Capitolo 2

62 7 0
                                    

"Ehm, ciao a tutti, io sono Jessy Johnson e come avete potuto capire questo è il primo giorno in questa struttura.
Ho sedici anni, e ho due fratelli, Tom e Jake. Tom ha la mia stessa età mentre il secondo è di un anno più grande.
Due settimane fa mi sono trasferita qui a Manhattan e già da subito mi è piaciuta molta come città.
Non ho molto da dire e quindi passo la parola ad Aline" dissi accennando un sorriso.

Quand'ho iniziato a parlare l'ansia mi è scivolata via, accorgendomi che è una normale classe.

Con i classici 'secchioni' posti nella prima fila, con una penna in mano e con dei fogli sparpagliati sul banco.
Con alcuni studenti addormentati sui banchi nelle due file dietro, alcuni col cellulare in mano e altri a chiaccherare a gruppetti.

Una volta finito il discorso di Aline, dove scoprii che ha un fratello, ci andammo a sedere negli ultimi due posti vuoti, attaccati alla finestra.

La professoressa riprese a parlare e io ad ascoltarla.
Le ore seguenti passarono velocemente tra lo scambio di numero con alcuni compagni di classe, le ore di lezione dei prof di latino e d'inglese e alcune parole scambiate con alcuni studenti.

Quando la campanella che segnava la fine della giornata scolastica rimbombò nelle mie orecchie, tirai un sospiro di sollievo.

Una volta arrivata nel parcheggio della scuola mi diressi verso la figura alta di mio fratello che era circondato da alcune ragazze in gonnellina e da dei ragazzi.

Quando mi vide sorrise e la maggior parte di loro si voltarono verso di me che proseguivo col mio solito passo spedito e a testa alta.

Mi misi sulle punte per lasciargli un bacio sulla guancia e mi appoggiai alla nostra macchina.

Una bionda tinta mi squadrò e schiarendosi la voce disse "chi è questa?".
Mi voltai verso di lei e sostenni il suo sguardo.

"Sono sua sorella. Piuttosto chi sei tu, ah, e smettila di guardarmi storto che riuscirei a farti cadere da quei trampoli con un solo dito."  Le dissi, sorridendole con un ghigno.

Delle risate strozzate uscirono dalle bocche di alcuni ragazzi che vennero fulminati con lo sguardo da un altro, che appoggiò un braccio sulle spalle della bionda.

Aveva dei capelli lisci, mori e leggermente spettinati che facevano contrasto con i suoi occhi color ghiaccio.
Era alto poco più di mio fratello e aveva i muscoli che si percepivano da sotto la maglietta.

"Come ti permetti ragazzina? Chiedile scusa, subito." Disse, calcando sull'ultima parola detta.
"Ma anche no. E chi sei? Il suo bodyguard? La bionda ossigenata non sa difendersi da sola?" Scoppiai a ridere, ma mi fermai dopo averlo visto avanzare di due passi e alzare la mano destra in meno di due secondi.

Chiusi gli occhi di scatto e aspettai un colpo che non arrivò.

Quando socchiusi gli occhi notai che mio fratello si era posizionato davanti a me è teneva stretto il polso del presunto fidanzato della bambola bionda.

"Non azzardarti più ad alzare una mano contro mia sorella. Sei stato la prima persona con cui ho legato e sei anche simpatico, ma non farlo mai più o stanno a te le conseguenze." Disse, con un tono minaccioso.

Notai che gli occhi del ragazzo di cui non so ancora il nome, dalla rabbia che ho provocato poco fa, si erano oscurati ed erano diventati di una tonalità più scura, mentre adesso erano velocemente tornati dell'azzurro iniziale.

Si girò lentamente, e senza dire niente prese di nuovo la sua Barbie sottobraccio e insieme si allontanarono da noi.

Quando mi girai vidi che tutti gli altri erano rimasti a bocca aperta dalla scena antecedente.
"Ciao ragazzi, ci vediamo domani. Jessy, sali in macchina." Disse Jake.
Feci come mi disse e prima di chiudere lo sportello salutai i ragazzi davanti a me.

farewellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora