Capitolo 2

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Era una bella mattinata, il sole era appena sorto e da bravo pittore aveva riempito il cielo, prima così scuro, di nuove rosee sfumature che stavano lentamente spegnendo le stelle ad una a una. Cassius e Ainwen uscirono proprio in quel momento, sorridendo dopo aver notato i figli addormentati sul tetto.

Per anni avevano provato a togliergli quella brutta abitudine, ma quei due ragazzi erano più testardi dei muli e perciò avevano rinunciato. Sospirando, la donna attese che il marito convincesse il loro cavallo color miele ad uscire dalla stalla dietro casa, ma Long non sembrava proprio intenzionato a muoversi.
<<So che non ti piace alzarti presto brontolone, ma dobbiamo andare al villaggio a vendere queste cose! Se non arriveremo a destinazione, non potremo comprarti gli zuccherini che ti piacciono tanto.>>
La donna sentì il cavallo sbuffare seccato, ma alla fine decise di uscire, avanzando verso Ainwen con fare altezzoso.

Il destriero nitrì altero di fronte alla donna che prese ad accarezzargli la fronte chiara, cercando di distrarlo da Cassius che senza far rumore stava tentando si mettergli la sella. Long tuttavia si accorse di lui e per vendetta lo schiaffeggiò con la sua candida coda. Ainwen si mise a ridere e prese la sella dalle mani del marito, intento a ripulirsi dai peli della criniera del cavallo, poggiandola sulla schiena dell’animale, che ne stava osservando con circospezione ogni movimento. Appena ebbe finito di assicurare la sella sul dorso del destriero, Ainwen prese uno zuccherino e glielo diede, guadagnandosi anche per quella volta i favori dell’animale.
<<Forza andiamo prima che cambi idea.>>

I due caricarono il cavallo con i prodotti da vendere al mercato e salirono sul suo dorso. Cassius afferrò saldamente le redini, facendo passare le mani intorno alla vita della moglie che si appoggiò al suo petto, e incitò il destriero a partire. Placidamente, i due si inoltrarono per la dorata campagna ammirando l’ipnotico ondeggiare del grano che danzava sospinto da un vento gentile. Dopo aver superato l’aureo oceano, costeggiarono il bosco che circondava la loro piccola casa e si immisero sul sentiero per il villaggio.

Ainwen sospirò felice, lasciandosi investire dall’aria fresca del mattino. Aveva sempre amato la sensazione che essa creava sulla pelle, così fresca e confortante. Passando sotto un melo ingiallito, una solitaria foglia cadde sopra la testa della moglie e Cassius gliela tolse via ridendo.
<<Sempre lì, a salvarmi nel momento del bisogno.>>
L’uomo rise nuovamente e strinse la moglie a sé.
<<E’ per questo che mi hai sposato no?>>

Le loro risate morirono non appena sentirono delle urla provenienti dal villaggio. Cassius lanciò Long al galoppo e non appena vide le prime case rimase pietrificato. Quello che era un allegro e luminoso borgo di campagna che profumava di miele e legno d’acero, era stato invaso da fumo e impetuose fiamme che stavano divorando ogni cosa. Tutt’intorno a loro,  soldati dall’armatura bianca stavano distruggendo e saccheggiando senza tregua, senza che nessuno li contrastasse.

L’uomo scorse il mantello di uno dei soldati e riconobbe lo stemma del regno di Neremberga, il regno vicino, con il quale erano stati in pace per oltre venti lunghi anni. Cassius sbiancò e balzò agilmente da cavallo afferrando la sua ascia da taglialegna per passarla alla moglie. Da uno dei sacchi appesi alla sella di Long prese un falcetto, puntandolo verso i soldati davanti a lui.
<<Ainwen va a destra io penso a questi.>>
La donna si legò velocemente i lunghi capelli bianchi e corse via sotto lo sguardo attento di Cassius, che corse dai soldati davanti a lui.

Erano già passati due giorni da quando i loro genitori se ne erano andati e i due fratelli stavano discutendo preoccupati. Non era mai capitato che i due si fermassero più del dovuto al villaggio e Sheila e Noah erano incerti sul da farsi. La ragazza camminava avanti e indietro per la piccola cucina, mentre il fratello era seduto al tavolo e la fissava irritato. Percependo la loro preoccupazione, Darya era volata dentro la loro casetta e si era andata a posare prima sopra la spalla dell’amica per darle un po’ di conforto, poi su quella del fratello accarezzandogli il viso per calmarlo. 

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