•Tra vita e morte•

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Prima che l'incantesimo mi colpisse ebbi giusto il tempo di vedere Draco correre verso di me urlando a squarcia gola affinché mi spostassi. I suoi occhi erano lucidi, carichi di terrore, ma il suo urlo mi arrivava lontano, come da un altro mondo. Intorno a me la battaglia continuava imperterrita tra Auror e Mangiamorte, ma io ero bloccata dalla paura e dalla sorpresa del gesto di Ron, e non riuscivo a muovere neanche un passo. Avete presente quando si dice che negli ultimi istanti di vita ti passano davanti tutti gli episodi che l'hanno caratterizzata? Tutti gli eventi, belli e brutti che siano? Ebbene si, è tutto vero. Mentre l'intensa luce verde, uscita dalla bacchetta di quello che credevo essere il mio migliore amico, viaggiava in aria verso la zona del cuore che batteva scalpitante e veloce, davanti ai miei occhi si susseguirono tutti gli episodi più significativi della mia esistenza: dalla nascita, a quella lettera ricevuta a undici anni con cui divenni in tutto e per tutto una strega, agli anni passati ad Hogwarts, alla mia storia d'amore con Draco, al mio bambino, alla missione per salvare Teddy. Tutto in pochi istanti, poi la Maledizione senza perdono mi colpì e io caddi a terra esamine. Sentii le forti braccia di Draco stringermi al suo petto, ma io non riuscivo a vederlo perché la vista cominciava già ad offuscarsi.
«Mi...dispiace, Dray. Io...ti amo. Prenditi...cura...di Teddy.»
Lui mi prese il viso e mi baciò, per l'ultima volta. Non ero triste, no. Ero felice perché stavo morendo tra le braccia del mio primo e unico amore. L'uomo che non avrei mai dimenticato, mai, dovunque fossi finita.
«Va tutto bene, Herm...io ti amo. Ti amerò per sempre.»
Una lacrima mi scese lungo la guancia, poi un'altra e un'altra ancora. Sorrisi un'ultima volta, alla cieca, per smorzare il dolore che sentivo provenire da Draco e quello che mi stava invadendo tutto il corpo. Poi chiusi gli occhi, e fu tutto buio. Ero morta? Si, era ovvio. Nessuno era mai sopravvissuto alla Maledizione senza perdono, a parte Harry. Sentivo ancora le voci dei miei compagni, ma non riuscivo a capire cosa dicessero, perché le parole mi giungevano distanti ed ovattate. Erano gli ultimi istanti di vita, altrimenti non avrei potuto sentirli. Quando le mie orecchie non udirono più niente e intorno a me il buio cominciò a regnare su tutto, capii che era finita. Era questa la morte? Questo significava morire? Buio eterno e silenzio, nient'altro che silenzio. Un'anima pensante e solitaria costretta a vagare nel buio, senza una meta precisa. Ad un certo punto fui investita da una luce acciecante, quasi fastidiosa, e vidi il mio corpo, le mie mani, i miei piedi, tutto. Indossavo ancora i vestiti della battaglia, le mie mani erano sporche del sangue di Dolohov, e sull'anulare sinistro c'era l'anello regalatomi da Draco.
«Ma dove mi trovo?»
«Sei nel Limbo.»
Quella voce, io la conoscevo. Ma non era possibile...
Lupin mi comparve davanti, tenendo per mano Ninfadora. Non erano cambiati per niente dall'ultima volta che li avevo visti.
«Professore, cosa ci facciamo qui?»
«Hermione, ti trovi in uno stato tra vita e morte, ma sta a te scegliere quale via prendere. Se non deciderai, però, sarai costretta a vivere qui per sempre, e la tua anima vagherà tormentata in cerca del tuo corpo.»
Io trattenni il respiro. Non ero ne morta, ne viva...ma com'era possibile?
«Come posso trovarmi qui? Dopo un Avada Kedavra dovrei essere morta, e invece mi trovo in questo posto...»
Cercai di stringere loro le mani, in un moto di disperazione, ma le mie braccia li passarono parte per parte. La consapevolezza mi giunse come una pioggia di acqua ghiacciata. Loro erano fantasmi, mentre io...no. Non ancora, almeno.
«Ora capisci? Qualcosa deve aver bloccato la potenza distruttiva dell'incantesimo, mandandoti però in uno stato, come dire...dormiente. In questo momento i tuoi amici avranno capito che sei in coma, perché da come puoi notare...tu respiri ancora. Ai loro occhi sei come...come la Bella addormentata nel bosco. Stai dormendo, ma allo stesso tempo non riesci a svegliarti. Il tuo è come un sonno senza fine.»
«E se non riuscirò a svegliarmi?»
Lupin mi sorrise tristemente.
«Qualcuno ti ama così tanto da averti dato la possibilità di sopravvivere all'Avada Kedavra. Cerca un modo per tornare indietro, per tornare da loro, dai tuoi amici, dal tuo amore, da...»
«...Teddy.»
I loro occhi si illuminarono non appena pronunciai il nome di loro figlio.
«Si, sappiamo quanto lo stai aiutando. Ti osserviamo sempre, anche se non puoi vederci. E dobbiamo ringraziarti per come ti sei presa cura di lui. L'hai fatto esattamente come l'avremmo fatto noi.»
Sorrisi, sentendo i miei occhi bagnati dalle lacrime versate prima di entrare in coma, e mi incamminai per quella strada fatta di luce, con Lupin e Ninfadora al mio fianco. Non c'erano edifici ne niente. Solo...luce. Tanta e intensa luce.
«Perchè mi siete apparsi proprio voi? Ci deve essere un nesso con...»
«Forse prima di entrare in questo stato hai pensato a Teddy, e questo ci ha fatto venire da te.»
Tonks mi sorrise teneramente, come una mamma sorriderebbe al suo bambino.
«Tesoro, ma non l'hai ancora capito? Devi svegliarti. Questa non è la realtà, e il tuo corpo non è neanche qui. Torna indietro, apri gli occhi.»
Le loro figure cominciarono a farsi sempre più sbiadite, e poi il buio tornò a circondarmi.
«Lupin, Tonks, nooo! Dove devo andare? Non vedo niente!»
Nel buio più totale, sentii la voce di Draco chiamarmi.
«Hermione, svegliati ti prego. Lo so che sei viva, solo...non so dove sei adesso. Mi manchi, e manchi soprattutto a Teddy. Ti ricordi l'ultima promessa che gli abbiamo fatto? Gli abbiamo promesso che saremmo tornati da lui...insieme...»
Quell'attimo di lucidità scomparve, e con esso anche le parole di Draco. Poi l'ormai caratteristica luce tornò a farmi visita, e con essa una nuova visione. Questa volta mi trovavo ad Hogwarts, nell'enorme atrio della scuola. Stranezza che notai subito...era vuota, completamente vuota. Il silenzio era quasi inquietante: neppure i fantasmi che convivevano nel castello con alunni e insegnanti si vedevano in giro. Camminai senza una meta in particolare per i corridoi della scuola. Quanti ricordi, quante avventure vissute tra le mura di questo edificio. Senza motivo mi ritrovai nello studio della professoressa McGranitt, la presidenza, dove c'erano ancora i quadri di tutti i presidi di Hogwarts. Come per magia, il professor Silente lasciò il suo dipinto e si materializzò davanti a me.
«È un piacere rivederla, signorina Granger, anche se avrei preferito incontrarla in circostanze differenti.»
Non era cambiato affatto. Stesso aspetto da nonno, stessa barba, stessi occhialini sul naso. Sembrava ancora vivo...immortale.
«Cosa intende dire, professore?»
Lui mi sorrise dolcemente, e poi fece per accarezzarmi una guancia. Quando la sua mano mi passò da una parte all'altra la testa, uno strano brivido mi percorse tutto il corpo.
«Come puoi notare, Hermione, il tuo corpo esiste ancora, mentre il mio no. Tutto questo non è reale, è solo frutto della tua immaginazione. Io non sono reale, e tu non ti trovi veramente a Hogwarts, mia cara. Ti trovi in uno stato di transizione tra vita e morte. Devi soltanto scegliere quale delle due vie intraprendere. Tornare dai tuoi cari, da Draco, da Teddy...oppure mollare tutto, arrenderti e morire? È una scelta che puoi prendere solo tu, e nessun altro.»
Sentivo gli occhi lucidi, il mio cuore battere. Aspetta...il mio cuore stava battendo! Io ero...
«Fallo per il tuo bambino, Hermione. Svegliati.»
Io lo fissai sorpresa e automaticamente la mia mano andò a posarsi sulla pancia, dove un piccolo bambino stava pian piano crescendo. Era ancora vivo? Oppure era già morto?
«Come fa a sapere della mia gravidanza?»
«Io so tutto, signorina Granger. E so anche che lei farà la scelta giusta, per tutti.»
Il professor Silente scomparve dalla mia vista, e poco dopo era di nuovo nel suo quadro.
«Cosa devo fare? Dove devo andare?»
Silenzio, lui non disse più nulla.
«Devi svegliarti, mi sembra ovvio, Granger. Draco ti aspetta.»
Piton, era tanto tempo che non sentivo la sua voce, e udirla mi fece uno strano effetto.
«Salve professore, come sta?»
Dall'alto del suo quadro, lui rise sarcastico.
«Sono morto, Granger, e intrappolato in un quadro. Come dovrei stare?»
Io mi grattai i capelli e il collo, visibilmente in imbarazzo.
«Effettivamente...»
«Ma non è questo l'importante. Granger, devi aprire gli occhi. Svegliati, ora. Non farli attendere ancora. Apri gli occhi!!»
La scena scomparve, e di nuovo l'unica cosa che i miei occhi tornarono a vedere fu il buio. I miei piedi si muovevano da soli, un passo alla volta, senza sapere dove stavano andando. Le mie mani erano davanti al mio corpo, in modo da proteggerlo nel caso fossi finita addosso a qualcosa.
«Hermione, tesoro, torna da me. Io lo so che ci sei, che stai lottando per svegliarti. Fallo, ti prego. Apri gli occhi, o almeno, se riesci a sentirmi, dammi un segno. Per favore.»
Sentii qualcosa stringermi il braccio sinistro, mentre le parole di Draco si insinuavano nella mia mente. Riuscivo a sentirlo, come potevo farglielo capire? Cercai di urlare, ma dalla mia bocca non uscì alcun suono. Cercai di muovere le braccia, pensando che gli stessi movimenti li avrebbe visti anche lui, ma evidentemente non fu così.
«Perchè non funziona? Doveva proteggerla...non mandarla in uno stato di coma totale, in uno stato tra vita e morte!»
«Abbi pazienza, tesoro. Vedrai che si sveglierà, dalle tempo.»
Narcissa! C'era anche lei vicino a me?
«Sono giorni che aspetto, e ogni giorno è sempre uguale. Perchè?»
La voce del mio amore era carica di disperazione. Cosa non aveva funzionato? Cosa intendeva dire? Non ebbi tempo di ragionarci molto, perché presto dal buio emersi in un altro sogno. Ero a Diagon Alley, e la gente mi passava di fianco, senza sfiorarmi. C'era chi entrava nel negozio di bacchette di Olivander, chi portava bambini elettrizzati nel negozio di animali a scegliere l'animaletto che li avrebbe accompagnati ad Hogwarts, chi andava in libreria a ritirare i libri di scuola e chi andava a ritirare la divisa scolastica. Io proseguii dritta per la mia strada, fino al negozio Tiri Vispi Weasley. Era vuoto. Dell'allegria che lo aveva reso famoso non era rimasto niente, nulla di nulla, solo caos e desolazione.
«Triste vero? A quanto pare dopo la mia morte George ha venduto tutto.»
Mi girai di scatto, incontrando gli occhi verdi di Fred.
«Fred! Oh mio Dio, sei veramente tu?»
Lui sorrise e si mise in posa, come un modello durante una sfilata.
«Non in carne ed ossa, ma nello spirito si.»
Mi guardai intorno. Tutto questo non poteva essere reale.
«Fred, non è possibile. Il vostro negozio va alla grande, e George l'ha ristrutturato in tua memoria.»
«Oh lo so, infatti questa non è la realtà, Hermione. Questo è un sogno, un'illusione, frutto della tua immaginazione e della tua sofferenza. Prima Lupin e Tonks, poi Silente e Piton, e ora me. Tutte persone cui tenevi molto, e che sono morte combattendo con onore, proprio come te. Unica differenza? Tu sei ancora viva, devi solo scegliere la strada giusta.»
«Ma quale strada, Fred? Io non vedo alcun bivio...dove devo andare per tornare indietro? Che strada devo prendere?»
Lui si toccò prima il cuore e poi la testa.
«Vai dove ti porta il cuore, Herm. E una volta trovato il bivio, ragiona con la tua mente. So che puoi farcela, perché conosco le tue capacità e credo in te.»
La sua immagine iniziò a svanire, insieme a tutto il resto.
«Salutami tutti, quando li rivedrai. E dì a George che sta facendo un lavoro fenomenale. Addio, Hermione.»
Fred scomparve, e io mi trovai di nuovo sola. Ripensai alle sue parole.
Vai dove ti porta il cuore, Herm. E una volta trovato il bivio, ragiona con la tua mente.
E io lo feci. Seguendo il mio cuore e il mio istinto camminai alla cieca, seguendo quella che per me era la direzione giusta. Non sapevo dove stavo andando. Sapevo solo che dovevo andare lì. Lì dove, potrebbe chiedermi chiunque. Non ne avevo idea, ma dovevo andarci. Ad un certo punto mi trovai davanti due strade. Ce l'avevo fatta, le avevo trovate. Ora dovevo solo capire quale delle due mi avrebbe riportata da Draco, e quale invece mi avrebbe allontanata da lui per sempre. Le osservai attentamente, memorizzando ogni singolo particolare. La strada di sinistra era buia, tortuosa ricca di ostacoli da superare. La strada di destra, invece, era luminosa e calda. Quale delle due era quella giusta? Quale... E poi capii. Era tutto un inganno. La via più ovvia era quella di sinistra, perché indicava le difficoltà della vita. Io però ero convinta che la mia strada fosse quella di destra, perché per me Draco rappresentava la luce infondo al tunnel. Presa la mia decisione mi incamminai per quella strada. Avevo fatto bene?

Spazio autrice: Ciaooo!! Vi avevo promesso che avrei aggiornato oggi...e io mantengo sempre le promesse. Quindi...spero che il capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ne pensate, ovviamente commentando e lasciando una stellina se è stato di vostro gradimento.❤ Poi...cosa ne pensate delle visioni di Hermione? E cosa non è funzionato come doveva secondo Draco? Hermione avrà preso la strada giusta? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!! Ciaooo!!❤❤❤

Giada

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