7. PIZZO STELLA

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Era una fresca giornata di luglio e, fuori dal rifugio, tirava una venticello tipico del posto.
Mi trovavo all'Alpe dell'Angeloga a dormire nel rifugio ai piedi del Pizzo Stella insieme a un mio compagno delle elementari anche lui appassionato di montagna.
Uscimmo dal rifugio e fummo accolti da una mandria di mucche e vitelli.
Continuammo il nostro cammino e non ci fermammo nemmeno davanti ai laghetti dell'Alpe e procedemmo dritti verso i piedi della montagna.

Superato un dosso vidi un paio di marmotte che scappavano nella loro tana.

Tra i fischi delle marmotte allertate al nostro passaggio, Continuammo fino a quando il sentiero si non si fece brullo e il sentiero ci portò a una piana piena di detriti

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Tra i fischi delle marmotte allertate al nostro passaggio, Continuammo fino a quando il sentiero si non si fece brullo e il sentiero ci portò a una piana piena di detriti.
Scorsi una fonte di acqua fresca e mi avvicinati per bere da essa.
L'acqua fresca arrivò fino al cuore dandomi la carica per continuare.

Raggirammo la montagna salendola sul fianco dove il terreno era sassoso.
Si abbasso la nebbia e questo mi rattristò molto perché se persisteva non avremmo potuto vedere la spettacolare vista che si godeva dalla cima.

La nebbia portò l'umidità e le mie corde vocali si assottigliarono e se tossico usciva un suono stridulo e privo di gioia.
A metà percorso trovammo la neve e indossammo i ramponi per affrontare un piccolo nevaio che scendeva a precipizio sui lati.

Ancora avvolti dalla nebbia cominciammo la cresta anch'essa rocciosa. Speravo ancora che il cielo si aprisse ma la situazione peggiorava.
A pochi metri dalla cima incontrammo due alpinisti che si era persi nella spessa coltre bianca. Ci chiesero aiuto e mio padre gli disse di che aveva con se il GPS e; appena saremmo tornati dalla cima gli avremmo aiutati.

Purtroppo in Cima c'era solo nebbia e non mela godei abbastanza visto che non si vedeva nulla.
Presto ci accorgemmo, scendendo con le altre due persone, che stavamo sbagliando strada e se avessimo continuato per quel sentiero saremmo andati a finire in un'altra valle.
Grazie al GPS ritrovammo il giusto cammino verso casa.

Una volta alla piana piena di detriti alzai la testa per vedere la cima e rimasi a bocca aperta vedendo che non c'erano nuvole e provai stupore che poi sconfinò in rabbia e quando mi calmano divenne tristezza. Abbassai lo sguardo e vidi un branco di camosci intenti a leccare il sale dalle pietre. Scattai molte foto e mi sentì meglio.

Arrivati al rifugio mi divertì a far rimbalzare i sassi nel lago

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Arrivati al rifugio mi divertì a far rimbalzare i sassi nel lago.

I CAPITOLI SONO UN PO' CORTI MA SPERO SIANO DI VOSTRO GRADIMENTO.
VORREI RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE STANNO LEGGENDO E...LASCIATE UNA STELLINA!

LA MIA MONTAGNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora