Capitolo 1> Il nuovo mondo

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Una foresta, di un verde bellissimo si stagliava dinanzi al panorama, si fermava solo alla fine dell'orizzonte di quella terra, ormai tornata a prosperare di ricchezza e sapere come un tempo.
Era la terra del sud,dove regnava un estate perenne, accompagnata dal clima tropicale di quel piccolo spazio di paradiso.
Dopo la grande catastrofe, i sopravvissuti di quel luogo, cominciarono a costruire una nuova vita, riuscirono a creare città splendenti di luce, città di cristallo, città piene di vita, come se quello che fosse successo fu solo un incubo, da cui si fossero risvegliati.
Si diedero anche loro un nuovo nome, si chiamarono Angeli e sotto quel nome iniziò a prosperare una nuova razza.
La terra ricrebbe e da essa spuntarono fiori tropicali mai visti prima, alberi talmente alti che si credeva toccassero il cielo, fino ad arrivare al Dio, e mari talmente blu da sembrare il cielo sulla terra.
Tutti abitati da nuove creature, dal fare elegante e leggiadro, perfino gli animali più pericolosi sembravano innocui. Subito ricomparvero anche i Daeva, che iniziarono a proteggere militarmente la nuova patria.
Ma i problemi non tardarono ad arrivare, in molti luoghi comparvero strani squarci dai quali venivano fuori strani frammenti.
Il popolo, agitato, chiese aiuto ai Daeva che mandarono dei soldati a ispezionarli, ma nessuno fece mai ritorno.
Con il desiderio di avventura, altri Daeva entrarono. Quello che si scoprì fu sconvolgente:
Gli squarci conducevano al centro del mondo, che ormai era distrutto.
Era un luogo talmente pieno di etere che volare era più facile di camminare.
La geografia di quel luogo era strana, quasi bizzarra, grazie all'etere intere placche di terra,grandi come continenti, fluttuavano, tra loro c'era il vuoto.
Sulle placche c'erano cristalli di ogni tipo: zaffiri, rubini, diamanti, smeraldi e molte altre pietre sconosciute. Il territorio era prevalentemente vulcanico e quando la luce della lava, si scontrava con i cristalli dava vita a uno spettacolo strabiliante.
I coloni, chiamarono quel luogo Abisso proprio per l'abisso che si trovava sotto i loro piedi.
Però ben presto si accorsero che non erano soli, quel luogo era stato scoperto anche da altri prima di loro, i Daritra.
Subito iniziò una guerra sanguinosa, clangore di spade e urla strazianti risuonarono per l'Abisso.
Inaspettatamente si aprirono altri squarci, ma erano diversi, erano tenebrosi e l'etere sembrava avere un'altra consistenza.
I Daeva non diedero molta attenzione a questi particolari in un momento del genere.
Ne attraversarono uno.
Si trovarono in un altra terra, diversa dalla loro, questa era cupa,buia e fredda. Davanti a loro una landa innevata che continuava fino all'orizzonte. Sopra le loro teste scorsero nel cielo buio la loro terra, calda e luminosa. Non tardarono a capire che si trovavano nelle terre nord del mondo.
D'innanzi ai Daeva, si stagliavano delle figure,delle sagome, quando gli occhi si abituarono all'oscurità videro delle creature, più simili ad animali che a uomini, le mani e i piedi terminavano con artigli affilati come spade, sul loro dorso cresceva una criniera simile a quella dei cavalli, probabilmente per sopravvivere alle temperature polari di quel luogo, i loro occhi ardenti erano infuocati di energia vermiglia, essi rivelavano che erano pronti a contrattaccare alla prima mossa falsa, e le ali, dei Daeva di quel luogo oscuro, erano nere come la notte che li avvolgeva.
Davanti a loro avevano altri sopravvissuti della grande catastrofe, avevano davanti i loro fratelli e le loro sorelle.

La storia di un DaevaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora