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È vero, sono un ragazzo molto curioso io ma chiunque, vedendo tutto ciò, sarebbe stato incuriosito.

Erano strane quelle ragazze. La notte non riuscivo a dormire perché dalla loro casa uscivano rumori assordanti come una canzone rock, padelle e piatti che cadono e si rompono, mobili che si spostano, fischi lunghi, bassi, fastidiosi.

Facevo sprofondare la mia testa nel cuscino ma non c'era niente da fare: dal loro arrivo io non avevo più chiuso occhio.

Quando dissi ciò ai miei genitori, mi risposero che era impossibile perché loro dormivano come pascià. Io non avevo parole.

Una mattina non troppo soleggiata, presi la mia bicicletta per andare a scuola. Stavo passando come mio solito davanti alla casa delle nuove ma qualcosa mi impedì di proseguire tranquillamente.

C'era un inaffiatoio che fluttuava nell'aria.

Volteggiava leggiadro, s'inclinava verso i fiori e l'acqua usciva: sarebbe stato tutto normale se ci fosse stato qualcuno lì a tenerlo in mano. Ma non c'era nessuno...

Non posso descrivervi bene la mia espressione in quel momento.
Vi dico solo che rimasi impalato per un bel po' ad osservare questo fenomeno paranormale come presumo tutti avrebbero fatto.

Non so come ma poi apparve Sana, una delle nove ragazze.
Era lei che reggeva l'innaffiatoio, ed era apparsa dal nulla, come la donna invisibile dei Fantastici 4.

Mi guardò, sorrise, mi salutò. Lo feci pure io e poi me ne andai a scuola.

Quando lo dissi al mio migliore amico, lui mi disse che ero pazzo. Logico, anche io avrei detto così! Ma non ero pazzo! Io l'avevo visto con i miei occhi.

Appena tornato a casa, le spiai da dietro la tenda: avevo la fortuna che la mia finestra si affacciasse sul loro giardino quindi potevo tenere bene sotto controllo i movimenti ambigui.

Infatti, come attendevo, dopo un po' accade qualcosa.

Nayeon uscì dalla porta di casa e tra le mani aveva delle aste di ferro battuto. Andò al centro del giardinetto e le appoggiò a terra tornando poi dentro casa. Fin qui era tutto normale ma poco dopo, rieccola: ha le assi in mano, cammina, le appoggia, ritorna dentro casa.

Ancora: esce, cammina, appoggia, entra.
Ancora: esce, cammina, appoggia, entra.

La mia faccia si contorse in un'espressione inquieta poichè questi movimenti continuarono così per un'ora intera!

La cosa che mi lasciò più sconvolto fu che tutto ciò che faceva si ripeteva senza imperfezioni, in modo meccanico, come se qualcuno l'avesse impostata in precedenza per compiere questo lavoro noioso e faticoso.

E se fosse stata un Robot?

C'erano troppe domande che mi passavano per la testa, ero confuso e insicuro.

L'unica cosa di cui ero certo però era che quelle nove ragazze avevano qualcosa da nascondere e io volevo assolutamente scoprire cosa.

-no signal-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora