo ad Azkaban, potremo finalmente essere una vera famiglia, e penso che Teddy potrebbe trovarsi bene con noi due.»
Non avevo mai smesso di amare Draco, questo ormai era più che chiaro ed evidente, sapevo che in realtà aveva un cuore d'oro, e quell'affermazione ne era la conferma.
«Te lo prometto, amore mio. Quando non dovremo più fuggire, quando torneremo a Londra e avremo catturato tutti i Mangiamorte, ti sposerò, e adotteremo questo bambino che in tutti questi anni di vita ha sofferto troppo. Ti prometto che farò da padre sia a Teddy che al piccolo che cresce dentro di te. E ti prometto che questa volta nulla potrà dividerci.»

Spazio autrice: Ciao a tutte!!!! Ho fatto un po' di fatica ad aggiornare oggi ma ce l'ho fatta!! Quindi...fatemi sapere con voti e commenti se il capitolo vi è piaciuto! Anche voi avete iniziato oggi la scuola? Nel qual caso...come è stato il vostro primo giorno di scuola? Il mio è stato traumatizzante. Riguardo il capitolo, cosa pensate di quello che ha promesso Draco? Al prossimo capitoloo!! Ciaooo!!

Giada

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