Verità

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Era proprio questa la domanda a cui non avevo risposta. Amare è una parola grossa e non potevo dirlo ora, la conoscevo da neanche 24 ore. Però quella sensazione.. quel qualcosa di differente che sentivo in me, quello che solo con lei provavo, allora, cos'era? Dovevo capirlo e per farlo avevo una sola scelta. Passare più tempo con lei, non ne avevo molto, dovevo trovare il bar in cui lavorava, da li, davanti quel bancone mentre lei faceva il suo lavoro, potevo osservarla in quasi tutte le sue sfumature. Mentre cerca di trattenere la rabbia verso qualche cliente idiota che le fa perdere la pazienza, sotto pressione perché deve servire tutti in fretta, concentrata a fare qualche cocktail, sorridente e divertita per la battuta di qualcuno, delusa se qualcosa va storto, stanca per il troppo lavoro... insomma, quasi tutte le sue reazioni potevo vederle lì. Da quel momento, il mio obbiettivo non era portarla a letto come succedeva con le altre, era capire cosa provavo per lei. Non avevo mai amato seriamente prima di allora e se quella era la volta buona, non me la sarei fatta sfuggire. Presi un respiro profondo e risposi l'unica cosa che potevo, in quel momento, con la testa in subbuglio piena di pensieri
«Non lo so»
Sbuffò sonoramente per poi sentire il rumore del frigo che si chiudeva
«In che senso non lo sai?»
«Nel senso che non lo so Shane, che diavolo c'è da capire?!»
Sentii silenzio per qualche secondo, poi un sospiro e dei sussurri, probabilmente verso il cane. Aveva un magnifico Pastore Belga nero, sembrava un lupo e a me attiravano particolarmente i cani di taglia grande, soprattutto se avevano le caratteristiche del loro parente selvatico.
«E quindi che hai intenzione di fare ora?»
Guardai fuori dalla portafinestra, il cielo era limpido dopo quella nottata di temporale, il tempo perfetto per uscire a farsi un giro. Ma non avevo tempo per quello, o la va o la spacca, dovevo trovare dove lavorava Mya e sono certo che lui lo sapeva.
«Conoscerla meglio, capire cosa provo. Per farlo devo sapere dove lavora, fa la barista con Katherine no?»
Scoppiò a ridere di gusto, non ne capivo il motivo inizialmente. Che avevo detto di strano?
«Cazzo Derek sembri un detective! Ma d'accordo ti aiuterò, sarà bello vederti con la testa altrove per una donna. Un giorno indimenticabile che non ricapiterà!»
«Avanti coglione, invece di sparare stronzate dimmi se sai dove lavora.»
Il suo tono era divertito ma allo stesso tempo complice, era disposto davvero ad aiutarmi e non mi sarei lasciato sfuggire l'occasione.
«Lavora al Röt lights»
Cristo... quel bar lo conoscevo, era parecchio frequentato da gente di un po' tutte le età e stavolta non era il piccolo locale dove i vecchietti si sfidavano a briscola o a poker usando Fiches normali, lì giocavano con scommesse vere e proprie. L'atmosfera era come quella di un bar di Las Vegas e spesso in alcune serate a fine settimana aprivano la pista da ballo con musica a tutto volume. Era un posto grande e ormai famoso. Incredibile pensare che una ragazza come Mya, dal fisico piccolo ma dal carattere forte, potesse comunque lavorare là, ma allo stesso tempo era esattamente quel tipo di ragazze che attirava clientela. Mi alzai dal letto, avevo addosso ancora i vestiti di ieri perciò mi cambiai solo la maglia indossandone una grigia. Vidi il vento che stava soffiando con forza all'esterno, nel mentre riattaccai la telefonata con un "grazie ti devo un favore", indossando il maglione, la giacca in pelle nera, prendendo le chiavi della macchina andando nel garage. Misi in moto e puntai verso quel bar, distante non molto né da casa mia né da casa sua. Il viaggio fu breve nel quale mi chiesi che diamine stavo facendo. Che avrei detto una volta la? "Hey ciao ho chiesto a Shane dove lavoravi"? No, dovevo trovare una scusa. Se non l'avessi trovata ora, sarei tornato alla sera. Sicuramente in qualche maniera l'avrei beccata, ne sentivo il bisogno. Volevo rivedere quei dannati occhi, sentire quella voce, quella risata... lei. Sapevo che, più sarei stato a contatto con quella ragazza, più ne sarei diventato dipendente. Dovevo capire se il mio era semplice affetto amichevole dettato dalla voglia di proteggerla da me stesso e dal pensiero che non sapevo amare, o letteralmente avevo perso la testa per la Tilley e avrei provato comunque. Questo però sarebbe dipeso anche da lei, nulla mi diceva che mi avrebbe accettato nella sua vita, magari amava anche un altro, non potevo saperlo. Non sapevo un cazzo.
Spensi il motore dopo aver parcheggiato davanti al locale, non appena uscii un vento gelido mi sferzò il viso, il temporale aveva reso l'aria ancora più fredda di quello che era normalmente. Guardai l'insegna luminosa sopra la porta con caratteri sottili, in corsivo. Di sera veniva accesa e si poteva distinguere chiaramente il colore rosso della scritta "Röt" e quello azzurro di "Lights". Spostai lo sguardo sul cartello, anche quello pieno di lucette, con scritto "open" accanto ad un bicchierino classico da cocktail. Insomma, le classiche insegne luminose dei bar. Spinsi la porta entrando nel locale e, come avevo predetto, non c'era molta gente. Guardai i vari clienti dalle facce stanche, per poi portare il mio sguardo speranzoso sulle due bariste che stavano asciugando dei bicchieri. Niente. Lei non c'era... sentii la punta di delusione farsi strada dentro di me. Davvero pensavo di trovarla arrivando qui alla cieca senza sapere nemmeno i suoi orari?
Notai che una delle due bariste mi aveva già notato entrare, facendo un sorriso non appena incrociai il suo sguardo, ma non avevo voglia di niente in quel momento. Tranne che di una persona. Uscii senza prendere nulla, montai in auto e mi rifugiai nel luogo in cui andavo spesso quando volevo stare solo e rilassarmi. Al laghetto del parco disperso nel nulla, in mezzo alla natura e quindi, lontano dal casino della città. Quando scesi dall'auto misi le mani in tasca avviandomi verso la superficie ormai ghiacciata dell'acqua. Dopotutto, con quella temperatura glaciale, c'era da aspettarselo. Quel luogo emavanava una sensazione di freddezza e calma allo stesso tempo ed inevitabilmente finii per pensare a Mya. Ormai era sempre nei miei pensieri, ovunque.

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