6. MONTE ROSA

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Non ci credo neanche io... 11 anni ed ecco che scalo il mio primo 4000: il Monte Rosa.
Io e mio papa ci siamo uniti a un corso alpino di quattro giorni ad Alagna (per poi continuare sul Rosa) per imparare le tecniche di scalata, i nodi, come si arrampica su roccia...e infine, come gran finale, la Punta Parrot che é un 4000.

Abbiamo dormito al rifugio Mantova a 3498 m.

Ci siamo svegliati, che era ancora buio, verso le 5:00 ed eravamo pronti alle 6:30 con 2 cordate da 5 per sicurezza

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Ci siamo svegliati, che era ancora buio, verso le 5:00 ed eravamo pronti alle 6:30 con 2 cordate da 5 per sicurezza.
L'adrenalina era alle stelle...finalmente stavo per compiere un passo importante per me verso un traguardo che mi sembrava impossibile.

Presto il sentiero immacolato di neve ci portò al ghiacciaio.
Procedavamo lentamente in fila indiana zigzagando verso il rifugio Gnifetti sapendo che non dovevamo sprecare energie perché ci attendeva una dura salita.

Camminavo a testa bassa e solo durante la sosta mi accorsi di quanto fossero enormi i crepacci che ci circondavano.
Le guide avevano paura che qualcuno di noi (con questo "noi" intendo io) reagissero in modo anomalo raggiunti i 4000 m. Ma una volta superato l'ultimo crepaccio, una voragine da far paura anche anche agli orchi che sconfinava con i 4000 m., stavo meglio di tutti e ammiravo fiero il paesaggio intorno mentre la maggior parte dei miei compagni di cordata tossiva e gli girava la testa.

A destra, a detta delle guide, si reggeva imponente il Liskam con la sua affilatissima cresta. La Parrot era lontana e affiancata dalla punta Gnifetti con sopra il rifugio Margherita (rifugio piú in alto d'Europa); a destra di esse scintillava come un diamante la piú alta fra tutte: la Dufor. Alla mia destra c'erano altre cime come il Corno Nero e lo Swarzhorn ed altre dai nomi impronunciabili

 Alla mia destra c'erano altre cime come il Corno Nero e lo Swarzhorn ed altre dai nomi impronunciabili

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Corno Nero (Sopra).

Cima Dufor (sopra)

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Cima Dufor (sopra).

Cima Dufor (sopra)

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Liskam (sopra).

Punta Parrot (sopra)

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Punta Parrot (sopra).

Punta Gnifetti e Rifugio Margherita (sopra)

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Punta Gnifetti e Rifugio Margherita (sopra).


Ci fermammo per bere del té caldo mentre ci slegavamo e formavano cordate piú piccole da 2 o 3 componenti ciascuna ma dopo pochi passi una signora cominciò a stare male e fummo costretti a cambiare programma e svoltammo leggermente a destra verso lo Swarzhorn che con i suoi  4320 m. sarebbe diventato il mio primo 4000.

Ci incamminammo per la sottile cresta e per la prima volta nella mia vita non provavo fatica a salire una montagna talmente ero felice e non facevo che sorridere al sole.
In un batter d'occhio arrivammo in cima e alzai le braccia in simbolo di vittoria come fanno i ciclisti appena vinta la tappa.
Da li riuscivo a vedere il Cervino in tutta la sua maestosità. Vedevo anche il Monte Rosa e il Monviso in lontananza.
Dall'altra parte la mia vista arrivava fino alle Alpi Lepontine e a quelle Lombarde.
Non volevo piú andarmene ma quando la guida ci informò che saremmo riusciti a salire altri due 4000 li vicini non melo feci ripetere due volte.

Il Corno Nero si innalzava sopra la mia testa che sembrava stesse per cadermi addosso.
Dovevamo superare una lunga crepacciata finale in salita ma ormai nulla mi avrebbe ostacolato...neanche un crepaccio.
Superato cominciammo a salire quasi in verticale ma; con l'aiuto della picozza arrivai in cima.
Pensai che la vita fosse come un film; tu sei il protagonista e devi recitare come ti pare e piace. C'é un regista e ci sono altri personaggi che recitano insieme a te. Una volta che muori é come se ti dimetti e diventi uno spettatore.

L'altra cima a un nome impronunciabile che nemmeno mi ricordo. Su essa c'é un bivacco e per raggiungerla bisogna scalare un pezzo di roccia aiutati da dei gradini artificiali.
Una volta ridiscesi ci dividemmo in due cordate.
La mia arrivò per prima visto che io scendevo come un pazzo per la felicità.
Ero talmente sceso velocemente che un mio compagno vomitò fino a sera a causa del tanto dislivello in poco tempo.

Sono stati i quattro giorni piú belli della mia vita che non scorderò mai.

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AL PROSSIMO CAPITOLO!  

LA MIA MONTAGNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora