L'Amore È Come la Luna...

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Chat Noir era appena uscito dalla finestra della sua stanza, più arrabbiato che mai. Aveva di nuovo litigato con suo padre e questa volta non si era conclusa come al solito: in punizione, l'aveva messo in punizione. Gli aveva proibito di andare a scuola per una settimana, e l'aveva persino mandato in camera sua. Lui però, aveva messo in punizione Adrien Agreste, non Chat Noir.
Aveva cominciato a correre sui tetti come un fulmine, quasi volendo sparire dalla vista di suo padre e non tornare più ad essere Adrien Agreste, ma rimanere per sempre Chat Noir.
All'improvviso si fermò, quando con le sue orecchie udì uno spostamento poco lontano da lui. Sì voltò in quella direzione e, poco lontano da lui, su una trave della torre Eiffel, era appena atterrata una certa figura rossa, che lui era capace di riconoscere meglio di chiunque altro.

- Ladybug? - Pensò allo stesso tempo, leggermente sorpreso di vedere la sua Lady a quell'ora.

La raggiunse in poco tempo, arrivandole alle spalle. Sentiva dei lievi singhiozzi, che provenivano proprio dalla ragazza seduta davanti a lui, con una gamba penzoloni e l'altra piegata, appoggiata di fianco sulla trave.

«Perchè sono così... Perché...» si sussurrò da sola, quasi maledicendosi per quello che lei stessa sapeva aver commesso: «Lui mi odia... Mi odia...» aggiunse ancora singhiozzando, prima che una lacrima cadesse a terra, facendo abbassare le orecchie di Chat.

«...Anche a te non è andata bene la giornata?» le chiese poco dopo, facendola sobbalzare.

«Chat Noir?» lo chiamò lei, asciugandosi le lacrime che le erano scese sulle guance.

«Buonasera Milady...» la salutò lui, sorridendole quasi impercettibilmente.

«Sì... Mi hanno di nuovo messo in ridicolo a scuola, stavolta proprio sotto gli occhi del ragazzo che mi piaceva e io... Io non...» singhiozzò ancora lei, cercando di tenere a freno le lacrime.

«Ti piaceva? Perché parli al passato?» le chiese lui portandosi una gamba al petto.

«Perchè... Ho capito che lui non potrà mai amare una come me... Nessuno può amare una come me...» gli rispose lei poco dopo, tenendo lo sguardo sulle strade.

«Ma... Perché mai non dovrebbero?» le domandò lui stranito, non capendo cosa lei stesse dicendo.

«Io non sono così anche nella mia vita normale Chaton... Sono tutto il contrario. Sono goffa, senza controllo e... Soprattutto... Senza il minimo senso di responsabilità. Non so fare niente...» rispose lei in lacrime, facendo sobbalzare Chat.

«Milady, ma... Non è vero. Tu hai tante altre qualità che superano notevolmente il numero dei tuoi difetti, fidati di me...» la rassicurò lui poggiandole una mano sulla spalla.

«Se adesso fossi senza la maschera tu non mi diresti tutte queste cose...» singhiozzò ancora lei, asciugandosi le lacrime.

«Non è vero!» esclamò a voce alta lui, generando un silenzio imbarazzante tra di loro.

Ladybug si portò la mano sinistra al viso e prese un lato della maschera, iniziando a tirare.

«Ladybug, cosa fai?» le chiese Chat Noir mentre lei continuava a tirare, tenendo uno sguardo serio e non sentendo il minimo dolore.

Dopo una decina di secondi, Ladybug riuscì definitivamente a staccare la maschera, che abbassò insieme alla mano.
Chat Noir sgranò gli occhi, vedendo quella maschera a pois stretta nella mano della sua partner. Ladybug si voltò di scatto verso di lui, stavolta senza la maschera, ma con il suo viso, senza più nessuna barriera.

«Ridimmelo in faccia allora...» lo sfidò lei, lanciando via la maschera, che scomparì in una nuvoletta rosa.

«...Ma-Marinette?» domandò lui, più sorpreso che mai, non riuscendo a credere ai suoi stessi occhi.

«Esatto...» rispose semplicemente lei, mentre i suoi occhi rossi per le lacrime lo fissavano seri, in attesa che lui ripetesse ciò che avesse detto prima.

«Ma... Come hai..?» cercò di chiederle Chat Noir, mentre i suoi occhi tremavano.

«Me l'ha detto la mia kwami che l'unica che può rimuovere e rimettere la mia maschera sono io. Non mi ci è voluto molto a capire come si fa...» gli spiegò lei, distogliendo di nuovo lo sguardo: «E come ti ho detto, non hai il coraggio di dirmi quello che hai detto prima in faccia» aggiunse riprendendo a piangere.

Chat Noir, senza farsi vedere, avvicinò la mano sinistra ad un lato della sua maschera cercando di tirarla via, come aveva fatto poco prima la sua partner. Ma dopo diversi tentativi, si arrese, rendendosi conto che lui non aveva questa possibilità.

«Tu sei speciale, bellissima, intelligente, coraggiosa...» iniziò ad elencare il supereroe, facendo voltare la ragazza verso di lui: «Meravigliosa... Curiosa... Adorabile... Simpatica, dal cuore d'oro... E l'unica ragazza che io possa amare per il resto della mia vita» concluse Chat, sorridendole.

Marinette ricambiò il suo sorriso, guardandolo dritto negli occhi: «Potresti farmi un favore micetto?» gli chiese pochi secondi dopo.

«Tutto per te milady...» le rispose subito lui, guardandola anche lui negli occhi.

«Sta' zitto...» gli sussurrò prima di prenderlo per il campanello e baciarlo.

Chat sgranò gli occhi all'istante, ma poco dopo iniziò a ricambiare il bacio, cominciando anche ad approfondirlo.

- Emana un odore delizioso... - Pensò Chat, continuando a baciarla.

Restarono così per un minuto intero, staccandosi poi per riprendere fiato.

«Wow...» dissero poi all'unisono, ridacchiando insieme.

Chat Noir, timoroso, avvicinò la mano destra alla sinistra di Marinette, intrecciando le dita con le sue e guardandola dritta negli occhi.

«Io non ti ho mai odiata Marinette, e non lo farò, nè ora e nè mai...» le disse poggiando la fronte sulla sua: «Tu sei la mia luna...» rispose lui, accarezzandole i capelli corvini.

«Perchè Chat?» domandò lei, facendosi cullare dalle dolci carezze del ragazzo.

«Perchè sei unica. Anche se verrai illuminata più del sole o se sparissi nel buio più oscuro, io ti amerò per sempre. Perché tu sei la mia luna e la luna non può essere sostituita, anche se la sua luce è minore rispetto a quella del sole, tu risplendi comunque il doppio» le spiegò Chat, baciandola all'istante.

Marinette chiuse all'istante gli occhi, ricambiando subito il bacio di Chat Noir. Stavolta il colpo di fulmine li aveva presi in pieno, friggendoli completamente, facendo abbandonare ai due ragazzi ogni preoccupazione.
Appena si staccarono, lui abbracciò lei di getto, sorridendo contro la tuta rossa a pois.

«...Ti amo Marinette» sussurrò stringendola forte, mentre delle lacrime di gioia scendevano sulla sua schiena.

«...Ti amo anch'io Chaton» sussurrò anche lei, ricambiando la stretta del ragazzo, sentendosi finalmente felice e al sicuro: «E comunque...» aggiunse sciogliendo l'abbraccio e strappando con un singolo gesto la maschera del micio, lasciandolo con gli occhi sgranati: «...Te la posso togliere solo io la maschera, Adrien» disse buttandola via, facendola poi sparire in una nuvoletta verde.

Lui ridacchiò, sorridendo alla ragazza di fronte a lui: «Ti amerò per sempre Marinette... Mia Luna» sussurrò prima di baciarla di nuovo, venendo subito ricambiato.

"La luna e il sole sono molto distanti tra loro, però un giorno o l'altro, si incontreranno di nuovo. Resteranno l'uno accanto all'altra per sempre, generando l'eclissi eterna..."

Tu Sei La Mia Luna... - Miraculous Ladybug [One Shots Collection]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora