L' Istituto

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-Jonathan e Clarissa Morgenstern e siamo qui per chiedere il vostro aiuto- Rispose Jonathan scrutando il nostro interlocutore. -Morgenstern, eh? Vado a chiamare Maryse, comunque piacere Jace Herondale- Disse questo porgendo la mano prima a mio fratello e in seguito a me. -Entrate pure, Maryse arriverà subito- Io e Jonathan ci lanciammo uno sguardo interrogativo sul da farsi, non ci eravamo mai fidati dei Nephlim fuori da Idris, anche se decidemmo di entrare.

Dopo circa cinque minuti da quando 'Jace' ci fece entrare arrivò ,da quanto avevo capito, una dei due comandanti dell' Istituto di New York, Maryse. La donna dai lunghi capelli corvini catturati in una coda perfetta, incuteva abbastanza paura considerando i suoi scrutatori puntati su di me e su mio fratello, ero sicura che sapesse cosa era successo ai nostri genitori, infatti ,a tratti, sembrava ci guardasse con empatia e dispiacere, mentre in altri sembrava interessata a sapere perchè eravamo lì a chiedere aiuto ,noi, due dei più bravi Nephlim del nostra rispettiva annata.  -Buongiorno sono Maryse Lightwood, con chi ho il piacere di parlare?- Disse la donna gentilmente, anche se ero sicura che ci avesse riconosciuti, dopotutto lei era una vecchia amica dei nostri genitori anche se non si parlavano da quando Jonathan non aveva 3 anni ed io 2, a causa di un litigio in merito a non so cosa. -Piacere Jonathan e Clarissa Morgenstern, siamo qui per chiedere il vostro aiuto- Rispose in modo educato ma fermo Jonathan, come solo lui sapeva fare ; mentre io pensavo ancora al viso dell' uomo dei miei incubi che lì a poco, nel caso avessero deciso di aiutarci, avrei dovuto descrivere, come avrei fatto senza scoppiare in lacrime e tremare al ricordo non lo sapevo ancora, ma speravo di aver la possibilità di scoprirlo. Maryse sembrò scrutarci ancor di più di prima. -Ditemi per cosa vi serve il nostro aiuto e vi dirò se posso aiutarvi- Rispose con tono gentile la donna, che ormai non mi incuteva più neanche una bricola di paura. Così sorrisi, con un sorriso sincero, guardai un' ultima volta mio fratello in cerca di approvazione e iniziai a raccontare il tragico avvenimento trattenendo, fortunatamente, le lacrime.                                                                                        

Come un diamante in mezzo alle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora