s e v e n

300 29 5
                                    

Verbi pt.1 - Utilizzo del
modo indicativo

Molto spesso m'imbatto in storie d'autori che hanno veramente bisogno d'un aiuto con i tempi verbali.

Ovviamente non sono la vostra insegnate di grammatica, non sono un'insegnante in generale e non voglio commenti di alcun tipo dove sostenete che me la sto tirando perché credo d'essere brava, ma in questo capitolo voglio spiegarvi l'utilizzo dei tempi verbali.

Quando si coniuga un verbo, questo viene coniugato in sette modi differenti, ed ognuno di questi prevede un uso specifico.

C'è l'indicativo, ch'è il modo della certezza. S'usa quando si è certi di star facendo un'azione (presente), d'averla fatta (passato prossimo, imperfetto, trapassato prossimo, passato remoto e trapassato remoto) o di doverla fare (futuro semplice o anteriore).

Il presente può essere di:
- stato o azione, e si utilizza quando l'atto si verifica contemporaneamente all'enunciazione dell'atto stesso;

- di consuetudine, utilizzato quando descriviamo azioni compiute con una certa regolarità o descriviamo la nostra routine;

- atemporale (o acronimo),  non è correlato alla situazione presente in cui si parla, ma è generale e senza tempo;

- storico, si può usare nelle situazioni a tempo passato, per dare più immediatezza alla situazione a cui ci si riferisce;

- il presente può anche sostituire un tempo futuro.

Poi vi è l'imperfetto, si usa quando ci si riferisce ad un'azione che si è svolta nel passato, ed ha avuto una certa durata.
Questo modo s'usa molto nelle descrizioni.

L'imperfetto può essere:
- narrativo, lo potete trovare nei romanzi, poiché viene utilizzato per raccontare un evento e/o un episodio;

- di modestia, prende il posto del condizionale in molte espressioni di cortesia;

- lucido, spesso lo si usa per raccontare i propri sogni;

- prospettico, si usa al posto del condizionale passato, per esprimere un'azione che avviene posteriormente ad un'altra.

Esiste anche  il passato prossimo, che s'utilizza per indicare un fatto avvenuto in un passato recente, o per descrivere un fatto con effetti duraturi nel presente.

Il passato remoto serve per indicare un fatto avvenuto e concluso nel passato, che non riporta effetti duraturi nel presente.

Il trapassato prossimo s'usa per: esprimere un avvenimento che ha avuto luogo nel passato, esprimere un'azione antecedente ad un'altra espressa all'imperfetto, al passato prossimo e/o al passato remoto.

Il trapassato remoto serve per riferirsi ad un fatto avvenuto e concluso nel passato, e in relazione d'anteriorità con un altro avvenimento (espresso al passato remoto). Il trapassato è un tempo dal raro uso, e può essere trovato prevalentemente in opere letterarie.

Il futuro semplice si utilizza per esprimere un'azione che avverrà nel futuro (rispetto a chi parla/scrive).
Può essere usato per dare determinate sfumature al discorso, come:
- un dubbio;

- un'approssimazione;

- una concessione;

- un ordine.

Il futuro anteriore viene utilizzato in riferimento ad un evento futuro antecedente ad un altro, che avverrà anch'esso dopo il momento in cui si parla/scrive.





Ho deciso di dividere questo capitolo in più parti per vari motivi:
- non proporvi un capitolo di esagerate pagine dove illustro tutti i modi;
- non incasinarvi le idee;
- trattare specificati punti d'un modo anziché dover pormi dei limiti.

Il prossimo capitolo NON sarà quello d'un altro modo, ma dovrete attendere.

NON sono un libro di grammatica, perciò mi sono astenuta dal dilungarmi. Se avete dubbi, consultatene uno.

 Se avete dubbi, consultatene uno

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Tips for writingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora