Family

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Il viaggio sta durando tanto.
Mi sto annoiando; ho smesso di ridere da un po' e guardo di fronte a me lo specchietto retrovisore della volante rimanendo stretto tra due agenti che tengono pronte in mano le armi.
Ma sono così pericoloso per loro?
Il poliziotto alla guida apre bocca, vedo le sue labbra mangiucchiate muoversi nel riflesso dello specchietto che sto fissando.
-Anche l'Astrez lo ha denunciato.-
L'altro poliziotto seduto di fianco a lui emette un gemito di sorpresa, beh..anche io sono sorpreso.
-Ma lui non ha richiesto la difesa di Astrez?-
Sono sorpreso perché, se Dorothy mi ha denunciato, vuol solo dire che nonostante l'ellissi di Franz avvenuta nel momento in cui dalla casa nel bosco mi ha trasferito nel mio letto non ha modificato le azioni passate.
- Beh.. C'è sempre l'altra.- risponde il primo agente grattandosi un orecchio.
Perciò se non si modificano gli eventi passati con i salti temporali, tutto quello che è avvenuto prima è accaduto.
Anche il primo incontro con Dorothy.
-Ah, giusto, come ho fatto a non pensarci?- ride il secondo poliziotto alla risposta di quello alla guida
Sono stanco di questo silenzio smorto da loro due che parlano, muoio dalla voglia di arrivare in città.
Di arrivare da lei.
Sorrido.. è un controsenso: poco tempo fa lottavo per non finire in galera e restare sotto il controllo di Franz, mentre adesso per evadere dal controllo mi sto dirigendo verso una galera.
E pensando al controllo che ha Franz mi chiedo dove sia finito, è da tanto che non si fa notare in modo palese.
Che stia solamente aspettando qualcosa da parte mia?
I grattacieli si ergono di fronte al veicolo in guida.
Tra poco riprenderò il diario.




E ADESSO COSA FACCIO!?
Tolgo la giacchettina che Laure sta indossando e la uso come per tamponare il punto in cui il proiettile è entrato dentro di lei.
-Io.. Io.. Cosa è successo? Redvik? Cos.. Cosa è successo?-
Lo sta dicendo veramente?
Lo sta balbettando veramente!?
-LE HAI SPARATO IDIOTA!!!-
Mi fermo su Laure per controllare se avesse smesso di vomitare, ormai ha perso i sensi, il viso è pallido e cadaverico.
Rodri non sembra essere minaccioso verso di me, anzi, sembra impaurito.
Devo chiamare aiuti.
Qui però non c'è segnale
Dovrei usare un cellulare della centrale.
-Rodri, dammi il cellulare di contatto.-
-I..i.. Contatto? -
-IL CELLULARE DELLA POLIZIA, RODRI!!!!-
-Franz.. Perché le hai.. Le hai.. Perché le hai sparato?-
NON STO DIVENTANDO COSÌ TANTO PAZZO.
Sistemo Laure sul divano e controllo se abbia lei un cellulare o ricetrasmittente.
Ma nulla, lei addosso non ha nulla.
Guardo Rodri.. È chiaramente confuso.
Tiene tremante la pistola.
-Rodri.. -lui è accasciato a terra di fronte alla porta che guarda con ansia il corpo di Laure.
-Rodri!!- alza lo sguardo verso di me, finalmente mi degna della sua attenzione, se così la posso chiamare.
-Rodri, dammi la ricetrasmittente.-
-No, no.. Stammi lontano. -
-Maledizione Rodri, non vedi che sta morendo!?-
-Lo sapevo che.. Che non era.. - inghiottisce della saliva -..che non era sicuro venire qui con te senza scorte. -
-Rodri, sta morendo!!-
-Tu sei pazzo..-
-MA SE HAI SPARATO TU!! -
Non riesco a credere che stia ributtando la colpa su di me.
-Sei tu quello pazzo qui dentro, Rodri.. E cos'era quella storia dei bambini?-
Fa una faccia sorpresa e mezza stranita - Bambini?-
-Senti, non importa, dobbiamo chiamare aiuto. Dammi quella ricetrasmittente.-
Faccio per avvicinarmi a lui ma quello con la pistola in mano si muove di scatto alzando le braccia protese verso di me come in posizione di mira.
Io ho già iniziato il movimento del passo e non credo di potermi fermare, devo liberarmi di Rodri in qualche modo.
-Rodri..- "ti prego" penso, mentre vedo il suo dito muoversi sul grilletto che presto premerà.
Io mi trovo vicino alla tavola, sto facendo un altro passo.
Ecco che il suo dito preme il grilletto, non voglio sentire il boato dello sparo perché in quel caso vorrebbe dire che ormai il colpo è partito ed è già arrivato, la luce è più veloce del suono.
Ma ancora non ho sentito niente, la goccia di sudore che mi scende lungo il naso sembra metterci secoli ad arrivare alla punta, io prendo una sedia di getto, la prima cosa che mi è capitata tra le mani, e la scaglio di fronte a me, in direzione di Rodri.
Ecco che sento il boato.








Finalmente.
Sto tremando dall'attesa.
Finalmente la potrò rincontrare.
Sono seduto su una sedia metallica di fronte ad un tavolino nella stanza degli interrogatori.
Mi hanno scortato qui in quattro, sempre gli stessi agenti che mi hanno arrestato e sempre con le armi puntate contro di me.
Ci sono almeno otto telecamere nella stanza, e il fatto di avere le mani ammanettate dietro di me rende il tutto un po' scomodo.
Ma sono comunque felice.
Felice di poter riavere il diario.
Basta solamente che si sbrighino a farla venire qui.
Ecco che la porta si apre.
La prima cosa che vedo è la mano di una ragazza, muoviti ad entrare!
Sono impaziente come non mai.
Ma eccola.
Finalmente è davanti a me.
Sempre con lo stesso taglio di capelli, lucidalabbra..
-Lei sarebbe Blend Jona giusto?- mi chiede Dorothy sedendosi di fronte a me e sistemando delle cartelle sul tavolo.
-Finalmente ci rincontriamo Dorothy.- riesco a dire io come un'idiota, osservando e cercando con lo sguardo nelle sue vesti nella speranza di vedere qualcosa che somigliasse al mio diario.
Ma lei sorride, e fa una leggera risatina.
Cos'ha da ridere adesso?
-Ma io non sono Dorothy.-
Che cosa?
No, aspetta che cos'ha detto?
Dopo quella volta che aveva dimenticato il mio nome, adesso non è più addirittura lei!?
Lei reprime un altro sorriso.














-Io sono Dara Astrez.. Dorothy è mia sorella.-



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