CAPITOLO CINQUE

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CAPITOLO 5

Quella notte i pensieri avevano deciso di non abbandonare Stiles accompagnandolo fino alle prime ore del mattino, per questo, quando la sveglia suonò, con un gesto rapido la fece cadere a terra e si girò dall'altro lato ancora mezzo addormentato riprendendo il sonno da dove lo aveva lasciato. Più tardi però ci pensò il suo cellulare a svegliarlo e così Stiles lo afferrò e rispose: - Mmm-
- Amico? Stai ancora dormendo?- gli rispose Scott dall'altro lato del telefono.
- Ancora? Ma se la sveglia non ha nemmeno suonato - biascicò Stiles.
- Forse non avrà suonato anche oggi, sono le 7 e 45 Stiles, dov...- tentò di spiegare Scott ma Stiles attaccò il telefono. Si girò verso il comodino alla ricerca della sveglia ma la trovò a terra ed iniziò così a capire. Si maledì mentre correva in bagno per prepararsi, anche oggi avrebbe fatto ritardo e anche oggi c'era Derek alla prima ora! Un disastro, sono un disastro! Pensò Stiles una volta pronto. Non aveva avuto il tempo per asciugarsi i capelli quindi li aveva lasciati così, tutti disordinati e la sua faccia portava i chiari segnali di una notte insonne. Per giunta non aveva preso la sua dose mattutina di caffeina quindi non riusciva davvero a sentirsi del tutto sveglio ma doveva fare in fretta, così salì sulla jeep e si diresse a scuola.
Una volta arrivato corse come un forsennato in aula, bussando ed entrando senza aspettare alcuna risposta.
- Oh, guarda chi ci degna della sua presenza!- gli disse Derek.
- Mi scusi prof ma...- tentò di spiegare Stiles ma venne interrotto dal professore.
- Non farmi perdere tempo, avrai modo di spiegarmi dopo, in punizione- gli disse, facendogli segno di accomodarsi. Stiles sbuffò e andò a sedersi vicino a Scott.
- Ma che dopo essere stato con noi ieri sera hai fatto baldoria?- gli disse Scott ridendo e facendo riferimento al suo aspetto.
- Ah ah spiritoso- gli rispose Stiles mettendo le braccia sul banco a mo di cuscino e poggiandovi la testa.
- Stilinski se è venuto per dormire può tornarsene anche a casa!- gli urlò Derek facendolo sobbalzare.
- N-no no mi scusi- gli rispose alzando la testa dal banco e cercando di prestare attenzione alla lezione.
- Stiles ma che hai oggi?- gli chiese Scott al termine della lezione.
- Ho bisogno di caffè Scott. Di tanto tanto caffè!-
- Aaah non hai preso ancora la tua dose mattutina?-
- Bingo.-
- Andiamo allora, te lo offro io prima della prossima lezione, sembri uno zombie!- ridacchiò Scott ricevendo uno sguardo truce dall'amico. Uscirono dall'aula e si incamminarono verso la macchinetta. -Hey ragazzi!- li salutò Isaac vedendoli - Stiles...ma che hai fatto?-
- Oh ma insomma! Uno non può passare una notte insonne che deve essere tartassato da tutti! - ringhiò Stiles in risposta.
- Non preoccuparti amico, lasciagli prendere il caffè e tornerà come nuovo- gli sorrise Scott, Isaac dal canto suo abbassò la testa sorridendo.
- McCall!- lo chiamò Lydia - Non trovo il mio libro di chimica, l'ho lasciato da te?-
- Oh Lydia, non lo so, oggi controllo e ti faccio sapere okay?- gli rispose Scott. Lydia annuì - Che c'è Stilinski, troppi pensieri per dormire?- chiese rivolta a Stiles con un sorriso sulle labbra. Stiles sbuffò - Mi sono solo addormentato più tardi del solito, niente pensieri!-
- Se questo ti fa dormire la notte- rispose Lydia con una scrollata di spalle - ah no aspetta, non ti fa dormire nemmeno questo - concluse facendogli l'occhiolino. A questo Isaac e Scott scoppiarono a ridere ma vennero interrotti da Lydia - Avete poco da ridere voi due, piccioncini- disse e andò via lasciando uno Scott sorpreso ed un Isaac imbarazzato.
- Ma cosa...?- chiese Scott mentre Isaac si limitò ad arrossire maggiormente e a correre via a lezione.
- Tieni Scott, caffè anche per te.- gli disse Stiles, dandogli una pacca sulla spalla. Scott rimase confuso ma comunque accettò il caffè e si incamminarono alla lezione successiva.

- Non abbandonarmi Scottyy!- disse Stiles facendo il broncio.
- Amico davvero non vorrei lasciarti da solo col professor Hale, soprattutto non dopo aver visto la furia nei suoi occhi questa mattina- rispose Scott venendo interrotto da un lamento dell'amico che assomigliava ad un grugnito e ad un "ti prego non ricordarmelo" - ma sei in punizione e non posso stare in aula, lo sai-
- Sii lo so ma lui mi ammazzerà!- piagnucolò Stiles.
- Può darsi.-
- Non sei d'aiuto Scott!-
- Dai scemo muoviti o farai tardi anche alla punizione, chiamami quando  torni a casa!- e così dicendo lo salutò e andò via.
Stiles rimase lì nel corridoio ad aspettare il professore, non sapeva se anche stavolta la sua punizione si sarebbe svolta in biblioteca a riordinare i libri. "Magari riordinando i libri ci sfioreremo e magari i nostri occhi si incontreranno e potrò perdermi nel verde delle sue iridi mentre lui mi accarezzerà una guancia e avvicinerà il suo volto al mio e io a quel punto..."
- Stilinski!- Stiles sobbalzò e si girò verso Derek - È la quarta volta che ti chiamo, si può sapere a cosa pensavi?- gli chiese il professore.
- Chi? Cosa? Oh n-nono, a niente! A cosa pensavo? E chi lo sa? Ahah- rispose avvampando e Stiles sperò che Derek non se ne accorgesse.
- Non ti capirò mai ragazzino-
Stiles sbuffò - Quante volte le devo ripetere che...-
- che abbiamo solo qualche anno di differenza? Giusto?- concluse Derek al posto suo.
Stiles boccheggiò e si limitò ad annuire.
- Avremo anche pochi anni di differenza ma tu resti un ragazzino- gli disse - E ora andiamo che la biblioteca ci aspetta.- Stiles annuì e seguì il professore in silenzio e una volta arrivato in biblioteca si diresse direttamente allo scaffale dei libri da riordinare mentre il professore posava le sue cose.
- Come mai così silenzioso oggi?- gli chiese Derek, non sopportava molto la sua parlantina continua ma quel silenzio era molto più snervante.
- Sono solo concentrato sui libri...- rispose Stiles, "e la mia testa continua ad evocare scenari poco casti su te ma questo non posso dirtelo perché sei il mio professore e oh dannazione!". Stiles proprio non riusciva a non pensare a Derek e il fatto che lui fosse così vicino non era per niente d'aiuto.
- Come mai hai fatto tardi stamattina?- gli chiese Derek ignaro dei pensieri dell'altro.
- Non ha suonato la sveglia o meglio ha suonato ma a quanto pare il me addormentato ha ben pensato di gettarla a terra e romperla- disse con un sorriso imbarazzato - fortuna che Scott mi ha chiamato!-
Derek ridacchiò - Dovresti andare a dormire prima la sera, così non distruggerai altre sveglie e non ti ritroverai con quelle occhiaie-
Stiles sbuffò - Non ho poi queste grandi occhiaie-
- Hai solo dei solchi neri sotto ai tuoi occhi-
- Ah ah-
Derek sorrise - Non abbiamo fatto poi così tardi ieri sera, sei andato a fare baldoria dopo?-
- Anche lei con questa baldoria?- sbuffò Stiles - No, nessuna baldoria, nessuna festa, ne niente di niente. Non riuscivo a prendere sonno ecco tutto...-
- Troppi pensieri?-
- Abbastanza- rispose Stiles arrossendo.
- Lydia giusto?-
- Cosa?-
- Non si chiama così la ragazza di ieri? È lei che pensavi?-
- Si, Lydia. Si forse pensavo a lei e ad altro e...oh insomma non lo so! Sono cose private-
- Hai ragione, non dovrei intromettermi.- e dicendo questo si allontanò da Stiles e passò ad un altro scaffale. Trascorsero diversi minuti nel totale silenzio, entrambi intenti ad aggiustare i libri e persi nei loro pensieri. Stiles non riusciva a non fissare Derek e per la prima volta poté permettersi di focalizzarsi anche sul suo corpo dato che lui era di spalle. E a proposito di spalle, erano davvero larghe, ben coperte dalla camicia davvero tanto attillata che lasciava intravedere i muscoli delle braccia possenti. Si ritrovò anche a fissare le mani, grandi ma delicate e desiderò essere sfiorato da queste. Quando arrivò al sedere, e dio che sedere sodo aveva, era giunto alla conclusione che fosse un dio greco, che avrebbe voluto imbalsamarlo e portarlo con se. Sempre.
- Mettiamo a posto questi al ripiano alto e andiamo via.- ordinò Derek. Stiles annuì e salì sulla scala, si abbassò per prendere i libri che Derek gli stava porgendo ma nel risalire l'ultimo gradino inciampò sui suoi stessi piedi cadendo ed urlando. Derek riuscì a prenderlo in tempo tra le sue braccia evitandogli la caduta e Stiles si mantenne forte alle sue spalle. Aprì gli occhi ancora impaurito ma non era pronto a quella visuale. Non era pronto ai profondi occhi verdi che lo stavano guardando con attenzione e spavento. Non era pronto a quelle grandi braccia che lo stavano trattenendo. Non era pronto a quelle labbra così perfette e così vicine, troppo, troppo vicine. Alzò nuovamente lo sguardo e stavolta i loro occhi si incrociarono, verde contro ambra. Si guardarono a lungo, forse per capire cosa l'altro stesse pensando o forse semplicemente perché volevano continuare quel contatto ma la campanella suonò e a quel suono entrambi ripresero le loro facoltà mentali, più o meno. Stiles si lasciò andare dalle sue braccia, avvampando
- G-grazie per avermi preso! Mi sarei fatto molto male! Ora vado. Si, io vado che la campanella è suonata quindi la punizione è finita quindi posso andare. Si. Arrivederci professore.- lo salutò e non aspettò di ricevere una risposta, prese le sue cose e corse via.
Inciampò diverse volte prima di raggiungere la jeep sano e salvo e metterla velocemente in moto per poter tornare a casa. Era davvero sconvolto, sentiva ancora il tocco di Derek sulla sua pelle e lo sguardo su di lui, come se fosse ancora lì, tra le sue braccia. E Stiles si era sentito bene fra quelle braccia forti, protettive e sicure, e aveva desiderato non staccarsene mai. Almeno finché avesse avuto il cervello scollegato perché poi una volta ripartito si rendeva conto di tutto e si poneva mille domande e davvero non sapeva cosa fare.
Era il momento di raggiungere quel posto che gli metteva tanta tranquillità, parlare un po' con lei e sentirla vicina gli avrebbe fatto bene, così prese la strada per il bosco. Una volta arrivato parcheggiò e intraprese il sentiero che lo avrebbe condotto al loro luogo. Il suo cellulare gli segnò l'arrivo di un messaggio.
Amico tutto ok? Non mi hai chiamato, non è che il professore ti ha davvero ammazzato? SM
Aveva completamente dimenticato di avvertire Scott dopo tutto quel casino. Decise di rispondergli ma omettendo i particolari, ne avrebbe parlato con lui più tardi.
Scusa Scotty! Tutto tranquillo, abbiamo solo riordinato la biblioteca! Ora sono a casa sano e salvo 🙂 SS
La risposta di Scott arrivò dopo qualche minuto.
Menomale, stavo già correndo a scuola! SM
Adorava il suo migliore amico, così protettivo e così presente.
Grazie Scotty, non ce n'è bisogno tranquillo. Ci vorrà molto di più per buttare a terra il sottoscritto  😉 SS
Tipo un po' di sangue hai ragione. SM
Ah ah. 😛 SS
Ripose il cellulare e continuò il suo cammino fino ad arrivare ad un lago che lui conosceva molto bene. Si lasciò andare su uno dei massi li posizionati e chiuse gli occhi perso nei suoi ricordi. Non aveva mai portato nessuno lì, né suo padre, né Scott. Era il loro luogo e da quando lei non c'era più ne era geloso. La madre gli aveva raccontato che spesso da piccola andava lì, le piaceva stare nella natura un po' da sola, poi aveva deciso di condividere quel luogo con Noah, il padre di Stiles, suo unico amore. Infine aveva portato lì Stiles, suo figlio, il suo orgoglio. "Ho portato qui solo le persone che ho amato con tutto il mio cuore Stiles. Non potrò più venire qui quindi io ora cedo questo mio luogo a te. Promettimi di portarci solo chi ami davvero e sia degno del tuo amore." Questo gli aveva detto la madre l'ultima volta che erano stati lì, lui era un bambino e non ci capiva molto ma ora capiva bene le parole della madre.
"Te lo prometto mamma." Furono le parole che da bambino disse alla madre e furono le stesse parole che si ritrovò a dire lì, in quel momento, ad occhi chiusi, con la sensazione di due forti braccia che lo stringevano.

Nota autrice: si lo so sono tipo scomparsa da mesi poi ritorno improvvisamente, vi chiedo scusa! Grazie davvero a tutte voi che state seguendo la mia storia con davvero tanta pazienza! Aggiorneró prima promesso! Fatemi sapere che ne pensate 😘

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 19, 2017 ⏰

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