5. It was all real

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Prese la scatola di scarpe più grande che aveva e infilzò le forbici con forza sul coperchio. Ripeté l'azione svariate volte per far sì che i gattini potessero respirare una volta messi lì dentro.

Chiunque l'avesse vista in quel momento avrebbe pensato che al posto della scatola Lisa volesse infilzare qualcuno per la violenza con cui compiva l'azione.

Intanto Moon si strusciava contro il piumone che ricadeva sul fianco del letto. Smoke si faceva le unghie sul tappeto nero, e Mefy cercava di entrare in uno degli anfibi di Lisa.

Dopo che ebbe finito di bucherellare la scatola, prese Moon e se la appoggiò sullo stomaco sdraiandosi.

La gattina miagolò aprendo la bocca e mostrando i dentini bianchi da poco spuntati.

Aveva la coda dritta verso il soffitto e avanzava sul seno di Lisa come se fosse una collina, poi scivolò sulla sua gola.

Si coricò sulla spalla di Lisa che sorrideva al soffice contatto con quell'esserino.

Smoke riuscì a salire sul letto appigliandosi con gli artigli al piumone e si mise sulla pancia di Lisa.

Mefisto stava ancora per i cavoli suoi a fare chissà quale guaio. Aveva proprio azzeccato il suo nome.

Lisa guardò la finestra, e pensò che era meglio avviarsi al parco.

Si alzò facendo attenzione a non schiacciare i gattini.

Poi li infilò nella scatola, compreso Mefy. Si mise il cappotto nero e prese lo zainetto dove aveva infilato le sigarette, l'accendino, il suo diario, l'MP3 e il cibo per i gatti che aveva comprato al negozio.

Prese la scatola in mano e scese giù.

I suoi genitori la chiamarono dalla cucina.

Lisa sbuffò e li raggiunse.

«Voglio quegli animali fuori di qui, chiaro?» disse sua madre.

Lisa gli mostrò la scatola come per far capire che stava andando proprio a sbarazzarsene.

«Posso vederli?» Gli disse suo padre.

Lisa alzò il coperchio e il padre li osservò «Carini» disse «Ma preferisco i cani» concluse.

«Nessuno ha chiesto la tua opinione» disse la madre acida. Quella donna sembrava un groviglio di odio e cattiveria da due anni a questa parte.

Le cose in quella famiglia non erano mai andate troppo bene, ma dopo quello che era successo la già fragile stabilità della famiglia cadde a picco.

Lisa fece spallucce e se ne andò dopo averli salutati.

Quando lei arrivò al parco, Giorgio non era ancora arrivato.

I gattini si stavano agitando.

Si sedette sulla panchina e cercò le sigarette nello zaino.

Accese una 100's e aspirò avidamente.

Si appoggiò la scatola sulle gambe e tolse il coperchio per rassicurarli accarezzandoli.

Vide una figura slanciata e scura avvicinarsi.

Rimise il coperchio sulla scatola.

«Non pensavo che saresti venuta» disse Giorgio entrando sotto la luce del lampione, permettendo a Lisa di riconoscerlo.

«Neanche io» disse Lisa sincera.

Lui si sedette di fianco a lei.

«Mi dovresti fare un favore» iniziò Lisa.

DESTROYED » Giorgio Ferrario Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora