Capitolo 8

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La scuola di Selene e James era una tra le più grandi del paese, riusciva a racchiudere in solo quattro mura - belle alte, aggiungerei- più di mille studenti. Era facile perdersi tra i vari corridoi e piani che vi si trovavano al suo interno. Era molto più simile ad un riformatorio che ad una scuola, però. Spesso i professori cercavano di mantenere l'ordine sbattendo lunghi righelli sulla cattedra o spaventando gli studenti.
Chiunque odiava essere rinchiuso lì dentro, solo i più sadici erano capaci di resistervi e di sottostare alle regole imposte.

James e Selene spesso trasgredivano qualunque cosa gli venisse chiesto: si chiudevano in bagno insieme per fumare, scrivevano sui muri, disobbedivano agli insegnanti e non rispettavano gli orari delle lezioni.

Erano odiati da qualunque inserviente in quell'istituto e guardati male dalla maggior parte dei loro compagni. Ascoltavano musica strana, partecipavano a manifestazioni e mandavano a fanculo chiunque non accettasse il loro modo di essere.

Spesso erano stati convocati i loro genitori, ma oltre ad una tirata d'orecchie non erano riusciti a fare altro, dato che, puntualmente, si ritrovavano ancora una volta seduti nell'ufficio del preside.

"Sono solo dei ragazzi, col tempo matureranno e smetteranno di comportarsi in quel modo così indisciplinato" spiegava così ogni volta la madre di Selene. Ma neanche la risposta del preside non era così diversa rispetto alle altre volte: avevano bisogno di disciplina, perché il mondo ha bisogno d'adulti e non bambini un po' cresciuti.
Per il preside Kennedy i loro erano i capricci di una generazione irrispettosa e cresciuta seguendo modelli sbagliati.
Selene odiava quella risposta, per lei non vi erano "modelli", ma solo il ritrovamento di se stessi in altri. D'altronde avevano solo diciassette anni, avevano bisogno di scoprire loro stessi e volevano solo liberarsi delle persone che gli tarpavano le ali; alla fin fine non ci trovavano nulla di sbagliato, i due avevano dei cervelli funzionanti e proprio per questo non avevano bisogno di persone che dovessero affibbiargli un'etichetta, un modo di fare comune al resto.

Tra l'altro i due amavano far impazzire il preside, vedere quella vena sul collo pulsare a più non posso e quelle sue rughe sulla fronte accentuarsi gli dava un forte senso d'eccitazione.
Però, a volte, avevano paura. Nonostante tutto temevano i loro genitori: temevano che i genitori di James potessero farlo diventare un soldato e che quelli di Selene la mandassero in un convento o cose analoghe. Più volte lo avevano ribadito ad entrambi.

Quindi loro continuavano a gironzolare per la città, non curanti di nulla. Con un cappuccio in testa e le mani in tasca James guardava Selene correre per le vie notturne della città, ogni tanto si girava per aspettarlo, appendendosi ad un lampione o saltando su un paletto. James rideva, gli piaceva vederla così euforica, era divertente e gli dava spensieratezza. Selene era come una sorella per lui, le voleva bene e si assicurava sempre il meglio per lei. Amava renderla felice e portarla a qualche concerto o semplicemente a fare un giro per la città con se. Selene era una persona molto spontanea e di una allegria coinvolgente, trovava magnifico il modo in cui sorrideva e il fatto che riuscisse a parlare solo con lo sguardo.

Quando la vide essersi ferma a leggere un grande poster attaccato ad una parete di un palazzo si fermò al suo fianco, puntando lo sguardo proprio dove lo aveva anche lei.
«Dovremmo andarci, sarebbe figo» aveva proposto, indicandogli il poster con un dito, guardandolo.

In caratteri grandi e gialli torreggiava al centro del foglio la scritta: Venerdì 11 Ottobre al Linesome Street Caffee si esibiranno gli Smashing Pumpkins, gruppo emergente dai toni alternative e rock"

«Mi sembra una buona idea, ci sarà da divertirsi!» rispose James, passando un braccio sulle spalle della ragazza, di molto più bassa rispetto a lui «Adesso andiamo a casa»

Il Linesome Street Caffee era un bar molto famoso nella città per i concertini che era solito organizzare, soprattutto il venerdì. Era solito ingaggiare piccole band per aiutarle a fare successo; quel posto era un ritrovo per tutte le persone come loro, veniva frequentato da punk e metallari, tutti adoravano quel posto, era perfetto per fare nuove amicizie e per bere un buon drink.

Ma comunque, tornando a quei due, una volta tornati a casa di Selene andarono dritti nella sua stanza, cercando di fare il meno rumore possibile. Era all'incirca l'una e sua madre stava sicuramente dormendo. Tolsero le loro giacche e le loro scarpe e rotolarono sul tappeto ai piedi del letto, stendendosici sopra.

«Fissare la luce della lampada mi fa venire le allucinazioni, ti giuro, la odio» asserì seria, guardando male -per quanto potesse - la lampada appesa al centro della sua stanza «è troppo forte»

James rise, guardando la sua migliore amica ripararsi gli occhi con un braccio.
«Spegnila, genio. Io accendo quest'altra» le disse, allungandosi verso il comodino più vicino, per accendere una piccola abat-jour che illuminò fiocamente buona parte della stanza

«Il lavoro più faticoso sempre a me, che strano» biascicò, cercando di tirarsi su. Spense la luce, ributtandosi sul pavimento. Prese un cuscino dal letto ed intenzionalmente lo fece sbattere contro una determinata zona del ragazzo, per poi buttarlo sotto la sua testa e sorridere ingenuamente.

«Le mie palle!» urlò stizzito, portandosi una mano sul cavallo dei suoi pantaloni.

«Sì, so dove sono le tue palle, ma grazie per la lezione di anatomia» sghignazzò, guardandolo con degli occhi piccoli piccoli.

«Ah, sei inquietante.» scosse leggermente la testa, portando una mano sul suo stomaco, lasciando l'altra sotto la testa «Abbiamo mangiato dannatamente troppo, guarda che pancia! Mi trovi grasso?» chiese ironico, alzando di poco la sua felpa, facendo intravedere due profonde linee verticali ai lati del suo stomaco e una lieve striscia di peluria che andava da sotto l'ombelico fino a zone di poco più in basso. Lei deglutì, guardandolo; James era il primo ragazzo con cui passasse così tanto tempo insieme e non poteva non ammettere che fosse dannatamente carino, si era creata una certa intimità tra i due, ovviamente erano amici, ma lei era una femmina e lui un uomo, e be'... potrete capire che a questa età qualcosa comincia decisamente a cambiare in questo tipo di rapporto.
James, rispetto a Selene, aveva molte ragazze al suo seguito e potrete capire il senso della mia affermazione. Mentre Selene passava il suo tempo solo ed unicamente con James, non aveva mai avuto un ragazzo né qualcuno che ci provasse seriamente con lei. Certo, da un paio di settimane quel modello le dava molte attenzioni e spesso la voleva con sè, infatti l'aveva invitata anche ad un evento Versace, ma ovviamente lei aveva declinato l'offerta, ma comunque non prendeva seriamente quella faccenda.

«Selene?» le sussurrò lui, muovendo una mano davanti ai suoi occhi e guardandola leggermente confusa.
Lei girò subito il volto verso di lui, tornando alla realtà. Sbattè un paio di volte gli occhi e poi gli rispose:
«sei una palla di grasso, spero per te che non abbia mangiato carne di mucca pazza!»

«Ah! Che cretinata! Carne di mucca pazza, pff... non ci crederò mai» si tirò a sedere, scoppiandole a ridere in faccia, lei urlò un "ehi!", dopodiché James si ridistese, portando la suo testa su una spalla della ragazza.

«ci stavo pensando ultimamente, no? Ma quel ragazzo nel tuo bagno circa una settimana fa, chi era e da dove è spuntanti fuori.» asserì James e per un momento la sua voce parve farsi molto più dura.

  Onestamente non ho mai capito cosa provasse James nei confronti di Selene, quello che era sicuro era che fosse un sentimento molto forte, James rivedeva in lei sua madre. Non aveva più sua madre da molti anni, ancora prima di aver conosciuto Selene e rivedere in lei una parte fondamentale della sua vita credo che lo abbia fatto attaccare in lei in modo esponenziale. James viveva con suo padre e sua zia, la sorella del padre, le cose con lui non andavamo molto bene; dalla morte di sua madre aveva assunto atteggiamenti atipici, come caduto in una forte depressione. Ecco perché passava così così tanto tempo con Selene e sua madre.

«Se te lo dico, mi giuri di non aprire bocca con nessun altro?»

Milk and honey «Timothée Chalamet»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora