Possessione

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  In numerose culture e religioni il termine possessione viene utilizzato per indicare la presenza, all'interno di in un essere vivente, di una entità di tipo soprannaturale. Tale entità (identificata spesso come un demone o un diavolo) prenderebbe il completo controllo dell'essere ospitante e si esprimerebbe e agirebbe attraverso di esso.
L'essere invaso da tale entità si dice "posseduto".

E' possibile classificare le diverse forme di possessione grazie a distinzioni in ambito sia antropologico che teologico.

A livello antropologico lo studio delle possessioni nelle culture primitive ha permesso di distinguere due tipi di possessione: quelle "positive" e quelle "negative".

Nelle possessioni positive il soggetto posseduto fornirebbe infatti ospitalità a uno spirito benigno, con funzioni addirittura utili per la comunità.

Nelle possessioni negative l'ospite invece mostra chiari intenti maligni, portando caos nella comunità e tormentando senza sosta il soggetto posseduto.

A livello teologico (cattolico) la possessione ha una ulteriore distinzione: tra quella "sonnambulica" e quella "lucida".

Nella possessione sonnambulica si riscontra la totale assenza della personalità originale dell'ospite, completamente rimpiazzata da quella dell'essere sovrannaturale invasore.

Nella possessione lucida invece l'ospite è cosciente e conscio della propria situazione: mantiene la propria personalità, ma percepisce di essere stato invaso e occupato da "qualcosa" si negativo.

Detto questo bisogna fare un'importante considerazione: il fenomeno cosidetto "di possessione" è conseguenza indiretta di una credenza religiosa e non ha alcun fondamento riscontrabile in ambito scientifico.

Questo increscioso fenomeno si esprime infatti diversamente in base alle regole culturali e alla tradizione religiosa dell'individuo che è stato posseduto. Un cristiano può ritenere di essere stato invaso da un , uno sciamano può affermare di essere posseduto dagli spiriti appartenenti alla sua tradizione (del fuoco, del mare, della foresta), un ebreo può credere di essere stato conquistato da un dybbuk (vedi oltre).
E così via.

La teologia ufficiale tenta spesso di definire criteri precisi grazie ai quali sia possibile diagnosticare una possessione (vedi più avanti), ma a riguardo non esisterebbero dati concreti, oggettivi e misurabili.

I suddetti criteri sono perfettamente del resto inquadrabili nell'ambito di varie forme di disturbi psicopatologici decisamente noti.

Schizofrenia, psicosi schizofreniche, nevrosi isteriche, deliri depressivi o la , sono esempi calzanti, ma le patologie di natura psichiatrica che spesso vengono "etichettate" come possessioni all'interno di un contensto religioso sono molte: del resto, la convinzione di essere invasi da un'entità estranea è tipica di molte sindromi psichiatriche. Anche il famoso esorcista nel suo libro Confessioni di un esorcista afferma che una persona che crede di essere posseduta, con ogni probabilità non è vittima del Diavolo ma soffre invece di disturbi psichici.

Ci sono poi numerose situazioni legate all'auto-suggestione: un soggetto che si auto-convince di essere in balia di forze mistiche/soprannaturali, di non poter opporre resistenza a questa situazione, e che comincia quindi a comportarsi nei modi e nei ruoli stabiliti dalla sua credenza, cultura e tradizione religiosa.

Infine c'è il comportamento meschino di chi, non volendosi prendere consciamente o inconsciamente la responsabilità delle proprie azioni, scarica la "colpa" di quest'ultime sull'ipotetica possessione che li vede sfortunati protagonisti.

La possessione viene debellata negli ambienti religiosi mediante la pratica dell'esorcismo.  

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