XXII. Rebel

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Nicky

Sono sempre stata una bambina un pò turbolenta, mia madre è fissata con le buone maniere, con lo studio, con tutta questa roba... mentre mio padre sta sempre fuori per lavoro, anche se ho qualche sospetto che tradisca mia madre con un'altra.
La mia adolescenza non è stata tutta rose e fiori...
Sono Bisex, perciò mi piacciono sia le ragazze che i ragazzi.
Nella mia vecchia scuola, in New Jersey, stavo con una ragazza... e ne fui letteralmente innamorata cotta, e vorrei che fosse stato lo stesso per lei.
Lei e un gruppo di amici mi prendevano per il culo, quella ragazza; Margaret, voleva solo scattarsi una foto con le sue labbra sulle mie, per far vedere a tutti che mi pacevano le ragazze...
Quella foto è andata ovunque, fino ad arrivare a mia madre... e a lei non andava a genio il fatto che io sia bisex.
Ma nulla, ci sono passata sopra, ho provato a far capire loro che l'omofobia è una brutta cosa, ma non hanno cagato minimamente le mie intenzioni...
Fortunatamente a mia madre hanno offerto un lavoro qui nella grande città di New York, e sono andata via da quella gente di merda.

-Nicola!- urla mia madre alle mie spalle, in compagnia di una sua amica.
-Non devi fumare, specialmente in casa- urla nuovamente, mia madre. Non sa far altro che urlare; l'arte di urlare, penso tra me e me, sprridendo a bocca chiusa continuando ad aspirare fumo dall sigaretta che ho tra le dita, davanti mia madre e la sua amica... ma non ho intenzione di continuare a fumare davanti a quelle due faccie imbambolate e scandalizzate, vestite entrambi con degli stupidi vestiti eleganti da ufficio e delle perfette borsette da tenere in mano. Perciò le sorpasso entrambe, seguita dallo sguardo di mia madre.
-Perdonami... non so cosa stia cercando di fare- chiede scusa alla donna accanto a lei, come se veramente le importasse si me...
Cosa sto facendo mamma? Sto cercando di avere la tua attenzione, di poter parlare com te faccia a faccia senza ricevere soltanto urla in cambio. Sono un'adolescente porca miseria! Anche io ho bisogno di sfogarmi con qualcuno a cui voglio bene... ma di certo non vorrai sprecare tempo con me, e adesso dubito che tu me ne voglia.
Queste parole non credo riuscirò mai a dirgliele, lei non mi ascolta, pensa che urlando mi educhi... si vede, non c'entro niente con la sua persona, siamo completamente diverse. E niente ci accumuna, NIENTE.
Odio il mio nome, e chi mi chiama per nome. sembra quello di un maschio... perciò mi faccio chiamare Nicky, come la ragazza in Orange Is the new black... nonché mio personaggio preferito in assoluto.
Percorro il corridoio leggermente illuminato, lasciando una scia di fumo alle mie spalle, sentendo sempre meno le voci delle due donne nel salotto.
Afferro il cellulare e apro l'applicazione di Spotify sparando a tutto volume i Muse, infilo le cuffie nelle orecchie e... basta. Ci siamo solo io, i miei Muse, e la mia sigaretta. Esco nel terrazzo, guardando il cielo nuvoloso sopra di me. Mi sporgo verso la ringhiera e guardo come la gente va e viene da questo isolato... ma i miei occhi si fermano su due soggetti in particolare, Britt e Mark, il cugino della ragazza che è partita circa 4 giorni fa... Britt ha iniziato ad uscire con quel biondino, ecco perché è praticamente sparita dalla circolazione. Mi ha detto che prima stava con quel ragazzo carino dai capelli scuri, Dylan... mi ha detto che all'inizio gli piaceva perché era uno dei pochi che conosceva in questa città, e che poi è stato male e che quindi non le sembrava il caso di lasciare quel poveretto da solo... è stato lì che ho capito quanto fosse stronza, si nasconde sotto quel visetto da angelo tanto per ingannare la gente.

-Nicky, tua madre non vuole che tu fumi- mio padre mi leva una cuffietta per farmi sentire le sue parole.

-Neanche tu credevo- rispondo buttando la cicca per terra e calpestandola con la mia scarpa.

-Anch'io alla tua età fumavo nascondendolo ai miei genitori- fa una pausa -Anche se ti dicessi che non mi va vederti fumare, tu lo faresti comunque- mi spiega.

-Hai ragione- sorrido a bocca chiusa, compiaciuta dalle sue parole, si magari ho il sospetto che tradisca mia madre... e non posso dargli torto, mia madre è insopportabile. Non credo sia giusto tradirla, ma credo che se i due non si amino più, dovrebbero lasciarsi

-So che non è l'educazione che dovrebbe dare un padre alla propria figlia- sospira, stringendo tra le mani la sua valigetta in pelle, da lavoro.

-Ma è la verità, e non fa nulla papà... nessuno è perfetto e neanche io, perciò stai tranquillo-

-Solo... non farti vedere da tua madre ok?- so già che me lo dice perché mia madre è pronta ad addossare la colpa a mio padre.

-Non posso promettertelo- rispondo continuando a guardare la gente sotto casa

-Sei proprio una testa dura tu- sbuffa mettendomi una mano in testa e stropicciandomi i capelli, come quando da bambina, quando avevo i capelli corti, facendo in questo modo me li elettrizzava, e sembrava quasi che io abbia preso la corrente.
Subito dopo rientra in casa, chiudendo la porta scorrevole dietro di me.

Different 2||Dylan O'Brien -LAST SUMMER-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora