Capitolo 1

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*Caro diario,
Oggi é il fatidico giorno. Lascio l'Italia e vado a studiare medicina in Maryland, USA, alla Jhon Hopkins Medical School.

Non vedo l'ora. Sono emozionatissima. Non conosco nessuno e per questo mi costruirò una nuova vita.

Certo sarò l'unica italiana, ma che questa storia vada a farsi fottere... Non mi interessa di non essere americana, e poi, chi lo sa lì? E comunque non devo dirlo per forza che sono italiana no?

Loro non prendono bene questa cosa ma magari quando riesco a fare amicizia con qualcuno posso anche dirlo.*

-Dove siamo mamma?- chiedo anziosa.
-Siamo quasi all'aereoporto tesoro. Per passare tempo leggi-
Non vedo l'ora di arrivare all'aereoporto di Roma e di fare il check in.

Sono emozionatissima. Mentre con lentezza andiamo all'aeroporto, penso a come presentarmi agli altri: ciao, sono Giulia e niente. No così non va...

Dirò le solite cose, diro che amo la medicina, dirò che voglio diventate un chirurgo, dirò quanti anni ho, dirò di essere gay, dirò..... Qualcosa.
Siamo appena arrivati all'aereoporto e mamma mi lascia entrare salutandomi come la prima volta che sono andata in gita con l'asilo.

-Ciao cioccolatino- dice quasi urlando ed io rispondo dandole un bacio sulla guancia e dicendo -ciao mamma- e mi dirigo dentro l'aereoporto.
Mi sono imbarcata da poco e mi preparo per un viaggio di dieci ore che penso non finirà mai...
Invece non é come penso.

Durante il viaggio mi addormento e il tempo passa in fretta. Arrivo in aereoporto e subito chiamo mia madre per farle sapere che sono arrivata.

Prendo un taxi e mi faccio portare fino alla Jhon Hopkins dove vivrò per gli anni che seguiranno. Entro nel campus e vado in segreteria quasi correndo.

Chiedo il mio numero di stanza e la signora dietro la scrivania mi dice -76c cara. Belli i tuoi occhi- commenta, ed io arrossisco ma senza farlo notare troppo.

É per il colore dei miei occhi e dei miei capelli che mia madre mi chiama cioccolatino.

Già, i capelli e gli occhi sono di un marrone scuro che assomiglia al colore della cioccolata. Apparte questo, mi dirigo correndo e facendo in continuazione cadere le valigie, verso la mia stanza.

Apro la porta e vedo una coppia di ragazzi che limonano attaccati al muro. Penso che la ragazza appoggiata al muro sia la mia compagna di stanza.

- Buonasera- affermo emanando dei colpetti di tosse. -Oh, buonasera.- risponde imbarazzata.

Il ragazzo esce subito ed io metto le mie valigie affianco al letto. - Piacere Giulia, e tu devi essere...- -April piacere mio. Scusaci per prima. Lui é Jackson, il mio ragazzo- afferma abbassanfo lo sguardo.

La guardo confusa ma poi rompo il ghiaccio e inizio a parlare di scuola. -da quanto sei qui?- - auattro giorni- - quindi gia conosci qualcuno- ma certo che conosce qualcuno, si é fidanzata....

- si conosco la maggior parte dei ragazzi del campus- risponde sorridendo. -Vieni, te li faccio conoscere- mi prende per un polso e mi trascina per tutto il campus fino ad arrivare in cortile.

Seduti atterra vedo dei ragazzi, che sembrano tutti sui diciannove anni, come me.-questi sono: Meredith, Cristina,Derek,Jackson,Alex,Izzie,George,Andrew,Benjamin,Miranda,Callie,Mark,Jo, Stephanie,Lea,Ellis e Owen. Allora, Mer sta con Derek, Alex con jo, Izzie con George, Cristina con Owen, io con Jackson, Callie con Mark,Lea con Ellis, Stephanie con Andrew e Benjamin con miranda.

A quanto parw manchi solo tu- -moretta, vuoi partecipare a una cosa a tre?- urla Mark abbracciando Callie. Neanche mi conoscono.... -Scusalo...- dice Callie. -April ci ha presentati nei dettagli ma tu chi sei?- chiede Lea. -

Oh, ehm... Io sono Giulia, sono nuova....- ho detto arrossendo esageratamente. Ho poi continuato dicendo quello che mi ero detta sull'aereo senza dire di essere italiana ma ecco qua...- da dove vieni?- chiede Callie -Oh, bhe... Tu?- -io sono nata in Messico ma mi sono trasferita a Los Angeles quando avevo tredici anni- -insomma non mi hai ancora detto da dove vieni!- chiede insistosa. -Oh, bhe... Ve lo dirò con il tempo...-

April mi ha trascinata in camera e mi ha detto di fare la doccia e di cambiarmi perché saremmo andate a una festa per festeggiare l'ultimo giorno di libertà. Annuisco senza essere fiera di quello che ho appena fatto e mi butto sotto la doccia.

Lentamente asciugo i capelli, che arrivano poco sotto le ascelle, così che diventino morbidi e senza nodi, come piacciono a me. Infilo un vestito di un rosso acceso e dei tacchi a spillo bianchi con una giacca di pelle bianca.

Il vestito arriva appena sopra il ginocchio ed ha le maniche ed una parte della schiena fatte di pizzo. April si é messa un vestito verde acqua e dei tacchi dello stesso colore a pois bianchi senza giacca.

Le tsa molto bens, si addice alla sua carnagione e ai suoi capelli di un rosso fuoco.

Mi fa i complimenti per il vestito, ringrazio e ci dirigiamo verso i ragazzi che ci aspettano in cortile dove erano stamattina.

Solo io e due occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora