Capitolo 2

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Il saluto del vento

Ti manderò un bacio con il

vento e so che lo sentirai

-Pablo Neruda

Jaqueline e Viviana erano già fuori, davanti all'entrata del monastero.Quattro stalloni di incredibile bellezza brucavano l'erba ai loro piedi con le code sinuose che sbattevano nervosamente contro le loro stesse gambe. Dyana e Iris uscirono insieme dall'edificio e il vento le salutò subito solleticando i loro visi. Viviana era già salita in sella al suo cavallo e sorrideva alla ragazze. Dyana si issò sull'animale con destrezza e una volta che furono tutte pronte partirono senza dire una parola.

Il sole non aveva perso il suo colorito pallido e la nebbia aveva abbandonato il cielo per distribuirsi lungo le creste delle colline. Tutto agli occhi di Dyana era casa. Ovunque si girasse, qualsiasi cosa guardasse era ricoperta da quel velo di piacevole familiarità. Anche il sentiero sembrava improvvisamente riportare tutte le impronte che loro ci avevano lasciato in quegli anni: ogni singolo ciuffo d'erba, ogni sasso e ogni granello di terra.

Gli zoccoli dei cavali producevano un suono ritmato che accompagnava le quattro donne. Jaqueline e Viviana stavano davanti confabulando, mentre Iris e Dyana stavano dietro in silenzio. I ricci biondi dell'amica rimbalzavano frenetici sulle sue spalle ad ogni passo e la bruciatura spiccava sul braccio.

-Ti fa male?- le chiese. 

Iris sembrò riemergere dal suo mondo.

-Che cosa?-.

-Ti ho chiesto se ti fa male-ripeté con un cenno del capo verso il braccio.

-Oh, non molto, anzi non lo sento neanche-.

Dyana scosse la testa sorridendo tra sé. Era incredibile come Iris cercasse sempre di nasconderle ciò che provava. Dyana ormai l'aveva imparato e aveva smesso di insistere.

-Non vedo l'ora di arrivare a Ruthian- disse Iris con un sospiro.

-Ti è mancata così tanto?- chiese Dyana sentendosi un pò offesa.

-Beh, è comunque la città in cui sono nata-.

E dove ho vissuto con i miei genitori prima che morissero, concluse Dyana nella sua testa e strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche cercando di nascondere la tristezza che provava. 

-Però non potrei mai dimenticare il monastero-. 

Dyana le lanciò un sorriso che l'altra ricambiò. Sapeva che anche lei stessa era importante per Iris, ma sapeva anche che l'amica non l'avrebbe mai ammesso, o comunque non l'avrebbe mai detto a voce alta. A Iris non piaceva aprirsi troppo, con nessuno, neanche con lei.

-Io non ho mai visto Ruthian- notò d'un tratto Dyana -ma ho visto molte immagini nei libri che ci sono nella biblioteca, sembra davvero bellissima-.

Iris sorrise compiaciuta.

-Ti piacerà tantissimo ne sono certa!- esclamò ridendo. 

Dyana non potè fare a meno di sorridere a sua volta.

-Potresti portarmi a vedere la tua vecchia casa!- esclamò, ma non appena pronunciò quelle parole si rese conto di quanto fossero state sbagliate.

Iris, infatti, si rabbuiò in volto aumentando la presa sulle redini. 

-Già...- mormorò con lo sguardo che tentava di perdersi tra i sassi e la terra della strada -se capita l'occasione potremmo andare-. 

E ciò voleva dire che non ci avrebbero mai messo piede, com'era giusto che fosse. Dyana sapeva quanto fosse difficile per Iris affrontare la morte dei suoi genitori. Non era mai stata brava ad esternare i suoi sentimenti e quando si trattava di parlare di loro si chiudeva ancora di più in se stessa. 

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