«Derek Steale»
Alzai lo sguardo sentendo il mio nome, una ragazza dai capelli rosso fuoco se ne stava davanti al mio banco di scuola a guardarmi, con un sorriso da gatta morta alquanto irritante. Le chiacchere degli altri alunni nell'aula si diffondevano nella stanza creando un rumore incessante, le sedie si muovevano di continuo strisciando a terra e le scolarette si raccontavano dell'ultimo uomo limonato il sabato prima come se fosse un avvenimento importante.
Al suono della campana il vociare si espanse nei corridoi e tutti si fiondarono fuori dalla classe, ad eccezione di una. Mi appoggiai allo schienale della sedia scomoda puntando i miei occhi verde smeraldo in quelli azzurri di lei, parlando con tono pacato. Non apprezzavo la compagnia di quella ragazza, era sempre pronta ad aprire le gambe ma per il resto aveva una voce fastidiosa e una risata irritante e stridula.«Samantha. Cosa c'è stavolta?»
Lei sembrò offesa dal mio tono rude e staccato, mi guardò dritto negli occhi, ma non si arrese prendendo una ciocca di capelli rigirandola tra le dita, come era solita fare ogni volta che voleva propormi qualcosa.
«Sabato diamo una festa a casa di Logan, vuoi venirci con me?»
Il suo tono smielato mi fece roteare gli occhi per poi scuotere la testa alzandomi dalla sedia.
«No.»
Risposi semplicemente in tono duro, uscendo dalla classe, lasciandola lì con una faccia a dir poco sconvolta e offesa.
I corridoi erano pieni di alunni che mangiavano qualche merendina presa dalle macchinette o scroccata a qualche compagno, ignorai chiunque sul mio cammino perso in alcuni pensieri e, nel frattempo, mi diressi verso il cortile.
Era l'ultimo anno delle superiori, ero in quinta e rischiavo la bocciatura nuovamente a causa delle mie continue assenze in un solo mese, in aggiunta ai due mesi che saltai a causa del trasferimento dall'Australia a Novembre, dopo il mio 20esimo compleanno. Ero già stato bocciato due volte in seconda e in quarta superiore. Ero indietro di due anni e, se solo mi fossi messo ad aprire un libro una volta tanto, sarei già essere al College, ma non avevo motivo di continuare ad impegnarmi, non ne avevo voglia.
Mi accesi una sigaretta restando nella parte nascosta del cortile, finché non mi raggiunse il gruppetto che mi ero creato qui a scuola.
Salutai con un cenno del capo i quattro ragazzi, dei quali due accompagnati dalle loro ragazze, o "scopamiche", ancora non l'avevo capito, mentre gli altri due mi diedero una pacca sulla spalla appoggiandosi al muro di fianco a me.«Hey Steale, ci verrai alla festa questo sabato?»
Alex mi guardò con una Marlboro rossa tra le labbra in attesa di una mia risposta. Subito pensai a Samantha che mi aveva chiesto la stessa cosa e inarcai un sopracciglio, qualcosa a quella festa c'era perché mai ne avevo sentito parlare con tanta insistenza.
«Mi spiegate cosa c'è di così esaltante a questa dannata festa? Ne parlate tutti! Diamine.»
L'altro suo compagno ridacchiò, sentendo il mio tono, e subito scosse la testa incrociando le braccia al petto
«Dicono ci sia gente nuova stavolta, Logan ha invitato altre donne che a loro volta portano le amiche. Quindi fatti i calcoli e capirai»
Accennai un sorrisetto e alzai le spalle guardando gli altri due fidanzati scambiarsi smancerie mentre arricciai il naso spostando lo sguardo verso Alex e Christian. Quest'ultimo si passò una mano tra i suoi capelli castani guardando una ragazza bionda con delle belle forme passarci davanti, assieme ad altre due ragazze che si atteggiavano da oche, sculettando a destra e a manca. Vidi subito il sorrisetto di Chris e gli diedi una spallata mandandolo verso di loro con non curanza.
«Vai "don Giovanni" e invitale alla festa»
Ridacchiò leccandosi le labbra avvicinandosi ad esse, seguito da Alex che probabilmente si sarebbe preso una delle altre due. Rimasi a guardarli rimorchiare con facilità, sapevano che in realtà quelle tipe puntavano esattamente a farsi notare. Solo la mora rimasta senza ragazzo essendo in più, si mise a fissarmi con insistenza aspettandosi probabilmente che mi unissi agli altri due per finire l'opera.
Me ne andai lasciando cadere la sigaretta a terra, schiacciandola sotto le mie Vans nere dirigendomi verso le porte della scuola senza salutare i due casanova assieme alle tre gatte morte. Era tutto monotono, sempre la stessa storia, alienante.
Ero già stanco e mi ero trasferito da nemmeno un mese. Los Angeles era una gran bella città, è vero, ma mancava qualcosa che potesse rendere questo trasferimento un successo.
Mi strinsi nella giacca di pelle nera non appena una folata di vento freddo di Dicembre mi attraversò il corpo scompigliandomi i capelli corvini, che subito mi sistemai velocemente passandomi una mano tra essi. La catenina con le chiavi di casa e della moto tintinnava ad ogni mio passo portando alcuni sguardi su di me di altri alunni.
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Sceglimi sempre
Romansa"Mi ha stravolto la vita, ma non voglio che smetta di farlo." Derek Steale, un ragazzo australiano costretto a trasferirsi in America compiuti i 21 anni. Il passato scrisse la sua storia indelebilmente e, solamente dopo un fatidico incidente, si chi...