Mr. McGregor era come un suo scagnozzo, lo assecondava in tutto e per tutto ed esaudiva qualunque richiesta il ragazzo gli comandasse.
I desideri di Aaron Pollock venivano soddisfatti in ogni modo possibile, veniva viziato in qualunque maniera al fine di non fargli mancare nulla.
Ordinò persino di farsi costruire una piscina quasi olimpica (con tanto di idromassaggio e cascata) in meno di due settimane, una impresa idilliaca. Assistetti alla sua costruzione e mi dispiaceva sempre più per quei poveri costruttori che non sapevano neanche loro come poterlo accontentare. Ma alla fine ce la fecero e gli consegnarono la piscina addirittura tre giorni prima. Aaron ne fu molto contento ed allestì quella stessa sera una grande festa. Neanche quella volta ringraziò.Al signor McGregor sembrava andasse bene, alla fine lui non aveva una famiglia e vedeva probabilmente Aaron come il suo unico figlio, infin dei conti a lui non costava nulla impartire ordini alla gente e rendere felice il suo ragazzo. E poi c'era da dire che a spendere non era sicuramente lui, anzi, lui veniva anche pagato per fare ciò che faceva.
Quella volta, però, fu diverso. Il signor McGregor non era riuscito a trovare quella ragazza e precisamente non aveva ancora inventato un piano d'azione nel caso in cui la ragazza non fosse stata trovata.
La ricerca, tra l'altro, era molto complicata; non conosceva alcun recapito, né un nome e il volto della ragazza stava pian piano sparendo dalla memoria del dipendente.
A rendere maggiormente difficoltose queste ricerche era sicuramente la provenienza della ragazza, non era sicuro fosse di Seattle e, anche se lo fosse stato, sarebbe stato impossibile ritrovarla fra l'immensità di ragazze che componevano la città.Oramai stava diventando come un soggetto con qualche disturbo psichiatrico, ne era certo. Era stufo di fare sempre gli stessi movimenti, gli stessi giri di chiamate, dare gli stessi ordini... si sentiva fortemente ecoprassico; ne era certo: una volta portato a termine questa impresa avrebbe sicuramente chiesto delle ferie.
In quel periodo Aaron non gli dava alcuna tregua, tra uno shooting e l'altro domandava di quella ragazza e capitava che nel bel mezzo della notte lo telefonasse per rinfrescargli la memoria.
Era come se volesse che quella ragazza lo conoscesse in ogni modo, doveva conoscerlo. Ciò lo faceva sentire inquieto, era un ossesso.
In se e per se sembrava una storiella ridanciana: insomma, lui, un modello di fama quasi mondiale che impazzisce per una ragazza che aveva visto per meno di dieci minuti, al buoi e di cui non conosceva neanche il nome. Non si può che fare una risata, se poi si aggiunge il fatto che la suddetta ragazza non aveva minimamente idea di chi fosse quel tipo con cui si era ritrovata in un vicolo non si può che scoppiare a ridere.Le carte in gioco cambiarono quando, dopo un paio di giorni (passati come mesi), rispuntò questa ragazza dal nulla.
Era stata avvistata spuntare verso le sette e trenta del mattino con uno zaino sulle spalle ed una camminata molto goffa (al parer del Signor McGregor), l'avevano seguita per un paio di chilometri -all'incirca due o tre- per poi vederla girare in un angolo.
Ovviamente svoltarono anche loro quell'angolo, continuando a seguirla a piedi.
La videro fermarsi sul cortile di un grande edificio, un edificio esattamente pieno di adolescenti, un edificio che prende il nome di "Scuola superiore".
Continuarono ad osservarla ancora per un po' fuori scuola, cercando di captare alcune informazioni, come il nome, per esempio. La povera ragazza non si accorse di nulla, sapete, i giovani a quel tempo, percepivano pochissime cose come veri e propri pericoli, non c'erano tutte quelle ansia che oggi tendono a darci i notiziari.Quando sentirono il rumore di una campanella e molti ragazzi muoversi in massa in direzione di una grande porta in vetro, decisero di andare via. Il signor McGregor fu molto contento di aver ritrovato quella ragazza, in un certo senso era contento per Aaron.
Infatti, non appena tornarono nella grande villa in cui viveva il ragazzo, corsero subito a riferire ciò che avevano scoperto a proposito della fanciulla.
«Allora Aaron, finalmente l'abbiamo trovata» disse subito McGregor.
«Ditemi tutto» asserì il ragazzo, restando catatonico. In realtà nella sua mente stava morendo dalla voglia di sapere finalmente di più, non aveva fatto altro in questi giorni che pensare a lei.
«Ci è spuntata davanti dal nulla, l'abbiamo seguita fino alla sua scuola la "Nathan Hale High School" e siamo stati appostati lì per un po'. Si chiama Selene e se abbiamo capito bene è al quarto anno, oggi uscirà alle due p.m. e... niente. Questo è tutto. Cos'ha intenzione di fare ora?» gli domandò il signor McGregor. Credo che inizierò a chiamarlo semplicemente "Mark", ha sempre odiato essere chiamato "Signor McGregor", ma ho sempre preferito per educazione.
Comunque a quella domanda Aaron scattò subito ed un'idea sfiorò la sua mente. In lui c'è sempre stato un pizzico di malaticcio, non a caso volle che andassero a prenderla all'uscita da scuola, portandola da lui.
Quel giorno era un po' fiacco, come gli altri del resto. Aaron aveva solo 19 anni, era stavo allontanato dalla sua famiglia in Nevada e dalla scuola. L'aveva lasciata a 17 anni per poter intraprendere questo mestiere. Mestiere che gli stava dando molto risultati, ma come vi ho già detto, era lontano dall'unica cosa buona che l'uomo potesse offrire: l'affetto.
Ho sempre ritenuto Aaron una persona molto interessante, aveva molti atteggiamenti ambigui che risultavano affascinanti ed il suo stesso aspetto poteva risultare molto tenebroso. Sono certo che in molti vi starete chiedendo come fosse Aaron Pollock al tempo è credo proprio che sia giunta l'ora di rendervi noti del suo aspetto:
Aaron era molto alto, all'incirca sul mentre e novanta; aveva una folta capigliatura ed un ciuffo che gli ricadeva giusto al centro della fronte, i suoi capelli erano castani, molto vicini al caramello quando fila; ma i suoi occhi erano sicuramente la parte migliore del suo aspetto: ghiacciati, come gli alberi innevati illuminai da fiochi e gelidi raggi solari, erano grandi ed affascinanti, sembravano trasparenti. Le sue labbra erano ben marcane e sottili, come i lineamenti del suo volto; era muscoloso, ma non come quei culturisti energumeni pompati di steroidi, no, era asciutto, come un nuotatore. Aveva quel non so che di misterioso che al tempo tanto incuriosiva e piaceva alle sue fan.Fatto sta che a questo punto della storia riabbiamo Aaron e Selene insieme, Mark era andato a prenderla alla fine della giornata scolastica e ancora non capisco in quale assurdo modo abbia convinto una ragazza di diciassette anni a salire con lui in macchina; ma, comunque, questo non ci interessa. Era arrivata nella stanza del ragazzo a braccetto con due omoni di molto più alti di lei, cercava di divincolarsi, ma i due non la lasciarono fino a quando non fu al centro dell'enorme stanza.
«Ehi Selene!» disse solo Aaron, sorridendole felice, come se fosse al settimo cielo. Adesso poteva osservarla perfettamente alla luce del sole: aveva dei capelli neri come il carbone, erano abbastanza lunghi e mossi, con una corta frangetta, i suoi occhi erano grandi e limpidi, si era sbagliato: non erano glaciali, bensì autunnali e caldi.
Aveva delle labbra abbastanza carnose e ben delineate. Gli piacque subito.«Ehi? Ehi! Ehi un corno! Che diavolo, tu sei malato! Questo è un sequestro di persona bello e buono!»
«Prego, siediti pure dove vuoi!» gli propense cortese, indicandole la stanza. Lei sbarrò gli occhi, guardandolo solo come un pazzo potrebbe essere guardato.
Forse vi starete chiedendo chi sia io o come faccia a conoscere tutte queste cose, be' questo lo scoprirete solo continuando a seguire la storia che vi sto raccontando.
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Milk and honey «Timothée Chalamet»
Fanfiction«Sei solo uno stupido giocattolo nelle mani della società» Erano come il latte ed il miele. Il latte ha un sapore così anonimo e sciapo, quasi insulso, mentre il miele... il miele ha un sapore tutto suo, forte ma delicato; insieme, questi due, poss...