Che diavolo mi sta succedendo?, penso io crollando in un sonno profondo.
I mesi passano veloci e siamo ormai a metà semestre.
Da quella sera a casa Clearwater, non ci sono stati altri avvenimenti rilevanti.
Mamma ormai, oltre che chiamare me, chiama quotidianamente anche Sue. Mettendosi d'impegno, insieme a Liam, hanno già trovato una casa ai confini di La Push e hanno trovato un nuovo lavoro nelle vicinanze, così che, poco dopo la nascita del mio nuovo fratellino, la famiglia si possa riunire di nuovo.
La data della nascita si avvicina di più e con essa la tristezza di non poter esserci in un momento così importante per la famiglia. L'unico che sembra capace di tirarmi fuori da questi momenti di pura depressione, è Seth che, con un sorriso dolce, mi fa dimenticare tutto. Ci siamo avvicinati molto in questo periodo, un po' per volontà e un po' per necessità, visto che dobbiamo concludere la ricerca di letteratura inglese. Non fraintendete, siamo ancora solo ottimi amici anche se a volte desidererei essere di più. Ormai l'ho capito, sono cotta a puntino.
L'unico ostacolo è il mio passato: non riesco ancora a parlarne anche se più volte è saltato fuori l'argomento. E' difficile a pensare ai brutti momenti trascorsi nella mia infanzia e adolescenza e, soprattutto, del pazzo psicopatico che mi vuole fare del male.
Esclusa la mia depressione e il problema Seth, la mia vita può passare per la vita di una normale ragazza americana che agognavo da tempo.
Ma ovviamente questo sogno doveva finire. Infatti, ormai capace di orientarmi in qualunque angolo della riserva, ieri, mi sono addentrata nel bosco decisa a prendere una scorciatoia per arrivare prima a casa di Emily, dove mi aspettavano tutti.
Il problema è che la mia destrezza non era e non è tutt'ora migliorata come il mio orientamento, perciò alla prima radice sporgente mi sono spalmata per terra.
Tutto nella norma dire voi, giusto? Invece no, la buona sorte aveva deciso che mi era stata ormai troppo a braccetto e se ne era andata, lasciandomi però un'orripilante pensierino.
"Bene, bene, bene. Guarda chi si rivede"disse la voce dei miei peggiori incubi.
Feci un respiro profondo prima di cercare di celare ogni emozione e alzarmi di scatto.
Rimasi impassibile mentre lo psicopatico stalker mi analizzava. Dovevo trovare una via di fuga, se non volevo diventare cubetti di Kay.
"Te l'ho già detto non puoi scappare"intervenne il pazzo ricordandomi il suo 'potere' di leggere nei pensieri delle persone.
Capendo che l'unico modo era seguire l'istinto e non ragionare troppo sulle cose chiesi "Chi sei? Che diavolo vuoi da me?"
"Cominci ad essere ripetitiva. Me lo chiedi ogni volta che ci vediamo" constatò lui con tono strascicato.
Stupendo anche me stessa, controbattei coraggiosamente dicendo "Beh sai com'è siccome mi perseguiti da più di due anni ormai, vorrei almeno sapere chi sei e perchè lo fai"
"E se io non volessi dirtelo?"mi provocò lui assottigliando gli occhi di un rosso cremisi.
Sentendo la neccessità di farlo continuare a parlare dissi"Beh di solito ai condannati o giustiziati gli si chiede un ultimo desiderio, il mio è questo: vorrei sapere chi sei e che cosa diavolo vuoi da me"
"Va bene, ti accontento. Mi chiamo Aaron Timothy Evans e sono più vicino alla tua famiglia di quanto pensi. Per quanto riguarda che cosa voglio da te è facile: voglio la tua morte. Niente di personale, sei solo arrivata in un momento sbagliato, tutto qui e non voglio avere complicazioni"mi riassume lui in tono spiccio.
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Destiny
FanfictionNuova ragazza a La Push. Imprinting. Minacce. Pericolo. Riuscirà a proteggere le persone che ama?