•Malfoy Manor•

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Passammo una settimana a Dublino, dividendo il tempo tra passeggiate per la città e ore passate davanti al computer a spiare le mosse dei Mangiamorte. Sapevamo che alcuni erano rimasti a Belfast, mentre altri erano stati mandati a cercarci, senza però capire dove eravamo finiti. Durante questa settimana il rapporto mio e di Draco con il piccolo Teddy si intensificò molto, tanto che lui cominciò a chiamarci mamma e papà, come se la cosa gli venisse spontanea. Quando giunse il momento di imbarcarci per lasciare Dublino e l'Irlanda, pensai che stavo per tornare a casa, che la nostra avventura stava per concludersi, almeno una parte. Avevamo salvato Teddy dalle grinfie dei Mangiamorte, ma restava ancora da catturare i bastardi e spedirli in prigione.
Mentre il traghetto procedeva lento sulle onde del mare, io, Draco e Teddy ci sistemammo in una cabina per sfuggire al freddo pungente di marzo. Anche se avevamo dodici Mangiamorte che ci cercavano, e nonostante non potessimo più fidarci nemmeno dei colleghi, ero felice, perché grazie a questa missione avevo ritrovato il mio primo e unico vero amore, che presto sarebbe diventato anche padre di mio figlio.
«A cosa pensi, Granger?»
Guardai oltre le vetrate il cielo nuvoloso, che prometteva pioggia.
«Penso a cosa ci aspetta una volta tornati a Londra. Non potremo andare in ufficio, perché sappiamo che quei bastardi hanno una spia che li informerebbe del nostro arrivo...»
Tornai a sedermi accanto a lui, mentre il bambino era impegnato a leggere un libretto per piccini che gli avevo comprato prima di partire.
«Beh...tu e Teddy verrete a stare a casa mia, e da li continueremo il nostro lavoro e ci terremo in contatto con il capo. Mi sembra l'unica idea plausibile.»
Senza distogliere lo sguardo dall'uomo che mi stava seduto accanto e che mi scrutava con interesse annuii, soppesando i pro e i contro del tornare nella metropoli.
«Mmm...non sarebbe meglio restare nascosti fuori città ancora per un po'? Che ne so...potremmo andare a Hogwarts. Li saremmo al sicuro e potremmo svolgere il nostro lavoro indisturbati.»
Draco scosse la testa, decisamente contrariato.
«No, conoscendoli, Hogwarts sarà il primo posto in cui andranno a cercarci. Cercheranno di entrare con la forza, e Teddy non sarebbe al sicuro li. L'unica cosa che possiamo fare è dire a Mason di mandare un gruppo di Auror a difendere la scuola.»
Sapevo che aveva perfettamente ragione, ma allo stesso tempo sentivo che per noi non era sicuro tornare a Londra. La mia mente vagava in cerca di una soluzione. Potevamo andare alla Tana, o a casa di Harry e Ginny o...
«Potremmo andare al Malfoy Manor, la casa della mia famiglia.»
La cicatrice al polso tornò a pulsarmi, ricordo indelebile di cosa mi avevano fatto in quella casa.
«Non credo che sia una buona idea. Come hai detto tu...sarebbe uno dei primi posti in cui andranno a cercarci. No...abbiamo bisogno di un posto più sicuro...»
«Il Quartier generale dell'Ordine della Fenice?»
«È stato distrutto.»
A inizio novembre, infatti, qualcuno si era introdotto nell'edificio e ci aveva appiccato un incendio, distruggendolo completamente e mettendo a rischio la vita di molti babbani. Il colpevole non aveva lasciato traccia, e si era dileguato nel nulla.
«Giusto, me ne ero completamente dimenticato. Allora dove?»
Già, dove potevamo andare per stare nascosti da quel branco di bestie?  Esisteva in Gran Bretagna un solo posto in cui potevamo essere al sicuro? Passammo tutto il viaggio ragionando su possibili posti in cui andare temporaneamente, senza però trovarne neanche uno. Amareggiata entrai in macchina. Non avevamo un posto in cui stare, e Londra non era sicura per noi.
«Vi va di andare a cena? Conosco un ristorante qui a Liverpool che non è per niente male.»
Mente il bambino saltellava felice sul sedile, io non riuscivo ad arrendermi all'idea di non riuscire a trovare un luogo conveniente alla nostra situazione, e di conseguenza avevo lo stomaco chiuso.
«Allora andiamo a cenare.»
In pochi minuti raggiungemmo il ristorante, e dopo aver detto le nostre ordinazioni io e Draco tornammo a discutere riguardo alla questione che richiedeva ancora una soluzione concreta, mentre Teddy continuava a leggere il libretto. Ancora non riuscivo a capire come facesse un bambino di soli cinque anni a leggere. «Io penso che a questo punto Malfoy Manor sia l'unica soluzione possibile. Con un po' di fortuna, i Mangiamorte non verranno a cercarci li.»
Mi misi le mani nei capelli, contrariata da quell'idea.
«Non credo che sia una buona idea, Draco. Insomma...casa tua è stata per anni il covo dei Mangiamorte. Sarebbe come portare Teddy nel loro quartier generale.»
La cameriera ci portò il cibo ordinato, quindi sospendemmo momentaneamente la discussione. Tagliai a Teddy la cotoletta, gli condii l'insalata, e poi mi concentrai sulla mia bistecca.
«Perchè non ammetti che non vuoi tornare in quella casa in quanto ti ricorda questa?»
Mi prese con forza il polso e appoggiò un dito sulla scritta 'Mezzosangue', ricordo tangibile della tortura subita da Bellatrix. Istintivamente nascosi la mano sotto il tavolo, confermando a Draco i suoi sospetti.
«So che quel ricordo fa male, Hermione, e lo capisco. Ma questa volta non ci sarà mia zia a farti del male. Ci sarà solo mia madre, pronta ad accoglierci a braccia aperte. Ti prego, fidati di me. Facciamo un tentativo, almeno, e se poi vediamo che non è sicuro, prendiamo e ce ne andiamo da un'altra parte. Ci stai?»
Incapace di esprimere a parole ciò che pensavo annuii e basta, e poi presi un boccone di carne e lo assaggiai. Non ero entusiasta al solo pensiero che avrei presto rivisto il luogo dei miei incubi, ma effettivamente era il posto più sicuro per noi e per Teddy. Quando uscimmo dal locale era ormai sera, e il bambino non si reggeva in piedi, stanco della lunga giornata passata in traghetto. Draco lo prese in braccio e lo sistemò in macchina, poi chiuse la portiera e prima che potessi entrare mi prese per un polso e mi strinse forte a se, facendo incontrare le nostre labbra in un dolce bacio.
«Andrà tutto bene, te lo prometto.»
Mi aprì la portiera e mi fece accomodare nel veicolo, quindi salì a sua volta e mise in moto l'auto.
«Ti consiglio di riposare, tesoro. Sarà un lungo viaggio per arrivare nello Wiltshire.»
Nonostante fossi stanca morta e desiderassi ardentemente di chiudere gli occhi, mi seccava lasciare Draco a guidare nel buio della notte senza alcuna compagnia.
«Non ho sonno, grazie.»
Tra di noi si creò un silenzio imbarazzante, quindi guardai fuori dal finestrino la campagna circostante. Come potevo essere di buona compagnia se me ne stavo in silenzio e senza proferire parola? Per dare fine a quel momento tutt'altro che confortevole dissi la prima cosa che mi venne in mente. 
«Cosa ti ha portato a diventare un Auror, Draco?»
Il mio era sì un tentativo di cominciare una conversazione, ma era anche curiosità, visto che avevo sempre pensato sarebbe diventato professore di Pozioni.
«Inizialmente volevo insegnare Pozioni ad Hogwarts. La McGranitt mi aveva anche offerto il posto di insegnante, ma...beh...volevo fare un lavoro che mi consentisse di aiutare la gente. Dovevo cercare di superare il senso di colpa che mi struggeva ogni volta che pensavo al modo in cui ti avevo persa, a quanto ero stato stronzo con te, al fatto di non aver dato una mano durante la guerra, e rischiare la vita in missioni impossibili mi era sembrato l'unico modo. Mi sono fatto conoscere per il mio carattere e per la bravura che ho sempre dimostrato nel mio lavoro, ma quando Mason mi proponeva di lavorare con te rifiutavo sempre, perché sapevo che tu non avresti voluto.»
Rimasi sorpresa dal suo discorso, incapace di formulare una frase. Mi aveva spiazzata.
«Mason ti aveva offerto di lavorare con me?»
Lui annuí senza distogliere lo sguardo dalla strada deserta.
«Si, e molte volte. Voleva che i suoi due migliori agenti lavorassero insieme, ma io ho sempre rifiutato, preferendo al lavoro di coppia quello individuale.»
«E perchè questa volta hai accettato?»
Lui mi guardò attentamente, soppesando le mie parole.
«Perchè per la prima volta in quattro anni ci aveva convocati entrambi, senza dirci con chi avremmo lavorato. Quando ti ho vista nel suo ufficio sono stato sopraffatto da mille ricordi, e nonostante abbia cercato di nascondere con l'indifferenza quello che ho sempre provato per te, non ho potuto fare a meno di accettare.»
Allora era vero che in quattro anni non aveva smesso di amarmi.
«In un certo senso l'hai fatto per egoismo, non credi?»
Volevo punzecchiarlo un po', per vedere cosa rispondeva. Lui sorrise sarcastico.
«In un certo senso Granger, si. Egoismo si perché appena ti ho vista non ho saputo resistere al tuo fascino e alla tentazione di riconquistarti. Ma anche perché conoscevo la storia di Teddy, e mi sentivo in colpa per la morte dei suoi genitori.»
Gli accarezzai una mano, notando la tristezza sul suo volto.
«Non è stata colpa tua, Draco. Non sei stato tu ad ucciderli.»
Lui frenò di colpo, accorgendosi appena in tempo del semaforo rosso.
«Certo, non li ho uccisi io, ma avrei potuto combattere dalla parte giusta, e invece ho tradito tutti per paura di quello che...che...Lord...V-Voldemort avrebbe fatto alla mia famiglia. Io ero lí, quando Lupin e Ninfadora sono stati uccisi dalla maledizione senza perdono. Li ho visto morire davanti ai miei occhi, Hermione, ma non ho fatto niente per evitarlo. Il minimo che potessi fare era salvare loro figlio.»
Quella parte della storia non la conoscevo. Draco non me l'aveva mai raccontata, e io non gliel'avevo mai chiesta. Solo ora mi rendevo conto di quanto lui avesse sofferto. Dalla sua bocca scapparono dei singhiozzi, mentre per la prima volta vedevo Draco piangere.
«Ogni volta che osservo Teddy, rivivo quel momento, rivedo i loro occhi privi di vita, i sorrisi sulle loro labbra mentre morivano mano nella mano.»
Il verde era scattato ormai da un pezzo, ma non avevamo nessuno dietro che ci esortasse a partire. Abbracciai Draco e lasciai che si sfogasse contro la mia spalla. Quando smise di piangere gli asciugai le guance e gli accarezzai i capelli sudati.
«Fa bene sfogarsi ogni tanto, amore mio. Non tenerti tutto dentro, perché fa male. Ora vieni al posto mio e riposati. Ne hai sicuramente più bisogno di me.»
Gli baciai la fronte e poi uscii, presi una boccata d'aria e aprii la portiera dalla sua parte. Senza protestare Draco mi lasciò il posto del guidatore e scivolò a sinistra, accanto a me. Proprio il fatto che lui non avesse nemmeno cercato di dissuadermi dal guidare al posto suo era una chiara conferma di quanto scosso fosse al momento.
«Grazie, Hermione.»
«Di niente, amore.»
La stanchezza si fece sentire, e presto Draco sprofondò nel mondo dei sogni. Quando il sole cominciava a fare capolino tra le colline verdi della campagna inglese, donando al cielo i colori fantastici dell'alba, fermai la macchina davanti a un tetro portone nero, che nel periodo di Voldemort si apriva solo con il Marchio. Guardai Draco che dormiva teneramente, la testa appoggiata al finestrino. Teddy invece teneva in mano il suo orsacchiotto, stringendoselo al petto. Come potevo svegliarli ora che dormivano senza fare incubi? Uscii dall'automobile e rabbrividii per l'aria fredda del mattino. Mi strinsi nel cappotto e poi osservai l'alto portone nero del Malfoy Manor. Sul lato destro c'era un maestoso campanello d'oro. Senza esitazione lo suonai e attesi una risposta, che non tardò ad arrivare.
«Chi è a quest'ora del mattino?»
Riconobbi subito la voce di Narcissa, la madre di Draco.
«Salve Narcissa, sono Hermione Granger. Insieme a me ci sono Draco e Teddy Lupin. Possiamo entrare?»
Invece di una risposta affermativa mi giunse una domanda inaspettata.
«Cosa ha Hermione Granger sul polso e chi gliel'ha procurato?»
Capivo il senso della domanda. Voleva essere sicura che fossi veramente io.
«Sul polso ho una cicatrice con la scritta 'Mezzosangue', che mi ha fatto Bellatrix per carpirmi informazioni sulla spada di Godric Grifondoro.»
Improvvisamente il portone si spalancò, e io di corsa tornai in macchina ed entrai nell'immenso cortile della villa. Un'altissima siepe divideva il prato dalla strada di ghiaia, che portava alla tenuta maestosa e al tempo stesso lugubre e tenebrosa. Rispetto a quando c'ero stata l'ultima volta, però, Narcissa ci aveva dato un tocco di colore, tapezzandola di fiori. All'entrata ci attendeva la donna, con i capelli biondi raccolti e una vestaglia a coprirle il corpo. Draco si era ormai svegliato, mentre il bambino dormiva ancora. Accostai il veicolo di fronte all'entrata, e insieme a Draco andai incontro a sua madre.
«Figliolo! Cosa vi porta qui così presto? Da quel che sapevo eravate in missione per salvare Teddy Lupin.»
Draco abbracciò calorosamente la madre, stringendola a se e accarezzandole la schiena.
«Infatti l'abbiamo salvato. Solo che adesso abbiamo dodici Mangiamorte che ci cercano. Abbiamo bisogno di un posto in cui nasconderci e...»
«Siete i benvenuti, ragazzi. Malfoy Manor è a vostra totale disposizione per tutto il tempo che vi occorrerà.»
Narcissa mi sorrise, beandomi dello stesso bellissimo sorriso di Draco. «Grazie, Narcissa.»
Lei mi abbracciò e poi guardò il figlio.
«Dov'è il bambino?»
Draco indicò l'auto.
«Sta dormendo.»
La madre sorrise e aprì la porta della villa.
«Credo che dormirà meglio su un letto, e sicuramente anche Hermione avrà bisogno di riposare.»

Spazio autrice: Ciao a tutti!!! Rieccomi con un nuovo capitolo! Cosa ne pensate? Fatemelo sapere con voti e commenti! Allora...Malfoy Manor, sarà stata una buona scelta? Cosa ne pensate del discorso di Draco? E del rapporto che si è creato con il bambino? Al prossimo capitolooo!!! Ciaooo!!❤❤

Giada

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