3. MONTE SAN PRIMO

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Dalle Dolomiti cominciai a spostarsi verso le montagne Lecchesi e della Val Malenco che sono tutt'altra cosa rispetto alle prime ma che mantengono anch'esse un fascino tutto loro.

Ogni anno ho mantenuto come tradizione L'ascesa al Monte San Primo in notturna cioè con la luna piena e la neve fresca che riflette il bagliore lunare. Il monte si trova all'incrocio tra i due rami del lago di Como e funge da spartiacque. Dalla cima si vedono sia le luci della Brianza fino a Milano sia quelle di Lecco, di Como e della Valtellina garantendo un panorama mozzafiato sul lago e sulle montagne intorno.

Appena ci sono le circostanze ideali, luna piena e neve, io e mio padre prepariamo lo zaino e ci copriamo in modo che il freddo non raggiunga il corpo. Muniti di frontalino e ciaspole partiamo dai piedi della montagna che; anche se é bassa (1682 m.) é pur sempre difficile visto che c'é tanto dislivello e il freddo é insopportabile.

Inizialmente bisogna salire una ripida pista da bob e pensai a tutto quei bambini che durante la giornata scendevano in bob dalla pista a velocità paranormali credendo di essere i piloti di formula uno. Una volta raggiunto il rifugio sopra le piste il freddo cominciò a farsi sentire e la luna era ormai alta nel cielo nero puntellato quà e là dalle stelle distanti aniluce da quel piccolo puntino sulla terra che ero io.

Presto imboccammo un sentiero nel bosco e cominciò a salirmi un nodo alla gola a causa della paura immaginandomi un orso o un clown saltare fuori dal buio degli alberi e aggredirmi...cosa avrei potuto fare? Aumentati il passo e Arrivammo presto a un passo chiamato il crap perche, anche d'estate, era privo di vegetazione  a causa del forte vento ma da dove si poteva ammirare tutta la Brianza e i paesini che la compongono.

Quel giorno c'era piú vento del solito e appena ci incamminammo lungo la cresta affilata come un rasoio mi sentivo come una foglia in autunno che sta per essere staccata dal proprio ramo da una forte raffica di vento. Il freddo mi aveva bloccato le dita delle mani e dei piedi e l'unico rumore che sentivo era l'ululare del vento; percepivo solo il mio naso bagnato e il giaccio che si stava formando sul lato sinistro del mio volto.

La cima sembrava non arrivasse mai ma ecco che inaspettatamente, quando stavo per perdere ogni speranza, vidi la croce a una spanna dalla mia faccia! Per fortuna mi sono fermato prima del passo fatale che mi avrebbe portato contro la croce in ferro. Io e mio padre costruimmo un riparo con la neve per poter mangiare un panino al riparo del vento. In quel momento mi sentivo come il piú forte alpinista esperto che scala una vetta facendo per la prima volta fatica.

Il tempo per un paio di foto al paesaggio sotto di noi e poi siamo partiti a tutta birra per la cresta in modo da non sentire il freddo e solo allora mi accorsi che se nel salire avessi fatto un passo azzardato mi sarei trovato piú di 700 m

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Il tempo per un paio di foto al paesaggio sotto di noi e poi siamo partiti a tutta birra per la cresta in modo da non sentire il freddo e solo allora mi accorsi che se nel salire avessi fatto un passo azzardato mi sarei trovato piú di 700 m. sotto.

PRIMA DI TUTTO VORREI RINGRAZIARE I LETTORI E MI SCUSO SE I CAPITOLI SONO UN CORTI.
NEL PROSSIMO CAPITOLO RACCONTERÒ DI UNO DEI MIEI PRIMI 3000.

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