La serata volò.
Lisa si lasciò convincere da Giorgio perciò andarono a Latina insieme a Giulio e la accompagnarono in un negozio di vestiti dove Lisa comprò una felpa dei Nirvana per Leo e una cintura con le borchie per Diego. Se lo ricordava ribelle e rock and roll. Sperava non fosse cambiato, altrimenti non se la sarebbe mai messa.
Dopodiché andarono a casa di quel tipo di cui parlava Giulio con Giorgio. Era piccola e accogliente, con ghirigori floreali sulle pareti e un enorme acchiappasogni attaccato sul muro del salotto, dove fumarono sul tappeto tibetano. Il tipo si chiamava Michael e la sua ragazza Elisa. Avevano i dread ed erano una coppia felice. Fecero ridere tutti raccontando di quando si erano conosciuti al Canapisa in Toscana. Lei era di Firenze ma l'amore l'aveva trascinata fino a Latina, in una piccola casetta di un fricchettone che avrebbe fatto di tutto per lei. Sembrava la storia d'amore perfetta, fino a quel momento. Purtroppo a febbraio Michael fù arrestato, ma ci arriveremo con calma.
Chi ha vissuto cose belle sa che non durano per sempre.
Giorgio uscì da quella casa contento e con 5 grammi nelle mutande.
Una volta scesi dal bus Giulio tornò a casa, i due invece restarono a fissarsi.
《Allora buonanotte》 disse Lisa con gli occhi rossicci e un'abbozzo di sorriso sulla faccia.
《Dovresti sorridere più spesso》 disse lui sorridendo a sua volta.
《Perché?》 Disse Lisa alzando le sopracciglia.
《Lo sai il perché》 disse lui.
《No non lo so, altrimenti non te l'avrei chiesto》
《Vuoi proprio farmelo dire?》 Chiese lui facendo un passo avanti, catturato da quegli occhi grigi e misteriosi.
《È così difficile?》 Ribattè curiosa.
《Non lo so》non erano cose che diceva spesso. O meglio, non erano cose che diceva.
《Dimmelo》 ordinò.
《Perché sei più bella quando lo fai. Ecco, l'ho detto》 disse lui scrutandola dall'alto.
Lisa sentì il suo stomaco in subbuglio. Erano le dannate farfalle.
《È stato difficile?》
《No》 rispose 《ma non ti ci abituare, io non faccio molti complimenti》
Camminarono verso il parco senza che nessuno lo proponesse continuando il dialogo.
《Allora devo essere speciale》 scherzò guardando davanti a sé e costringendosi a non sorridere troppo.
Giorgio la guardò qualche istante.
Il piercing alle labbra rifletteva la luce del lampione e lo attirava come una calamita.
《Non so. Dammi la tua definizione di speciale》
《Se una persona è speciale significa che possiede uno o più particolari che la rendono diversa dagli altri, che la contraddistinguono》
《Di sicuro non sei uguale agli altri》 riflettè Giorgio. 《Quindi posso definirti speciale se ci tieni tanto.
Ciò significa che sono speciale anch'io per te》Rise buttando la testa in dietro 《Non penso che funzioni così! Se io sono speciale per te non significa che tu sia per forza speciale anche per me》
《Però lo sono》 Ribattè guardandola mentre camminava.
《Cosa te lo fa pensare?》 Chiese lei rivolgendogli uno sguardo e poi tornando a guardare davanti a sé.
《Con nessuno hai riso e pianto come hai fatto con me. Con nessuno hai mai intrapreso un discorso simile. E non guardi nessun' altro come guardi me.》 Spiegò con voce ferma rallentando il passo e continuando a guardarla.
Lisa cercò di cambiare argomento 《Vuoi ricordarmi di quanto io sia sola?》
《No》 rispose subito 《Voglio ricordarti che non lo sei》 disse prendendola da un braccio e posando le sue labbra su quelle di Lisa così violentemente da averla spinta fino al muro a bordo strada.
Lisa spalancò gli occhi e non si mosse. Il cuore stava per uscirle dal petto. Le gambe tremavano. L'intestino era stretto in una morsa.
Lo guardava. Aveva gli occhi chiusi e la mascella serrata. Era rigido. Riaprì gli occhi lentamente. La guardò con occhi imploranti perdono. Stringeva i pugni.
Prima che Lisa potesse aprir bocca lui corse via.
Lo osservò accigliata correre come un ombra sotto la luce dei lampioni.
Si toccò la bocca con l'indice ancora incredula.
Il suo primo bacio.