Continua a camminare per quel corridoio senza fine, più avanza e più i rumori dietro le porte si fanno crescenti. Si guarda intorno sapendo di star cercando qualcosa, ma per qualche secondo si dimentica il motivo. Le pareti grigie iniziano a confonderlo, il soffitto sembra diventar più alto ogni secondo che passa. Una signora esce da una delle numerose porte di metallo, lui cerca di fermarla ma lei ha il volto pallido, terrorizzato. Sente qualcuno chiamarla, una voce possente, lei inizia a piangere, le lacrime le rigano il viso chiaro. Istintivamente lui avvicina le dita per asciugarle ma con un movimento rigido la donna si allontana.
"È in una di queste stanza"
Sono le uniche parole che escono dalle sue labbra prima di correre dalla parte opposta. Lui rimane confuso, si guarda intorno sentendo di essersi perso. Cammina osservando le porte, tutte uguali, tutte della stessa misura, dello stesso materiale. Deglutisce consapevole del tempo che ci vorrà per trovarlo. Ogni notte era sempre tutto più difficile. Si avvicina appena sente una stanza silenziosa, a differenza di quelle prima, piene di rumori differenti, voci, suoni. Un brivido gli percorre la schiena appena sente una voce sussurrargli all'orecchio.
"Mi hai trovato"
Velocemente si volta non vedendo nessuno dietro di sé, aggrotta le sopracciglia prima di posare la mano sulla maniglia. Le dita a contatto col metallo freddo tremano. L'abbassa e spinge la porta. La piccola stanza ha delle pareti lilla, un viola spento, un colore forse indefinito. Si guarda intorno ma lui non era lì. Si avvicina al letto scomposto prima di prendere tra le mani un foglietto di carta azzurra.
"Sono dietro di te"
Le parole sono scritte in una calligrafia mai vista, o almeno, una calligrafia non familiare. Si volta trovandoselo davanti. Sorride, sorride fiero di lui. Non gli dice nulla solo annulla la distanza tra di loro passando le mani sui suoi fianchi. Le farfalle iniziano a volare nella sua pancia e sorride a contatto con le labbra sottili di lui.
"Jimin"
Sono le parole che pronuncia il più piccolo, staccandosi dolcemente da lui.
"Mi sei mancato, Jimin"
Il cuore di lui inizia a battere più forte, il rumore dei loro cuori è sincronizzato e risuona in tutta la stanza. Quasi istintivamente Jimin porta una mano sul petto del ragazzo di fronte a sé.
"Non lo fare"
Dice lui abituato a quella situazione, Jimin non lo ascolta e con la mano cerca di sentire il battito del suo cuore.
Troppo tardi, al primo battito del ragazzo lui scompare lasciandolo da solo in quella stanza anonima. Una sensazione di vuoto riempie il suo cuore e quasi si maledice per non averlo ascoltato, si lascia cadere a terra iniziando a battere i pugni ripetutamente contro il pavimento fin quando non viene interrotto.
"Jimin"
Una voce lo chiama.
"Jiminie"
Ripete il ragazzo iniziando a scuoterlo. Jimin dopo qualche secondo apre gli occhi spostando la testa dal banco.
"Dove sono?"
Chiede riportando lo sguardo sul biondino al suo fianco.
"Perché siamo qui?"
Non gli lascia neanche il tempo di rispondere. Il ragazzo alza le spalle prendendo il braccio di Jimin, lo aiuta al alzarsi e poi prende lo zaino ancora buttato in terra.
"Hai dormito per due ore, hai passato Matematica e Geografia, non so come ma nessuno si è accorto di te. Solo quando son finite le lezioni."
La voce di Jin riempie il silenzio dell'aula.
"Andiamo dai"
Jimin annuisce quasi rimproverandosi. Era arrivato a tal punto di sognarlo pure a scuola.
"Cosa devo fare, Jin?"
Quest'ultimo alza le sopracciglia come se fosse ovvio.
"Hai mai sentito dire che la mente non riesce a generare volti nuovi?"
Lui annuisce continuando a camminare.
"Se la mente non riesce a originare persone che non abbiamo mai visto, vuol dire che quel ragazzo esiste"
Lo guarda cercando di scoprirne la reazione. Lui si ferma, lo guarda sentendo una strana sensazione in tutto il corpo, forse felicità? Le gambe iniziano quasi a tremare.
"Mi stai dicendo che esiste? Che è una persona reale?"
Sente il cuore uscirgli dal petto a questa notizia. Non si era mai informato su questo genere di cose ma fortunatamente l'amico si. Si passa una mano sul volto cercando di fermare il sovraccarico di emozioni nel suo corpo.
"Non ti agitare, Jimin, non sappiamo neanche come si chiama"
Improvvisamente la mente di Jimin inizia a funzionare.
"Jungkook"
Dice d'istinto.
"Si chiama Jungkook"
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Night Vision ,, jikook
FanfictionDove Jimin si innamora di un ragazzo che sogna tutte le notti