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6:12 am

Era passata circa una settimana da quando aveva dormito con Jiyong, e aveva provato letteralmente di tutto pur di non ripensare a quell'episodio. Aveva provato ad andare in piscina, in palestra, una passeggiata al parco, ma niente. G-Dragon era ancora lì, fisso nella sua mente. Aveva provato anche a comporre qualcosa, ma le uniche frasi che gli venivano in mente erano ispirate a quel ragazzo.
Il vero problema era arrivato quando aveva provato a dimenticarlo andando a letto con una ragazza incontrata in un bar. Si era ritrovato a chiedersi se ne valesse davvero la pena di svegliarsi accanto a lei il giorno dopo, e la risposta era no; lei non era Jiyong. Così l'accompagnò al suo appartamento poi se ne andò, lasciandola completamente spiazzata, visto che evidentemente si aspettava qualcos'altro.
Non aveva provato niente, baciandola. Non nel senso che non aveva provato nessuno sentimento, perché quelli era ovvio che non ci fossero. C'era proprio lo zero assoluto. Sarebbe stato più emozionante baciare un muro di mattoni.
Poi si chiese chi avrebbe voluto baciare, e l'unica cosa che riempiva i suoi pensieri erano le labbra del loro leader.
Riflettendoci, gli capitava spesso di fermarsi ad osservarle, mentre parlava con il suo amico. Non lo faceva di proposito, semplicemente non se ne accorgeva, quindi non poteva fare nulla per evitare che i suoi occhi scivolassero sulla bocca del minore.

Non si era nemmeno accorto che per lo stress aveva tirato fuori una sigaretta e aveva cominciato a fumarla, anche se gli altri gli dicevano sempre di non farlo in casa.

Sentiva che stava per impazzire. Insomma, lui era etero, giusto?
Sì, certo che lo era. Non c'era bisogno di metterlo in dubbio, era un dato di fatto. Era sempre stato con delle donne, mai uomini.
Era solo confuso e tutta questa situazione era solo uno sbaglio, i suoi pensieri inopportuni.

Eppure sentiva che non sarebbe mai riuscito a mettere Jiyong da parte.

Poi si ricordò della conversazione avuta con gli altri tre membri dei BigBang. Non ci aveva dato molta importanza perché pensava che lo stessero solo prendendo in giro, ma ora non ne era più così sicuro. Magari aveva dato loro motivo di credere che fosse interessato a Jiyong. Magari loro si erano accorti di qualcosa che lui non riusciva ancora a vedere.

O era semplicemente scemo a farsi tutte queste paranoie e credere che quei tre potessero essere davvero così svegli e perspicaci.

Fu risvegliato dai suoi pensieri da una porta che sbatteva, quella d'ingresso. Poi qualcuno che saliva le scale cercando di fare meno rumore possibile. Si chiedeva chi potesse essere, alle 6 del mattino, così uscì dalla cucina per trovare Jiyong, scarpe e giubbotto in mano, intento a salire i gradini.

— Come mai torni a quest'ora? — chiese, facendo sobbalzare il più piccolo, che non si era minimamente accorto della sua presenza. Sapeva esattamente cosa l'altro avesse fatto la sera prima - non ci voleva un genio per capirlo - e, per qualche strana ragione, gli faceva male, ma voleva comunque sentirlo dalla bocca dell'altro, se ne aveva il coraggio.

— Buongiorno anche a te, Hyung — rispose lui, con tono ironico.

Il maggiore alzò le sopracciglia, per invitarlo a rispondere alla sua domanda, ignorando il sarcasmo di Jiyong.

L'altro colse il gesto — Sono rimasto a lavorare fino a tardi, tutto qua. —

Mente, si disse, e questo lo faceva stare peggio.

— Tu invece cosa ci fai in piedi così presto? — continuò, sviando argomento.

— Non ho dormito bene — disse, passando una mano sugli occhi.

— Come mai? —

Dovette riflettere un attimo, prima di rispondere — Troppi pensieri — poi tornò in cucina.

G-Dragon, invece, andò in camera sua a stendersi sul letto.
Sicuramente Seunghyun non si era bevuto la sua scusa, ma cos'avrebbe dovuto fare altrimenti? Dirgli: «Scusa, sono stato fuori e mi sono fatto sbattere da un ragazzo incontrato solo venti minuti prima; tutto questo per dimenticare te, che non ricambierai mai i miei sentimenti. Ma, tranquillo, non te ne faccio una colpa»? Era assolutamente fuori discussione.
E, peggio ancora, era più che convinto che l'altro ora lo considerasse al pari di una troia.

Ma non era questo il caso del rapper, che non pensava nulla di tutto ciò.
Era solo frustrato perché non riusciva a risolvere il casino che gli si era creato in testa e che sembrava peggiorare ad ogni secondo.
Era difficile spiegare ciò che provava. Era arrabbiato, perché il suo migliore amico aveva preferito mentirgli invece che confidarsi con lui, anche quando era palesemente ovvio che non aveva creduto alla sua bugia. Ma allo stesso tempo, pensare che Jiyong non si fidasse più di lui, lo rattristava.

In un primo momento era stato pure geloso, anche se sapeva perfettamente che non aveva nessun diritto per esserlo.
Oltre alla gelosia c'era anche delusione, per il comportamento del più piccolo. Possibile che avesse una così bassa considerazione di sé stesso da andare a letto con chiunque?

O magari aveva iniziato a frequentare qualcuno seriamente.

Quel breve pensiero gli fece uno strano effetto, come un secchio d'acqua fredda addosso, e cercò di cacciarlo immediatamente dalla testa.
Aveva già visto G-Dragon uscire con dei ragazzi, ma le sue relazioni non duravano mai più di un mese. Egoisticamente, era felice del fatto che il loro leader non avesse fortuna in amore, perché odiava ogni singolo ragazzo che gli veniva presentato come il nuovo fidanzato di Jiyong.
Ogni volta che ne arriva uno, non provava neanche ad essere gentile con lui, perché tanto sarebbe sparito in poco tempo, e lui non vedeva l'ora che ciò accadesse.
Credeva che tutto questo fosse normale, come un senso di iperprotettività nei confronti del suo migliore amico, ma ora cominciava a guardare le cose da un'altra prospettiva.

Con tutti quei pensieri, iniziò a sentire un leggero mal di testa. Così salì al piano di sopra per andare in camera sua a sdraiarsi sul letto.
Prima di raggiungere la sua stanza, si fermò davanti a quella di Jiyong, la cui porta era semi-aperta. Vi sbirciò dentro per vedere l'altro ragazzo che dormiva con la testa immersa nei cuscini, girato verso l'entrata.
Si immaginò accanto a lui, a stringerlo tra le sue braccia, come quella sera.

Con l'immagine di loro due,  abbracciati l'uno all'altro, ancora ben impressa nella mente, chiuse la porta della stanza del più piccolo ed entrò nella sua.
Non poteva più nasconderlo, nemmeno a sé stesso: provava qualcosa per il suo migliore amico.

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ok, lasciamo perdere
spero vi stia piacendo anche se è assolutamente no sense ahah

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