La storia di un Daeva

Prologo

Dalla grande catastrofe sono passati ormai innumerevoli anni. Solo i Daeva più anziani ne hanno memoria.
All'inizio un Dio creò un mondo di immane bellezza, abitato solo da animali.
Più tardi ,egli, creò i dragonidi, creature umanoidi, per metà uomini e metà draghi, il cui compito era quello di regnare sugli altri.
Le prossime creature, date vita dal Dio furono gli umani, che cominciarono a prosperare e autogovernarsi.
In questi anni i dragonidi divennero sempre più assetati di potere e si ribellarono al Dio stesso,pretendendo il suo potere,l'etere, si diedero un nuovo nome:Daritra e tutto ciò che non riuscivano a conquistare veniva distrutto.
Gli umani si opposero ma erano in pochi e anche troppo deboli per far fronte a una minaccia di tale calibro.
Il Dio impregnò di etere due umani, dando vita ai Daeva, esseri alati e immortali.
Tuttavia la guerra non era facile neanche per questi guerrieri semidei, che crearono lo scudo di etere intorno al regno degli umani in modo che quella razza potesse tornare a prosperare come un tempo. La strategia funzionò. Là, sotto allo scudo, della guerra arrivavano solo brandelli lontani.
Dopo millenni si tentò di proporre la pace, il consiglio infuriò di dibattiti infuocati e dopo anni i membri furono costretti ad accettare la proposta.
Abbassarono lo scudo e fecero entrare la delegazione dei Daritra all'interno del regno. Non si sa bene cosa sia successo dopo ma la terra inizio a tremare e frantumarsi, il mare inizio a gettare i suoi flutti fino l'entroterra, il cielo diventò di fuoco e cominciò a cadere sul pianeta, il mondo si separò in due e altri frammenti, di una terra prosperosa e devastata al tempo stesso, cominciarono a volare e distruggere ogni cosa, in un attimo fu il caos.
I due Daeva andarono ai lati opposti del mondo ormai distrutto, svuotarono i loro corpi di etere sacrificando la loro vita per salvare quella del pianeta e di miliardi di uomini.
Da qui iniziò una nuova sfida, quella per i sopravvissuti, di creare una nuova vita in un mondo che,ormai, non è più il loro.