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Quando Giuseppe si ferma di fronte a casa mia, lo ringrazio e scendo dalla macchina dopo aver salutato gli altri, compreso Sascha, nonostante sembra sia incazzato per qualche anomalo motivo.
Suono al campanello e mi ritrovo mia madre che mi sorride e mi lascia un bacio sulla guancia.
Quando si volta per ritornare in cucina, tiro un sospiro di sollievo perchè si è dimenticata di...
«Lore, percaso ieri hai ordinato da mangiare?».
Come non detto.

La raggiungo e scuoto la testa.
«Te lo giuro, se vuoi ti faccio vedere pure la mia paghetta, non ho ancora speso niente», mi giustifico, «Il fatto è che non mi ero accorto della lasagna e ho mangiato un panino con salame», abbasso lo sguardo e lei ridacchia.
«Va bene, signorino, ora fila in camera tua», dice.
Corro in camera mia e il mio cellulare squilla.
È Sascha.

«Hm?», dico, buttandomi sul letto e guardando il soffitto.
«Hey, come va?», mi chiede dall'altro capo del telefono.
«Bene. Tu?».
«Anche io».
Per qualche minuto rimaniamo in silenzio.
«Scusa», sibila, ma non mi convince.
Lo conosco fin troppo bene e so che se vuole davvero scusarsi, me lo direbbe subito e continuerebbe fino a quando io non lo perdoni.
«Dimmelo di nuovo quando sarai più sicuro, ciao», e riattacco.

Butto il mio viso contro il letto e faccio un urlo soffocato.
Sospiro e mi alzo dal letto, prendendo il mio zaino e tirando fuori i miei libri, cominciando a fare i compiti.
Fare i compiti una settimana prima o qualche giorno prima è uno dei miei passatempi preferiti, così per avere tempo libero.
Sbuffo mentre faccio matematica, siccome non mi esce un'espressione. Afferro il mio zaino, apro la taschina e tasto per prendere la mia calcolatrice, ma le mie dita toccano un pezzo di carta.
Strabuzzo gli occhi e lo tiro subito fuori.

Amore mio,
mi manchi.
[...]

La rileggo e comincio a pensare a come potrebbe essere fatta questa persona.
E se lasciasse un'altra lettera?
Sento come il bisogno di leggerla.
Nonostante fosse una violazione di privacy, quando la leggo mi sembra sempre che questa lettera sia scritta per me, come se facesse parte di me.
La metto sul primo cassetto del mio comodino e ritorno a fare matematica.

Dopo qualche minuto mia madre mi chiama per mangiare e appena scendo, Sergio sfodera un sorriso falsissimo, seduto a tavola con lei.
«Com'è andata oggi, caro?», domanda e quasi mi viene il volta stomaco per quanto finge di essere dolce con me.
«Bene, Sergio», sibilo, sedendomi accanto a mia madre.
Cominciamo a mangiare e Sergio e mia madre parlano di cose da adulti che a me non frega.
Quando finisco mi alzo e ritorno silenziosamente in camera mia, trovando un messaggio da parte di uno sconosciuto e cinque da parte di Sascha.

Sconosciuto: Hey

Lorenzo: Chi sei?

Sconosciuto: Emma, mi hai dato il tuo numero prima ahaha

Lorenzo: Ah già, ciao Emma. Tutto bene?

Emma: Sì, grazie. Ho iniziato Rocket League e diciamo che non sono tanto brava. Ti va se domani dopo il bar vieni a casa mia per insegnarmi?

Lorenzo: Ma certo, non vedo l'ora di insegnarti a come giocarci! Ci vediamo domani.

Emma: Grazie Lorenzo :p

Poi vado sulla chat di Sascha, che è online.

Sascha: Scusa, ok?

Sascha: Non so cosa mi sia successo.

Sascha: Non ho voglia di litigare.

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