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Patrik

E adesso che le luci si sono spente e la folla è svanita sono rimasto solo, come sempre, su questa strada ci siamo solo io e la mia ombra.
Non so dove mi porterà questa strada ma l'unica cosa che so è che adesso questa è la mia casa e che dovrò sforzarmi per non far crollare tutto.

My shadow's the only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
Till then I walk alone

Qui è così magico, è il luogo in cui dopo tanto tempo ho sorriso, è il luogo in cui ho sentito l'affetto; è successo oggi, al mio arrivo: è stato un attimo, un attimo meraviglioso nel quale ho visto i tifosi che mi accoglievano e urlavano felici il mio nome, mi è venuto spontaneo sorridere perché per la prima volta ero importante per qualcuno. Poi negli spogliatoi ho incontrato quelli che saranno i miei nuovi compagni... a dir la verità non ho parlato molto però loro sono stati cordiali e mi hanno fatto sentire a casa.
Qui è bello però è difficile: l'appartamento è così vuoto e freddo, quasi a voler rispecchiare me stesso; è così diverso dall'arrivo a Genova, lì c'era lei che mi scaldava il cuore e riempiva tutto quel vuoto creatosi attorno. Qui sono solo in una città così caotica...
Mi guardo intorno e vedo tutto il movimento, le urla dei bambini, i clacson delle auto, le coppie che passeggiano felici....è tutto rumoroso e a me gira la testa, è come se mi trovassi dentro una bolla enorme e tutto girasse; l'unica cosa che può distrarmi è un l'alcol. 
Anche se so che non dovrei, entro in un pub; non è un luogo per vip, anzi è piuttosto squallido e lo si vede a primo impatto.
Entro e mi siedo ad un tavolino ma una scena attira la mia attenzione: è una cameriera che discute con un cliente ubriaco:

"Avevo chiesto il mio drink tempo fa"

"Mi scusi per il ritardo ma siamo solo in due, le mie colleghe sono al piano superiore con i clienti. Non riesco a fare tutto e subito" spiega calma ma lui insiste.

"Non me ne frega nulla, sei pagata per questo, puttanella." Dice dandole una pacca sul sedere

"Non mi tocchi" replica perdendo la pazienza

"Che c'è, non fai come le tue colleghe?" Dice afferandola per il polso

"Sali al piano superiore e fai ciò che fanno le altre altrimenti lo dico al capo..." continua lui

"Lasciala, lei è già con me" dico avvicinandomi e lui la molla

"Vieni con me" dico con tono rilassato rivolgendomi a lei; la ragazza annuisce e mi fa strada al piano superiore.

Nella stanza ci sono un letto ed un bagno ed è allora che capisco come funziona quel posto...

"Che cosa vuoi da me?" Chiede lei a voce bassa

"Davvero non hai capito le mie intenzioni?! Non fraintendere, sei una bella ragazza però si vede che non sei come le altre... lo si vede dai tuoi occhi"

"Non avevo capito il perché tu mi avessi difesa ma sono venuta qui perché anche io ho capito che non sei come gli altri, lo si vede dai tuoi occhi"

"Ehm...adesso ti puoi riposare, si vede che sei stanca, però prima vorrei farti due domande"

"Vai pure" dice sedendosi sul letto

"Com'è che ti trovavi quasi sola a servire ai tavoli?"

"Le mie colleghe vanno a letto con i clienti e quindi fanno a rotazione; in pratica rimaniamo solo io ed un'altra"

"E tu? Perché non fai come le altre?"

"Lo hai detto prima: io non sono come le altre" dice con naturalezza

"L'ultima cosa: come ti chiami?"

"Diana"

"Wow, come la principessa... ora che ci penso sei bella come lei" ed è vero, non è una cosa così a caso; lei è bionda, capelli lunghi e lisci e gli occhi nocciola con i lineamenti delicati

"Già come lei solo che ho molti meno soldi e un passato decisamente diverso dal suo ma infondo a chi interessa?!" Dice con un sorriso amaro
Io resto spiazzato da quella risposta e lei vedendolo dice:

"Io ti ho già detto tante cose di me, ma tu, che mi dici di te?"

"La mia vita non è interessante, una volta lo era ma adesso a nessuno interessa di me quindi non saprei che dirti. Vedo che sei stanca ed anche io lo sono per cui buonanotte" dico in tono forse troppo duro e poi spengo la luce.

Diana

Lo so che per lui le cose non vanno bene, lo vedo che è spezzato, che cerca un appiglio; ormai ho sviluppato una specie di empatia per le persone come me.
Ho visto dai suoi occhi che lui è diverso dalla massa di clienti che frequentano quel posto; è sembrato così dolce ed invece mi ha trattato in modo brusco: ha spento la luce per troncare quel discorso che, se non avesse voluto, non lo avrei mai obbligato a intraprendere.
Si è sdraiato sulla sua metà del letto senza fiatare e pian piano si è addormentato, senza nemmeno rivolgermi parola.
Potrei andare via poiché sono in una stanza con uno sconosciuto scontroso ma è come se qualcosa mi legasse a lui e non riuscissi a staccarmi; non so nemmeno perché sono venuta qui con lui però a volte le cose succedono senza un motivo apparente, tanto vale approfittare di queste ore di serenità e riposare.
Mi rigiro poiché non riesco a prendere sonno, sento un forte dolore al petto misto a del calore; è come se dopo tanto tempo mi sentissi completa senza volerlo, è come se sentissi la sua energia, il suo calore. Mi sembra di conoscerlo da una vita eppure non so nemmeno il suo nome. Quando ho visto i suoi occhi così belli, è stato come fare un tuffo nel passato, non so a che epoca ma io l'ho visto, non so dove ma lo scoprirò.

"Scusa... mamma, scusa, io ti voglio bene, scusa" mormora nel sonno e si agita: è sudato così decido di svegliarlo quindi apro la luce e lo scuoto.
"Calmati, non succede nulla, ci sono io qui con te"
"Scusami se ti ho spaventata, non era mia intenzione" dice ed io gli porto un bicchiere d'acqua.
Mi siedo accanto a lui, visibilmente scosso, e lo tranquillizzo

"Io non so chi tu sia ma se ti va di raccontarmi la tua storia io ti ascolto senza giudicare perché io non sono nella posizione di giudicare nessuno dopo ciò che ho passato."

"Non mi va... però per favore non andare via, stammi vicino" dice per poi sdraiarsi e sussurrare un semplice 'grazie'
Mi stendo anche io nella posizione di prima ripensando a come lui sia piombato nella mia vita dal nulla, ripensando a come ci si possa affezionare ad una persona che nemmeno si conosce e sentirsi così legato ad ella quando lui improvvisamente mi abbraccia stringendomi al suo petto: rimango stupita dal suo gesto, da lui in generale.
Sembra tutto così surreale e vista così sembra che io vada con il primo che passa ma non è così, è lui la mia unica eccezione, perché sì, l'avrò ripetuto mille volte ma lui ha qualcosa di unico che adesso non riesco ad individuare.
Lui è fragile: lo dimostra la frase che mi ha detto e lo capisco che lui ha bisogno di qualcuno ma quel 'qualcuno' non sono io, non potrò mai essere la compagna di qualcuno semplicemente perché ho troppi casini alle spalle e scoprendoli saprebbero.
Nessuno avrebbe mai voluto una come me, io non sono facile da gestire: se tu sbagli con me hai chiuso e lui aveva già sbagliato eppure erano i suoi occhi così malinconici a tenermi legata a lui.
Aveva già sbagliato ma non mi ero alzata per andar via semplicemente perché con lui mi sentivo protetta: era così alto e possente rispetto a me, era il mio opposto eppure era così simile a me...

Diana non lo sapeva ancora ma lui le avrebbe incasinato la vita; lui sarebbe stato il suo uragano, la sua eccezione tra un milione di altre persone

Angolo autrice: scusate per eventuali errori ma non ho voglia di rileggere...
Che ve ne pare del capitolo?
E della storia in generale?
Comunque questo è il capitolo in cui partirà la vera e propria storia, la loro storia.
Spero vi piaccia, un bacione. ❤️❤️

Take me home ◎Patrik Schick◎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora