19 | las vegas

4K 385 77
                                    

"Io prendo un bombolone, due focacce e tre panini... Sì, quelli lì."

Non ho esagerato, insomma, stiamo viaggiando e ho con me Jason, che é ricco come pochi. Lui ancora non lo sa che pagherà per me, ma sono più che sicura che si offrirà - come fa un vero gentiluomo.
Il signore anziano mi passa le buste con dentro le mie più grandi gioie fino ad ora ricevute, ma in men di un secondo, Jason me le strappa dalle mani e mi guarda sorpreso e con fare rimproverante.

"Che c'é?" interpello innocentemente mentre sento il mio stomaco lamentarsi. Abbi pietà di lui, lurido cestista - penso.

"Mancano pochi chilometri, quante cose vuoi mangiare?"

Pare mio padre ora come ora: piede destro avanti, l'altro indietro e testa inclinata in basso per sgridarmi.

L'unica differenza é che per tuo padre non provi attrazione fisica.

Ma neanche per Jason. Okay, ha un bel fisico e viso, si sa, ma tutto qui.

"Riesco a finirli in meno di dieci minuti ed avere ancora fame, fidati." contesto allungandomi per riprendere la felicità e il mio compagno di viaggio si arrende, passandosi una mano tra i capelli.

"Vai a pagare."

"Non ho soldi." glielo ricordo e lui sbuffa nuovamente per poi porgermi i suoi.
Adesso saltellerei fino alla cassa felice poiché consapevole di fargli spendere una cifra, visto che in tutti gli autogrill i prezzi ti istigano a morire di fame.
Una volta pagato, ci dirigiamo entrambi in bagno, o meglio, io trascino lui. Gli dò le buste ed entro nella toilette donne.

"Hai sbagliato bagno, Ruth.
Quello degli uomini é dall'altra parte." scherza Jason e in risposta lo mando a fanculo.
Faccio la pipì, ma rimango sconvolta nel vedere che mi é appena arrivato il ciclo. Tempismo di merda! E adesso cosa faccio?
Ahh! É in questi momenti che preferirei avere il pene.

"Ehm..." mi schiarisco la gola, "Jason, non é che puoi comprarmi degli assorbenti?"

"Cosa?" okay, forse mi sono mangiata le parole, ripeto:"Ho bisogno degli assorbenti."

"Non capisco."

"PRENDIMI DEI CAZZO DI ASSORBENTI, STO SANGUINANDO!" scandisco a tono fin troppo alto per i miei gusti, ma almeno sono certa che abbia afferrato l'emergenza, difatti lo odo deglutire e darsela a gambe levate mentre io mi autocommisero sulla tazza. Allora, il mio funerale sarà bellissimo visto che lo finanzierà Jason, il quale scriverà, inoltre, l'elogio funebre. Esigo che ci siano tutti i miei famigliari, vecchi amici e persino Cole.

"Eccomi!" mi comunica facendo passare una scatola di assorbenti dall'alto. Prima di riuscire a prenderla, mi becca la testa facendomi inveire contro il ragazzo.
Messo il pannolino, riprendiamo il nostro viaggio.

"Mi dai un panino?" elemosina, ma io non ho alcuna intenzione di condividere.

"Perché mai?"

"Ti ho salvato la vita." roteo gli occhi al cielo per il suo essere melodrammatico, nonostante pure io, pochi minuti fa, stessi organizzando il mio funerale.

"Che palle! Tieni."

Metto il broncio. Deve sapere che una donna mestruata va trattata coi fiocchi e che non bisogna rubargli un panino.

"Quindi, non faremo nulla visto che hai il ciclo."

"Anche senza, non avremmo fatto nulla." chiarisco.

"Un buon marinaio naviga anche nel mar Rosso." mi fa l'occhiolino mentre a me viene solo un conato al solo pensiero.

"Che schifo!" lo spintono leggermente e lui scoppia in una risata.

"Sciupafeste." dice, tentando di calmarsi.

"Morto di figa."

"Suora."

"Maniaco."

"Bastarda."

"Testa di cazzo."

"Figa di legno."

Sto per obiettare, ma mi arresto quando leggo di sfuggita il cartello che dà il benvenuto a Las Vegas, Nevada.

"C-... Oddio, siamo a Las Vegas?" gongolo incredula. Mi affaccio al finestrino ammirando dettaglio per dettaglio gli edifici imponenti presenti. Non ho mai avuto l'occasione di andare in giro per il paese e ritrovarmi, da un giorno all'altro, in una delle città più belle, mi ha colto alla sprovvista.
Dovrei essere una donna irascibile, visto le mestruazioni, ma in questo momento vorrei solo abbracciare Jason per avermi portata qui.

"Parcheggia e scendi." ordino e lui, anche se perplesso, ubbidisce. Faccio lo stesso e gli corro incontro per abbracciarlo. Non sono solita agire così, ma gli sono grata e perciò un'eccezione é concessa.
Nascondo il viso nell'incavo del suo collo e le mie narici vengono inondate dal suo profumo e lui, invece, mi circonda la vita per tenermi stretta a sè.

"Per avere anche un minimo di contatto con te, devo darti della figa di legno, allora?"

"Idiota! É per avermi portata qui, con te." gli sorrido calorosamente e poi gli mollo uno schiaffo, "Questo é per avermi dato della sciupafeste, suora, bastarda e figa di legno." 

Torno nel furgoncino soddisfatta, seguita da Jason che si accarezza la guancia mentre mi fissa come se mi stesse mandando nel bel paese.
Forse però, la sberla é stata troppo forte? E se così fosse stato? Vabbè, riuscirò a dormire comunque stanotte.

Dopo un po', Jason parcheggia e mi informa che siamo già arrivati. Scendiamo dal veicolo e rimango a bocca aperta dinanzi all'edificio.

"Muoviti, zuccherino."

Mi riprende facendomi uscire dal mio stato trance e lo raggiungo. L'interno é ancora più bello, per non parlare dell'ascensore che é talmente capiente da sembrare la mia camera all'hotel! A proposito dell'albergo nel quale lavoro, chissà cosa sta pensando il mio capo non vedendomi là e non riuscendo a contattarmi giacché ho perso il cellulare.

"Come mai così pensierosa, Price?"

Ad un tratto, mi solleva come un principessa mentre io, stanca, non mi ribello nemmeno. Onestamente, non ho voglia di camminare con il ciclo... ho la sensazione di pisciare costantemente.

"Ti credevo più leggera." mi beffeggia mettendomi giù per aprire la porta.

"E io meno coglione."

Detto questo, entriamo nella sua strabiliante dimora.

CondomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora