Cercando di non farsi prendere dai sentimenti

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-Ti accompagno nella tua camera ok, hai bisogno di riposare- Disse il biondo al mio orecchio. Io annui, e dopo che mi fui completamente staccata da lui ed ebbi ripreso il controllo di me stessa e delle mie emozioni sussurrai: -Non dirlo, non dire a nessuno che ho pianto men che meno a mio fratello, chiaro?- Dissi tentando un' aria minacciosa che faticava a mostrarsi visto che avevo appena finito di piangere tra le sue braccia. -Ok non lo dirò a nessuno- Rispose lui fingendosi lievemente spaventato ,probabilmente per tirarmi su il morale, e con un tono ancora preoccupato. -Se non sono indiscreto, vorrei chiederti perchè non volevi che ti chiamassi 'rossa'?- Disse osservandomi attentamente cercando di cogliere ogni minimo mutamento delle mie espressioni facciali. -Mio padre, mio padre mi chiamava così- Risposi mentre il mio viso rimase impassibile e ricoprivo il mio cuore da uno spesso strato di apatia, che mi aveva sempre caratterizzata. -Stai bene? Intendo ,sai, se stai meglio di prima?- Disse continuando ad osservarmi. -Grazie per l' interessamento ma non ti riguarda come sto- Risposi fredda senza alzare lo sguardo verso di lui per paura che i suoi occhi dorati abbattessero il muro che avevo creato intorno a me. Nel frattempo mi accorsi di essere arrivata davanti alla mia stanza provvisoria così ringraziai il mio accompagnatore e entrai nella mia stanza, dove mi attendeva Jonathan con uno sguardo arrabbiato e preoccupato insieme, che mi fece venire voglia di tornare dagli occhi dorati del biondo a farmi fare un lastra a raggi x . -Clarissa dov' eri finita? Perchè eri con l' Herondale? Avvisa la prossima volta prima di andare ad allenarti senza di me. Stai bene? Perchè hai gli occhi rossi? Hai pia- - Iniziò a parlare come un fiume in piena lui. Per fortuna riuscì a fermarlo prima della fatidica domanda dicendo: -Ora vorrei andare a dormire Jonathan. Ne parliamo domani-. -Ok, vuoi che resti a dormire con te?- Disse Jonathan guardandomi con occhi dolci e protettivi. Sapeva che avevo bisogno di conforto. -Si perfavore- Risposi ascuigandomi una lacrima di gioia sapendo che il mio fratello e parabatai sarebbe rimasto accanto a me per sempre. Così una volta che ci fummo messi in pigiama entrammo sotto le coperte e mi addormentai sentendo il suono del suo cuore andare all' unisolo con il mio.

Come un diamante in mezzo alle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora