Rischio

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A quella domanda si girò a guardarmi, sorrise e mimò con le labbra "ti chiamo quando finisco". Scossi la testa e ridacchiai, uscendo dal parcheggio del bar per tornare verso casa. Ogni giorno era una scoperta con quella donna, stavo cambiando, me lo sentivo. Con lei ero diverso, ormai non avevo più il bisogno nemmeno di andare a letto con una donna, perché l'unica che volevo era lei. Mentre aspettavo la sua chiamata, decisi di andare da Shane. Mi aveva mandato un messaggio con scritto "appena puoi passa da casa mia, ho delle novità".
Parcheggiai l'auto davanti il garage di Kett, che stava facendo qualcosa alla batteria della sua auto. In precedenza era di suo padre, quell'uomo amava le auto quanto delle figlie. Era una Spider di color violaceo, un'auto di tutto rispetto nonostante i suoi anni. La usava poche volte, Garret Kett amava quel tipo di auto, tanto da tenerle sempre tirate a lucido, sia interni che esterni. Nessuno aveva il permesso di toccarla, tranne il suo amato figliolo. Non appena sentì la portiera della mia auto chiudersi, si voltò verso di me, prendendo un panno bianco tra le mani per pulirsele dallo sporco che le avevano fatte diventare nere.
«Che succede alla bestia?»
«Ha la batteria andata. Ormai ha i suoi anni anche lei»
Le auto erano da sempre la mia passione. Fin da piccolo non mi ero mai perso una fiera d'auto, né di camion. Avrei tanto sognato un camion australiano, un kenworth ad essere precisi. Quei bestioni enormi dal "muso" allungato, con un motore da brivido sul quale, almeno una volta nella vita, sarei voluto salire. L'altra sponda era dedicata alle auto, quelle sportive. Mercedes, Chevrolet, Lamborghini e chi più ne ha più ne metta. Da questa passione nasce l'amore per le corse illegali, un po' come quelle alla fast and furious. Avere belle auto, l'harem di donne, il brivido della corsa e il suono di un motore che si può definire tale sotto il sedile mi accendeva l'adrenalina nel corpo. Anche se il mio pensiero scivolò verso una bella donna dagli occhi grigi e capelli color avorio, di fianco a me sul sedile, con un sorrisetto sulle labbra e il vento tra i capelli che entrava dal finestrino abbassato, lasciando entrare il ruggito del motore di un'auto che sfrecciava ai 120 km/h con davanti al cofano lo stemma della stella a tre punte, tipica della Mercedes. Assurdo come si intrufolava in ogni mio pensiero quella diavola sotto mentite spoglie di angelo.
«Sei ancora tra noi amico?»
Shane mi schioccò le dita davanti agli occhi, facendomi tornare tristemente sulla Terra, nel mondo di coloro che al momento avevano un'auto con la batteria andata.
Mi abbassai verso di essa, guardando attentamente ogni singolo pezzo. Sarebbe davvero valsa la pena rimettere in sesto questa bimba, per poi lasciarla in garage a prendere polvere? In fondo sarebbe stato il sogno di Garret sapere che suo figlio aveva in possesso l'auto a cui era più affezionato. Come scherzo del destino, quel povero uomo era morto in un'incidente mentre ritornava a casa, con questa stessa auto. Shane l'aveva rimessa a nuovo, facendola ridipingere e aggiungendo qualche chicca. Aveva cambiato i cerchioni, mettendone altri cromati che facevano il loro effetto, aveva rivestito i sedili con un color avorio e il volante era coperto dallo stesso colore. Quell'auto era perfetta, ma con tutti i soldi che aveva speso per renderla dannatamente affascinante si era dovuto trovare un lavoretto part time come trainer di MMA. Era l'unico amico che consideravo tale, da quando mi ero trasferito abbiamo stretto subito e mi raccontò di suo padre e della sua passione per le arti marziali miste. Non avrei mai voluto fare a botte con uno come lui, avevamo quasi la stessa massa muscolare, riflessi scattanti ma lui era più alto e sicuramente più allenato di me.
«Sai bene che, più invecchia, meno la batteria regge. Ma ti aiuterò a rimetterla in forze.»
Lui sorrise prendendo i cavi, posizionai quello con carica positiva sulla mia batteria e quello con carica negativa sulla Spider. Accesi la mia auto, facendo ricaricare l'altro destriero e, dopo esserci riuscito, togliemmo i cavi lasciando che si ricarichi, spegnendo ogni cosa che potrebbe consumarla.
Ci prendemmo la mano e facemmo scontrare le spalle tra loro, battendo l'altra mano libera sulla schiena dell'altro
«Ti ringrazio Steale. Ah senti, con quella tipa hai combinato qualcosa? Si vedeva che eri interessato Casanova»
Mya. Non gli sfuggiva nulla a quanto pare. Mi appoggiai al cofano della mia Audi incrociando le braccia al petto
«Quella donna mi ha fatto andare fuori di testa Kett. Davvero, so solo che è straziante averla vicino e non poterla sfiorare con un dito.»
Un ghigno si formò sulle sue labbra fini, scoppiò a ridere e mi battè la mano sulla spalla
«Oh oh! Cazzo... Derek innamorato, posso dire di aver visto tutto nella vita ora.»
«Vaffanculo, invece tu con Katherine?»
«Ti posso dire che a letto è una tigre quella donna, ma non azzardarti a toccarla o ti raddoppio le ossa a calci»
Ora era il mio momento di ridere, lo guardai alzando il mento e assottigliai lo sguardo
«Vi siete messi insieme alla fine, sei un grande»
Battemmo i pugni tra loro, ridacchiando e scambiandoci qualche battutina. Lui mi raccontò di come aveva conosciuto Katherine e io di come ero finito a dormire a casa di Mya.
«E così stai aspettando che ti chiami per andare a pranzo?»
«Esatto, è un mistero quella donna, ma pare che ultimamente sia disposta a diventare un'amica. Certo, non sembra interessata a nulla di più»
«Ah tu credi? Beh amico, so che quando vuoi qualcosa fai di tutto per ottenerlo. Sei l'uomo più testardo e determinato che io conosca, perciò...»
Mi puntò un dito sul petto guardandomi negli occhi con un ghigno divertito che gli attraversò le labbra
«So bene che farai di tutto, anche l'impossibile e non ti arrenderai davanti a quella donna. È l'unica che ti ha fatto innamorare, dacci dentro casanova»
Ed eccole le parole che mi fecero sorridere, gli feci l'occhiolino e scossi la testa
«Sei un grande Shane»
Alzò le spalle con non challance e in quel momento il cellulare squillò nella tasca dei miei jeans. Guardai subito lo schermo ed quando vidi che era Mya sentii quel fastidio allo stomaco, che allo stesso tempo però era anche una sensazione piacevole. Kett mi guardò annuendo ed io risposi, rimontando in auto
«Hey baby»
«Ciao hombre, ho finito sono davanti al bar. Vieni quando vuoi, è un sì»
Misi in moto l'auto senza indugi, salutando con un cenno del capo Shane, che ricambiò con un sorrisetto che lasciava trasparire le sue parole "fatti onore".
«Sarò li da te in un batter d'occhio, sono già per strada»
«Perfetto, ah, a proposito, non ho preferenze per il ristorante, a te la scelta»
E io sapevo già dove portarla. I soldi non mi mancavano, mio padre me li spediva mensilmente, potevo pagarmi le bollette, la benzina, i vestiti che amavo avere firmati e infine anche qualche vizietto qua e là. Non ero ricco sfondato, ma benestante. Il ristorante in cui la portavo era in stile italiano, buon cibo senza dubbio anche se si pagava un conto più alto di un ristorante "comune". Non era molto distante, quasi dieci minuti in auto, nei quali parlammo del più e del meno.
«Al lavoro com'è andata?»
«Non male dai, c'era poca gente stamattina. Non molti in più dei clienti abituali. Mentre tu come vai a scuola?»
«Pff, scuola? Sto mollando piano piano»
Sul suo viso si formò un'espressione severa, si girò a guardarmi inarcando un sopracciglio nero, contrastante con il colore dei suoi capelli
«Quindi fammi capire, ti sei trasferito da un mese circa, quindi hai perso due mesi di scuola e inoltre non vuoi nemmeno impegnarti per finirla?»
«Esattamente»
«Ma perché?!»
«Non c'è un perché valido.. posso solo dire che sono pigro»
Accennai una risata, ma lei sembrò contrariata davanti alla mia poca voglia di fare ma non insistette.

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