Ch. 7

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Quella mattina andai a camminare nel bosco, diretto al fortino, visto che avevo bisogno di riflettere su molte cose e quello sembrava essere il posto più adatto per farlo. Era ancora molto presto quando arrivai e da lassù si vedeva la città che cominciava a risvegliarsi alle prime luci del sole. 

Leggeri passi strascicati nell'erba ormai alta mi fecero voltare. "Ti ho visto passare dalla finestra e ho pensato di seguirti." un Mike molto più raggiante dell'ultima volta mi si sedette accanto. 

"Hai fatto più che bene." sorrisi, felice che ci fosse anche lui. "Allora come stai?"

"Tutto bene, ho pensato a tutto per la proposta."

"Sentiamo quali terribili idee si sono formate nel tuo cervello." sghignazzai e lui mi guardò male cercando di non ridere, prima di riprendere a parlare: "Mi presento a casa sua e glielo chiedo, diretto! Facile, semplice, veloce." 

"E' la proposta più patetica che io abbia mia sentito." alzai gli occhi al cielo divertito. "Andiamo, per una storia come la vostra ci vuole ben più di questo."

"Non tutti possono essere inguaribili romantici come te." Mi schernì, "quindi cosa proponi?"

"Vi siete messi insieme alla fiera del paese, giusto?" chiesi pensieroso e lui annuì. "Sì, eravamo tra la ruota panoramica e la bancarella dei pop corn." rise leggermente, per poi tornare ad ascoltarmi.

"Allora potresti dare una festa e ricreare un po' l'atmosfera, io ti potrei aiutare, magari potremmo chiedere ad Adaline di darci una mano con quelle cose smielate che piacciono a loro donne e poi le potresti fare la proposta."

"E va bene lo ammetto, questa volta l'inguaribile romantico ha ragione, potremmo trovarci domani per organizzare, che ne pensi?" chiese speranzoso e io accettai senza pensarci due volte."E porta anche la tua ragazza."

Arrossii, "non è la mia ragazza." e lui rise, forte, come se sapesse qualcosa che a me sfuggiva.

Quel pomeriggio restai a pensare a cosa avremmo potuto fare quella sera, ma non mi venne in mente nulla di diverso dal portarla a mangiare a casa con la mia famiglia. 

"Noah caro, ti vedo pensieroso." disse mia madre entrando in camera mia per posare i vestiti puliti al fondo del letto.

"Va tutto bene mamma, in effetti va più che bene." feci un sorriso per rendere più convincente la mia affermazione e mi misi a sedere sul letto.

"Uscite di nuovo, eh?" fece un mezzo sorriso e si sedette di fronte a me, accavallando le gambe di lato, poi come se mi avesse letto nel pensiero mi chiese dolcemente, "ti va di restare a casa con noi? Mi farebbe molto piacere conoscerla meglio."

Annuii leggermente sorridendo, anche se non ammisi che era esattamente quello che volevo anch'io. Mia madre con gli occhi che luccicavano scese dal letto con un balzo e andò di sotto per mettersi davanti ai fornelli, dove la trovai un paio di ore dopo, quando alle otto in punto uscii di casa per andare da Adaline. 

Josephine, mia madre, talmente era presa da ciò che stava cucinando non si accorse che attraversai il salotto diretto all'uscita. Bussai dolcemente sul maestoso portone beige di casa johansen e ne uscì immediatamente una più che perfetta Adaline, i capelli raccolti in un grosso e ordinato chignon castano ed un bel vestito porpora. "Ciao." mi sorrise timidamente, quando notò che stavo guardando il suo corpo fasciato da quel vestito che la rendeva dannatamente più bella che mai. "Allora, dove si va?"

"Se non ti dispiace pensavo di mangiare a casa con la mia famiglia." feci un piccolo sorriso e lei ne fece uno molto più ampio, "Ne sarei molto felice."

Percorremmo il tratto di strada che ci separava da casa mia e mi bloccai davanti alla porta di ingresso, "La mia famiglia è un po' particolare." dissi a disagio grattandomi con la mano il retro della nuca.

NORTH STARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora