La tanto attesa sera per aiutare Mike con il suo fidanzamento era finalmente arrivata e lui per tutto il giorno non era riuscito a parlare d'altro, spiegandomi le sue strampalate idee e cambiando opinione su tutto appena io scoppiavo a ridere dicendogli che anche se era sicuro che si sarebbero sposati, con una proposta del genere probabilmente Elizabeth gli avrebbe detto di no.
Era stato contento di sapere che sarebbe venuta anche Adaline con noi almeno avrebbe potuto coalizzarsi con lei contro le mie idee da inguaribile romantico. Per tutto il tragitto verso casa non fece altro che parlare di Elizabeth, ma non mi pesò perché anche se ero lì fisicamente la mia mente era ancora alla sera prima, quando avevo avuto l'impressione che Adaline fosse stata accettata più che volentieri dalla mia famiglia.
Tornai con i pensieri da Mike solo quando lui mi schioccò le dite davanti al viso ripetutamente, "Mi fa tanto piacere avere un amico che mi ascolta sempre, dico sul serio." rise tirandomi un pugno sul braccio. Lo salutai ridendo, lasciandolo davanti a casa sua e attraversando la strada per raggiungere la mia, ci saremmo ritrovati lì un'ora dopo insieme ad Adaline per andare al fortino. Avevo chiesto a Mike se per lui sarebbe stato un problema se dopo aver finito di aiutarlo fossi rimasto con Adaline al fortino, così finalmente forse saremmo riusciti a vedere le stelle insieme e lui mi aveva dato il via libera. Quindi quella mattina presto ero andato al fortino e vi avevo portato alcune cose.
Entrai a casa e non trovai nessuno, c'era un biglietto sul tavolo che diceva che erano andati tutti dalla nonna, che non sarebbero tornati prima di sera e che c'era del polpettone nel frigo. Salii in camera e mi cambiai, togliendomi i vestiti da lavoro e scesi di sotto per cenare. Il polpettone era delizioso come sempre, lavai e misi in ordine le stoviglie, poi finalmente uscii per andare da Adaline. Avevo lasciato un biglietto accanto a quello di mia madre in cui le dicevo che avrei passato la sera con Mike e che non sapevo a che ora sarei tornato. Quando mi avvicinai al portone di casa per bussare, sentii delle urla dall'interno e porte che sbattevano e qualche secondo dopo il portone si spalancò con le mie dita ancora poggiate contro mentre Adaline ne usciva urlando, mi afferrava per un braccio e correva via. Non capii niente di quello che stesse dicendo sopratutto perché le parole che il signor Johansen le stava gridando dietro erano in una lingua a me completamente sconosciuta, che scoprii poi essere norvegese.
Adaline continuò a tirarmi per un polso finché non la superai e mi misi di fronte a lei, impedendole di continuare la sua fuga, mi aspettavo che ricominciasse ad urlare e se ne andasse, invece i suoi occhi si riempirono di lacrime e si gettò nelle mie braccia singhiozzando. Cinsi il suo corpo minuto tra le mie braccia e la strinsi forte a me, infilai le dita tra i suoi capelli e le lasciai piccoli baci sulla testa, non essendo sicuro che fosse il modo giusto in cui comportarsi. Però era così che faceva mia madre ogni volta che qualcuno stava male e tutti dopo si sentivano immediatamente meglio.
"Perdonami." sussurrò con il viso contro il mio petto. Le sorrisi teneramente e le lasciai un altro bacio sulla fronte, "non hai niente di cui farti perdonare." le dissi e lei si scostò lentamente dal mio corpo, il che mi dispiacque abbastanza, ma cercai di non darlo a vedere.
"Ho litigato con mio padre." esordì infine, dopo essersi asciugata il volto dalle lacrime.
"Non so perché ma l'avevo immaginato. Forse sono state le urla incomprensibili a farmelo intuire, ma non ne sono del tutto sicuro." Scherzai e lei mi guardò un attimo cupa prima di scoppiare in una piccola risata.
"Era norvegese." prese la mia mano e la posò sulla sua guancia, tenendola con la sua mano infinitamente più piccola della mia. Chiuse gli occhi e quando li riaprì capii che l'argomento era chiuso, almeno per il momento. "Allora, dove andiamo sta sera?" chiese con un sorriso forzato e lasciò andare la mia mano, che tornò pigramente lungo il mio fianco.
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NORTH STAR
RomanceStella del Nord (Polare) 1. Una stella che non si muove nel cielo e che può condurre a casa. 2. Qualcosa di costante e immutabile in un mondo in continua evoluzione. Ogni volta che mi sento perso cerco te. Photos credit: Pinterest