•Chapter 2•

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19 settembre 1967

James' pov

Dio solo sa quanto io sia incazzato con Janis in questo momento; quella ragazza mi faceva diventare pazzo.
Si rovinava la vita per cosa, poi? Per niente.
Io e i ragazzi continuiamo a dirle di smetterla, ma ha la testa dura e come sempre non vuole ascoltarci.
Tornai in studio dagli altri e sbuffai nervosamente sedendomi su una sedia. I restanti membri ancora in sala mi guardarono preoccupati.

"James va tutto bene?" Chiese Peter Albin, un altro chiatrrista.

"No che non va tutto bene." Risposi nervoso.

"Che è successo? E dov'è Janis?" Mi chiese nuovamente, con tono più preoccupato.

"Non lo so. Era fuori fino a poco fa, ho provato a parlarle, aveva una siringa, è scappata e l'ho inseguita ma poi non so più dove è andata." Parlai velocemente e con tono nervoso.

Vidi gli altri scambiarsi uno sguardo, per poi tornare a guardare me.

"Cosa pensi di fare adesso?"

"Non lo so" sbuffai stancamente.

"So solo che non voglio lasciare Janis in quello stato" continuai.

"Anche se mi ha fatto incazzare parecchio" ripresi subito dopo.

"Che ti ha detto?" mi chiese il mio amico sedendosi accanto a me.

"Che non le interessava di niente, che ci preoccupavamo invano e stronzate varie" parlai tornando nervoso.

Strinsi i pugni.
Non è giusto, non accetto tutto ciò.
La droga stava portando via da me il leader del gruppo e la mia migliore amica.
Quella merda la stava cambiando, non era più la Janis che conoscevo ormai, la stavo perdendo lentamente.
Ma non mi sarei arreso.
Sarebbe potuta essere testarda quanto voleva, ma non sarebbe mai riuscita a fermarmi senza prima aver lottato; perché si sa, per le persone fare bisogna fare qualche sacrificio a volte, mettendo la loro salute prima della nostra, in casi estremi.
Mi alzai di scatto.

"Dobbiamo aiutarla." Parlai all' improvviso, dopo un breve periodo di silenzio.

"Come pensi di fare? Prima hai detto che è scappata via, no? Sarà come cercare un ago in un pagliaio" parlò Nick Graventines, una delle voci del gruppo, guardando in basso.

"Cerchiamo prima nel posto più ovvio"

"Ovvero?" Parlò nuovamente Peter

"Casa sua. Allora ci state?" Parlai in tono deciso.

Tutti quanti annuirono, e insieme andammo dal nostro manager per chiedere il permesso per uscire, a cui ovviamente rispose no.

"Come sarebbe a dire no?!" Sbottai incazzato.

"Un no è un no. Dovete prima finire le prove." Rispose mantenendo un tono fermo.

"Ma noi-"

"Dov'è Janis?" Parlò guardandoci uno ad uno.

"È questo il problema. È scappata via."

"Scappata?"

"La prego ci permetta di andare a cercarla" supplicai stancamente.
Sospirò e poi rispose.

"Non metteteci tanto."

Corremmo fuori dall' edificio e ci dirigemmo, sempre correndo, a casa di Janis che per fortuna non era lontanissima.
Appena arrivati suonammo il campanello e aspettammo che lei ci venisse ad aprire, cosa che ovviamente non successe.
Suonai nuovamente ma niente di nuovo.
Ci guardammo tutti preoccupati prima di bussare violentemente alla porta.

"Janis aprici! Siamo noi!" Urlai battendo più forte.

"Janis!" Ripetei gli stessi gesti.

"Credo di sapere dove sia Janis..." parlò Nick tristemente stando alla finestra.

Immediatamente mi precipitai da lui e lo spostai per vedere.
Mi ritrovai davanti agli occhi uno spettacolo che non avrei mai voluto vedere nella mia vita.
Janis accasciata a terra con una siringa usata in mano.
Mi precipitai di nuovo alla porta e cercai di sfondarla con la spalla mentre lacrime di rabbia minacciavano di scendere dai miei occhi.

"James calmati ti prego..." parlò tristemente Sam Andrew, il terzo ed ultimo chitarrista del gruppo.

"No Sam, non mi calmo per niente" parlai continuando a fare spallate violente alla porta cercando di aprirla.

"Fanculo...ragazzi aiutatemi!" Urlai dando spallate più forti.

Nick e Sam immediatamente vennero in mio aiuto, mentre gli altri membri del gruppo tentavano di aprire le finestre.

Finalmente riuscimmo ad entrare sfondando definitvamente quella maledetta porta.

"Janis!" Corsi immediatamente da lei
Non si muoveva.

"Dio...perché?.." mi inginocchiai accanto a lei.

D'un tratto lei aprì gli occhi, e scattò subito in piedi.

"Ragazzi è stato fighissimo!" Parlò mettendosi a ridere subito dopo
Io rimasi inginocchiato a terra a fissare un punto.

"...già, davvero fantastico." Mi alzai.

"Janis per l'amor di Dio, ci hai fatto spaventare!" Intervenne Nick.

"Janis porca puttana, devi smetterla!" Urlai in preda ad una crisi di nervi.

"Goditi la vita una buona volta!" Sbuffò lei.

"Qui non si tratta di godersi la vita, si tratta di rovinarsela!"

"Dio, James, sei troppo stressante!"

"Ma ti senti quando parli?!"
Ero veramente incazzato.

"Sto solo cercando di aiutarti!" Continuai.

"Standomi addosso?" Parlò poi.

"Dovresti lasciarmi in pace una volta tanto." Continuò.

Non ci posso credere. Non puo' averlo detto sul serio.

"Senti, sai cosa? Drogati pure, fai quello che ti pare. Io sto solo cercando di aiutarti a te fai così? Benissimo, ma poi non venire a piangere da me." Dissi semplicemente per poi andarmene, sbattendomi la porta alle spalle.

Gli altri membri del gruppo guardarono Janis per poi andarsene, lasciando la ragazza sola e confusa.

Drugs // J.JDove le storie prendono vita. Scoprilo ora